La cantina è uno di quegli spazi che tendiamo a dimenticare, fino a quando non diventa necessario pulirla e organizzarla. E lì, tra scatoloni accatastati, vecchi mobili, oggetti lasciati “perché non si sa mai”, serve pazienza. Ma anche un po’ di metodo. Perché è anche un modo per capire cosa ci serve davvero, cosa può essere recuperato, cosa invece è tempo di lasciar andare. Non è un lavoro da affrontare di fretta, ma diventa più semplice se lo suddividiamo per fasi e impariamo a gestirlo con scadenza regolare.
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Ogni quanto pulire la cantina?
Non c’è una regola universale, ma aspettare “quando serve” non è quasi mai una buona idea. La cantina dovrebbe essere pulita almeno una volta l’anno, meglio se due. Anche se non la usiamo tutti i giorni, è uno spazio dove tendono ad accumularsi facilmente polvere, umidità e oggetti dimenticati. Con il passare del tempo diventa sempre più difficile capire dove mettere le mani. Ecco perché dobbiamo fissare questa attività in agenda come fosse un appuntamento fisso, magari con l’arrivo della primavera o alla fine dell’estate, perché al cambio delle stagioni sentiamo sempre quel desiderio di fare ordine nella nostra vita.
Cosa vuol dire, però, pulire la cantina? No, non dobbiamo solo spazzare e togliere la polvere. Bisogna aprire gli scatoloni, guardare dentro, decidere cosa ha ancora senso tenere. Alcune cose ce le dimentichiamo, ma ce ne sono alcune che ci trasciniamo dietro senza sapere più perché. In certi casi basta un pomeriggio per fare spazio, ma se ci abituiamo a farlo con una certa frequenza, tutto diventa meno faticoso. La cantina è uno spazio utile, comodo, persino gradevole da tenere in ordine, a patto di non lasciarla diventare una zona franca, dove finisce tutto quello di cui non vogliamo occuparci nell’immediato.
Come organizzare la pulizia della cantina
La domanda non è quando farlo, ma come farlo: sì, serve un un po’ di metodo, altrimenti si rischia di iniziare senza concludere nulla. Prima di indossare i guanti e acquistare detersivi, conviene avere chiaro da dove si parte e dove si vuole arrivare. Meglio suddividere il lavoro in fasi, senza pretendere di fare tutto in poche ore. Si comincia liberando lo spazio, un vero decluttering, poi si affrontano la polvere, l’umidità, gli oggetti da sistemare. Soprattutto se non la sistemiamo da tempo, scegliamo un giorno di sole, in cui siamo certe di non avere altre incombenze da sbrigare.
La fase di decluttering
Il problema è che qui molto spesso tendiamo ad accumulare di tutto: oggetti rotti, scatole che non apriamo da anni, ricordi che non usiamo ma nemmeno vogliamo buttare. Armiamoci di pazienza e affrontiamo un oggetto alla volta, chiedendoci se ha ancora un senso tenerlo. L’importante è non cadere nella trappola del “può sempre servire”, perché è così che il disordine si ripresenta, sempre uguale.
Il decluttering vero comincia quando iniziamo a guardarli uno a uno, non con l’idea di fare ordine, ma di capire se hanno ancora un senso per noi. Non serve buttare tutto, né svuotare a occhi chiusi: fermiamoci, domandiamoci se useremo ancora quell’oggetto, se ci serve davvero, se ci fa piacere tenerlo.
La fase di pulizia
Dopo aver fatto spazio, finalmente possiamo pulire: come anticipato, la cantina è spesso esposta alla polvere, all’umidità e agli odori stagnanti, quindi ha bisogno di una cura diversa rispetto al resto della casa. La prima cosa da fare è spolverare ogni superficie, partendo dall’alto: scaffali, lampadine, angoli nascosti. Possiamo farlo con un panno in microfibra asciutto o leggermente umido. Poi si passa ai pavimenti: se c’è cemento grezzo, vanno bene acqua calda e bicarbonato, invece per le superfici piastrellate aggiungiamo un po’ di aceto o sapone di Marsiglia.
Se ci capita di notare aloni o pareti un po’ umide, conviene fermarsi un momento, magari per far circolare un po’ d’aria. Non sempre è qualcosa di grave, ma è bene non lasciar correre. Se invece compare la muffa, meglio non improvvisare: in quel caso è il momento di farsi aiutare dai professionisti. Un gesto semplice, invece, può tornare utile: una ciotolina di sale grosso, lasciata in un angolo, assorbe un po’ di umidità e aiuta a tenere l’aria più pulita.
Piccoli consigli per l’organizzazione
Riorganizzare la cantina è un gesto che viene dopo tutto il resto, dopo la polvere, dopo i sacchetti buttati, dopo la fatica di decidere cosa tenere. Le scatole tornano utili, sì, ma devono essere scelte con cura. Quelle trasparenti aiutano a ricordare cosa c’è dentro senza doverle aprire ogni volta, e sono ottime anche quelle in plastica. Il cartone non è male, ma le scatole vanno tenute solo in buono stato: non mettiamole a contatto diretto con il pavimento.
A questo punto, possiamo fermarci un attimo e scrivere le etichette con un pennarello: poche parole, ma precise, perché ciò che ci serve è capire subito, senza dover aprire tutto ogni volta. A portata di mano teniamo le cose che prendiamo spesso, dietro quelle che toglieremo solo una volta all’anno (come i decori del Natale).
Come sistemare la dispensa in cantina
Usare la cantina come dispensa è un’ottima idea, soprattutto se abbiamo spazio e vogliamo tenere tutto in ordine. Prima regola: mai mettere gli alimenti a contatto diretto con il pavimento. Basta una piccola infiltrazione, o un po’ d’umidità in più, per compromettere tutto. Meglio usare pedane, mensole robuste o semplici rialzi in plastica.
Ci sono poi gli alimenti che si prestano più di altri alla conservazione in cantina. L’olio, ad esempio, e lo stesso vale per il vino, che va sistemato orizzontalmente, magari in una cantinetta. Anche l’aceto regge bene in bottiglia. E per quanto riguarda le conserve fatte in casa? Vanno sempre preparate in contenitori sterilizzati e chiusi ermeticamente, per evitare rischi. Così la cantina, se ben organizzata, diventa una vera e propria alleata. Come abbiamo visto, possiamo farlo mettendo in ordine, realizzando delle etichette, prevedendo qualche scaffale ben posizionato. Ogni cosa trova il suo posto, e anche le scorte ci fanno sentire più preparate.