Abbattere un albero condominiale non è mai una decisione semplice, e spesso arriva dopo settimane di dubbi, riunioni e opinioni contrastanti. C’è chi teme per la sicurezza, chi vorrebbe conservarlo a ogni costo, e chi si chiede se esista davvero un modo “giusto” per intervenire. Gli alberi, del resto, crescono con noi: cambiano l’aspetto del cortile, ma a volte finiscono per invadere spazi e fondamenta. E allora che cosa si può fare, e soprattutto, chi decide? La risposta non è immediata, perché la materia è regolata dal Codice Civile e, in molti casi, anche dai singoli Comuni, che tutelano il verde come un bene collettivo.
Alberi in condominio, come capire chi interviene
Se abitiamo in un condominio, capire chi deve intervenire sugli alberi non è sempre così facile, perché tutto dipende da dove si trovano e dal ruolo che hanno nello spazio comune. Se crescono in un giardino privato, sono di chi ne ha la proprietà esclusiva: spetta dunque al singolo condòmino occuparsi della manutenzione. Deve quindi assumersene anche le spese.
Quando invece gli alberi sorgono nelle aree condivise, come per esempio i cortili o i giardini condominiali, diventano parte dei beni comuni e la loro cura riguarda tutti, secondo le quote millesimali. Esiste però un caso particolare, e forse il più interessante: se l’albero privato influenza positivamente il decoro dell’edificio, la giurisprudenza riconosce che la sua bellezza appartenga a tutti, e così anche le responsabilità legate alla sua cura.
La normativa che disciplina l’abbattimento degli alberi condominiali
Il riferimento principale è l’articolo 1117 del Codice Civile, che stabilisce cosa rientra tra le parti comuni dell’edificio: in sostanza, tutto ciò che serve all’uso collettivo o è legato in modo strutturale al bene comune. Gli alberi e le piante che si trovano nei cortili, giardini o spazi condivisi sono quindi considerati beni condominiali a tutti gli effetti.
Non possono essere rimossi o potati senza il consenso dell’assemblea. Solo se un albero si trova in un’area di proprietà esclusiva — e non contribuisce al decoro dell’edificio — la gestione spetta al singolo. In ogni altro caso, ogni decisione deve passare attraverso le regole della comunione e il rispetto dei titoli di proprietà.
Dall’innovazione all’orientamento della manutenzione ordinaria
Nel momento in cui si decide di abbattere un albero in condominio, è fondamentale fare una netta distinzione tra ciò che la legge considera innovazione e ciò che rientra invece nella manutenzione ordinaria. La differenza cambia tutto in termini di decisione e maggioranza necessaria.
Se l’intervento comporta la rimozione definitiva di un albero sano – e dunque la distruzione di un bene comune – si parla di innovazione vietata. In questo caso serve l’unanimità dei condòmini, perché si modifica in modo sostanziale l’aspetto e la destinazione di una parte condivisa, con effetti anche sul decoro e sulla qualità della vita condominiale. Diverso è il discorso quando l’albero è pericolante, malato o rappresenta un rischio per la sicurezza: in questa specifica circostanza l’abbattimento rientra nella manutenzione ordinaria.
Le procedure per l’abbattimento di un albero condominiale
Come abbiamo visto, non abbiamo la facoltà di agire e basta, perché occorre parlarne, confrontarsi, capire insieme al resto del condominio cosa fare. Il primo step è la convocazione dell’assemblea, ed è qui che si ascoltano i pareri, si valuta l’urgenza e si cerca la soluzione più sensata anche dal punto di vista economico. Solo in seguito arriva la parte tecnica (e fondamentale per procedere): la perizia. Un agronomo o un tecnico qualificato ci aiuta a capire se l’albero è davvero pericolante (o in alternativa se procedere con una potatura mirata). Con la valutazione professionale possiamo infine chiedere al Comune l’autorizzazione necessaria, così da procedere nel pieno rispetto delle norme. E se si trova in un giardino privato ma rischia di danneggiare le aree comuni, il confronto resta fondamentale. Possiamo segnalarlo, parlarne e cercare una soluzione condivisa, ma è un percorso che richiede tempo.
Chi paga per abbattere gli alberi condominiali?
Chi deve sostenere i costi quando si decide di abbattere un albero condominiale? Anche in questo caso, tutto dipende dalla proprietà e dalla funzione che quell’albero svolge all’interno dello spazio comune.
Se si trova in un’area condivisa, le spese di abbattimento vengono suddivise tra tutti i condòmini, secondo le quote millesimali o quanto stabilito dall’assemblea. La situazione si fa più interessante quando l’albero sorge invece in un giardino di proprietà esclusiva: se appunto aumenta valore estetico dell’edificio, la legge considera la sua presenza parte integrante del bene comune. In questo caso, quindi, anche gli altri condòmini sono tenuti a partecipare alle spese, poiché l’albero svolge un ruolo che va oltre il semplice uso privato.
Se invece l’albero non influenza in alcun modo tra gli elementi che ne valorizzano l’aspetto complessivo, le spese restano a carico del proprietario dell’area. Prima di procedere, però, è sempre meglio parlarne durante l’assemblea: un confronto aiuta a definire chi deve intervenire e con quali modalità. Perché è solo così che si evitano malintesi per rendere la vita condominiale più semplice per tutti.
Quando un albero condominiale non può essere abbattuto?
Prima di pensare al taglio, occorre l’unanimità dei consensi: come abbiamo visto, ogni condòmino ha il diritto di esprimersi. C’è poi un altro aspetto, quello della sicurezza. Solo una perizia tecnica può certificare se l’albero rappresenta davvero un pericolo. A tutto questo si aggiungono le normative locali: molti Comuni tutelano gli alberi di particolare pregio, per i quali serve sempre un’autorizzazione formale. La legge è attenta alla tutela del verde e impone delle regole da rispettare: un motivo in più per muoversi con cautela e chiedere sempre le autorizzazioni necessarie.