Filodendro in casa, come coltivarlo: gli errori da non commettere

Il filodendro è una delle piante più scelte per arredare la propria casa con eleganza: ecco quali sono gli errori da evitare per farla crescere al meglio

Pubblicato: 17 Giugno 2024 17:00

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Molte persone amano circondarsi di piante anche in casa: è un ottimo modo per arredare in maniera elegante l’appartamento, ma anche per respirare aria pulita e talvolta persino per migliorare il tasso di umidità degli ambienti in cui si vive. Le piante da interni più apprezzate, soprattutto per il loro impatto estetico, sono quelle tropicali. Tra di esse spicca il filodendro, che con le sue enormi foglie lucide riempie gli spazi con grazia e raffinatezza. Scopriamo come coltivarlo e, soprattutto, quali errori non commettere per evitare di “rovinare” la sua crescita.

Filodendro, caratteristiche della pianta

Il filodendro è una pianta esotica appartenente alla famiglia delle Aracee, chiamata anche Monstera: il suo nome è di origine greca e significa “che ama l’albero”, simboleggiando una delle sue caratteristiche principali. La maggior parte delle varietà, infatti, ha un portamento rampicante e cresce all’ombra di altre piante molto più grandi, nelle foreste tropicali. Esistono moltissime specie diverse che si differenziano per dimensioni, colori e persino preferenze climatiche, quindi non è difficile trovare quella più adatta per ogni esigenza.

La pianta ha origini sudamericane e, come abbiamo visto, vive prevalentemente in foreste tropicali dove si sviluppa come rampicante. Si è diffusa molto rapidamente anche in Europa e in Italia, perché – con qualche accortezza – può sopravvivere bene adattandosi al nostro clima. In via generale, il filodendro ha un fusto piuttosto importante, che può andare dai 50 cm ai 3 metri di altezza. Le sue radici avventizie hanno molti internodi: sono aeree e tendono ad avvolgersi ad ogni sostegno che trovano a loro disposizione, dando alla pianta il suo portamento rampicante.

Le foglie sono senza dubbio la parte più appariscente del filodendro: sono infatti di dimensioni estremamente generosa, di forma solitamente ovale o a cuore. Hanno un colore verde intenso e un aspetto lucido, cosa che le rende davvero molto scenografiche. L’infiorescenza è invece piuttosto banale. I fiori sono infatti costituiti da una spata biancastra e presentano al centro uno spadice giallo o bianco. In natura, la pianta produce frutti che somigliano – come sapore – all’ananas: tuttavia, in appartamento è davvero difficile che fruttifichi.

Si conoscono diverse varietà di filodendro, che presentano caratteristiche molto diverse tra loro. Tra le più comuni c’è il philodendron bipinnatifidum, che ha un fusto eretto di altezza non superiore al metro e mezzo: le sue foglie sono profondamente lobate e molto gradevoli da vedere. Il philodendron burgundy, invece, è una specie rampicante che può superare i 2 metri di altezza. Ha una crescita molto lenta, e le sue foglie hanno la pagina inferiore di un colore rosso intenso. Il philodendron hederaceum, anch’esso di altezza media superiore ai 2 metri, è rampicante e a crescita rapida. Le sue foglie sono piccole e cuoriformi, molto carnose e di colore ramato quando nascono, per poi diventare via via verdi.

Come coltivare il filodendro

Se avete intenzione di acquistare un filodendro, ci sono alcune piccole attenzioni che dovrete imparare a prestargli: non è una pianta difficile da coltivare, tuttavia ha delle esigenze specifiche. Innanzitutto, scegliete il terriccio adatto: deve essere ricco di sostanze organiche e non troppo fine, possibilmente composto da torba e foglie di faggio. Meglio utilizzare anche un substrato di ciottoli o di argilla espansa, per favorire il corretto drenaggio dell’acqua. Procuratevi sin da subito un supporto su cui far arrampicare la pianta, perché senza di esso non può crescere nella maniera giusta.

Per quanto riguarda l’irrigazione, bisogna ricordare che stiamo parlando di una pianta tropicale. Le annaffiature devono dunque essere frequenti, soprattutto in determinati periodi dell’anno: in estate è bene abbondare, diradando invece l’apporto d’acqua durante la stagione autunnale e quella invernale. È importante far sì che il terreno si asciughi tra un’irrigazione e l’altra – vi basterà controllare con le dita per verificare che non sia più umido. Evitate inoltre di eccedere con l’acqua, perché potrebbero crearsi pericolosi ristagni idrici.

La pianta ha bisogno di molta umidità, proprio perché abituata a vivere in un clima tropicale. Se la vostra casa è particolarmente secca, utilizzate un flacone spray da riempire con acqua fresca per nebulizzare quotidianamente le foglie, così da consentire al vostro filodendro di avere il giusto tasso di umidità. Potete anche aggiungere qualche pezzetto di legno nel terreno, per trattenere ulteriore umidità. Infine, nel periodo primaverile ed estivo la pianta dovrebbe essere concimata ogni 3 settimane, con un fertilizzante liquido azotato da diluire nell’acqua dell’irrigazione.

Gli errori da non commettere

Il filodendro necessita di alcune particolari attenzioni per crescere al meglio e diventare quella splendida pianta ornamentale in grado di impreziosire il vostro appartamento. Dovrete dunque evitare di commettere alcuni errori banali. Il primo riguarda la sua esposizione: pur essendo una pianta tropicale che ama la luce diffusa e abbondante, non sopporta il contatto con i raggi diretti del sole. In natura, infatti, cresce all’ombra di alberi molto più grandi, che la proteggono da possibili bruciature alle sue bellissime foglie verdi.

Dunque, dove posizionare il filodendro? Optate per un luogo lontano da finestre e portafinestre, soprattutto quelle esposte a sud. In autunno e in inverno, la pianta cresce bene all’interno dell’appartamento, in una stanza ben illuminata (ma non direttamente bagnata dal sole) e abbastanza umida, meglio se senza riscaldamento. Durante l’estate, potete anche spostare il vaso all’esterno, in un luogo ombreggiato e protetto dalle correnti. Evitate posti di passaggio, perché le foglie sono piuttosto delicate e non sopportano gli urti.

Il secondo errore riguarda la temperatura: questa pianta tropicale non resiste ad un clima eccessivamente freddo. Già a 10°C, le sue foglie iniziano a soffrire. Fate dunque in modo che nella sua stanza ci siano sempre almeno 13°C e che non siano presenti sbalzi di temperatura. Infine, pulite con frequenza le sue foglie per evitare la polvere e farle scintillare. Il modo migliore consiste nel bagnare uno straccio in acqua fresca e strizzarlo molto bene, passandolo poi su ogni singola foglia con un movimento delicato. Evitate i lucidanti fogliari, che ostruiscono solamente i pori delle foglie e creano sofferenza alla pianta.

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