Gary Sinise ha condiviso su Instagram la notizia più brutta per qualsiasi genitore: il figlio MacCanna Anthony, conosciuto come Mac, è morto a soli 33 anni dopo aver perso la sua battaglia contro un cancro molto raro, che gli era stato diagnosticato nel 2018. L’attore ha aggiunto qualche dettaglio in più, dedicando al figlio un lungo tributo pubblicato sulla pagina della fondazione che porta il suo nome, creata per sostenere i veterani di guerra e le loro famiglie e alla quale Mac collaborava con impegno e dedizione.
Gary Sinise, il figlio Mac aveva un cancro molto raro
È difficile parlare quando il dolore ti assale e per un padre che perde il proprio figlio questo è talmente grande da oscurare tutto il resto. Eppure Gary Sinise, attore che abbiamo amato sia al cinema che in TV – ricordiamo tra i suoi lavori Forrest Gump e CSI: New York -, è riuscito a canalizzare il suo dolore di padre, scrivendo un lungo tributo per il figlio Mac, morto a soli 33 anni dopo una battaglia contro il cancro durata ben 5 anni.
A ispirarlo è stato proprio lui, che ha descritto come un ragazzo entusiasta e con il cuore colmo di sogni e generosità, qualità che ha messo a disposizione della Gary Sinise Foundation, la fondazione che il padre ha creato a sostegno dei veterani di guerra e delle loro famiglia, partecipando attivamente a moltissime attività. Mac non ha mai smesso di aiutare il prossimo, nonostante la sua vita avesse incontrato gli ostacoli della malattia.
“L’estate del 2018 è stata un periodo particolarmente impegnativo per la nostra famiglia – ha spiegato l’attore -. Nel giugno di quell’anno, a mia moglie Moira fu diagnosticato un cancro al seno allo stadio 3 e, dopo un intervento chirurgico per rimuovere i linfonodi, iniziò la chemioterapia e le radiazioni. Poi, l’8 agosto, abbiamo scoperto che a Mac era stato diagnosticato un cancro molto raro chiamato cordoma“. “Non ne avevo mai sentito parlare”, ha aggiunto, dando ai lettori qualche dato in più: una diagnosi su un milione, questa la media per un cancro che colpisce 300 persone all’anno negli USA e che nel 70% dei casi può essere operato. Mac, purtroppo, apparteneva al restante 30%.
Mac Sinise, il dolore e l’omaggio della famiglia
Non sono bastati i cinque interventi chirurgici alla colonna vertebrale, dove questo particolare tumore origina, e così Mac ha vissuto “una lunga battaglia che lo rese sempre più invalido col passare del tempo” e che lo ha portato via lo scorso 5 gennaio.
“Come ogni famiglia che sta vivendo una perdita del genere, abbiamo il cuore spezzato e abbiamo gestito la situazione nel miglior modo possibile. Come genitori, è così difficile perdere un figlio – ha scritto Sinise nel tributo -. Il mio pensiero è rivolto a tutti coloro che hanno subito una perdita simile e a chiunque abbia perso una persona cara. Tutti lo abbiamo sperimentato in qualche modo. Nel corso degli anni ho incontrato tante famiglie dei nostri eroi caduti. È straziante ed è dannatamente difficile. La lotta contro il cancro della nostra famiglia è durata 5 anni e mezzo ed è diventata sempre più impegnativa col passare del tempo”.
Mac era giovane e avrebbe avuto tutta la vita davanti se questo oscuro intruso non ne avesse preso il controllo ma, nonostante tutto, non ha mai smesso di impegnarsi e di coltivare le proprie passioni. Ha collaborato alla fondazione del padre, sostenendo e organizzando lui stesso progetti ed eventi rivolti soprattutto ai giovani. Ha continuato a suonare la batteria – passione che condivideva con l’attore – almeno finché la malattia glielo ha consentito. Anche in quel caso, però, non si è dato per vinto: costretto in sedia a rotelle ha imparato a suonare l’armonica e ha realizzato l’album Resurrection & Revival. Lavoro che, per una triste coincidenza, è andato in stampa proprio nei giorni in cui se n’è andato.
“Anche se ci fa male il cuore per la sua mancanza, siamo confortati nel sapere che Mac non sta più lottando, e siamo ispirati e commossi da come ci è riuscito. Ha combattuto una dura battaglia contro un cancro che non ha cura, ma non ha mai smesso di provarci. Mac amava i film e gli abbiamo sempre detto che ci ricordava il soldato alla fine dello straordinario film 1917, che corre per il campo di battaglia, circondato da bombe che lo abbattono una dopo l’altra, eppure continua a rialzarsi , rifiutandosi di mollare e continua a correre avanti”.