Andrea Vianello racconta l’ictus a La Volta Buona: “Fa paura ma oggi ho una seconda vita”

Andrea Vianello ha scelto il salotto dell'amica Caterina Balivo per raccontare il periodo segnato dall'ictus, ma soprattutto la rinascita grazie alla famiglia

Pubblicato: 29 Ottobre 2024 16:53

Nicoletta Fersini

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Per Caterina Balivo è stata una puntata molto toccante de La Volta Buona. La conduttrice ha accolto nel suo salotto non solo un volto celebre della Rai, ma soprattutto un amico, che ha vissuto un momento molto difficile nel 2019. Andrea Vianello è tornato a parlare dell’ictus che lo ha colpito e di come, anche grazie al sostegno della moglie Francesca e dei tre figli, abbia saputo riprendere in mano le redini della propria vita. Una “seconda vita” come l’ha chiamata lui stesso.

Caterina Balivo emozionata per Andrea Vianello

“Ricordo perfettamente quel 2 febbraio 2019, un messaggio di una nostra amica che diceva: Andrea sta molto male, è in ospedale ha avuto un ictus e non sappiamo quello che succederà”, così è iniziato il racconto di Caterina Balivo che, visibilmente emozionata, ha spiegato al pubblico de La Volta Buona come ha ricevuto la notizia dell’ictus di Andrea Vianello, suo amico prima che collega.

Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata Francesca Romana Ceci, moglie del conduttore e giornalista con la quale ha festeggiato proprio quest’anno i 25 anni di matrimonio. La donna ha chiamato immediatamente i soccorsi e, grazie all’intervento dei medici dell’Umberto I di Roma, Vianello si è salvato: “Non avevo più la gestione di tutta la parte destra del mio corpo e soprattutto ho urlato e, quando è arrivata, tutto quello che dicevo non si capiva. Io capivo che le parole che uscivano non erano quelle giuste. (…) La mia situazione era particolarmente complicata, ho dovuto fare un’operazione che mi ha salvato la vita”.

Andrea Vianello e l’ictus, la paura e la rinascita

“È una parola che fa un po’ paura”, ha ammesso il giornalista, parlando di un capitolo tanto tragico della sua vita in un giorno scelto non a caso: il 29 ottobre si celebra, infatti, la Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale e lui ha voluto portare sul piccolo schermo la propria diretta testimonianza.

Vianello nella sfortuna è stato fortunato perché l’ictus è la “terza causa di morte nel nostro Paese e la prima di disabilità”. Ci sono voluti ben otto mesi per tornare a parlare, mesi in cui è stato complicato anche solo farsi vedere dai figli Goffredo, Maria Carolina e Vittoria: “Non riuscivo neanche a dire i loro nomi. (…) Per qualche tempo ho avuto un po’ paura a farmi vedere da loro, nonostante apparentemente sembravo l’uomo di prima. Il fatto di non avere le parole mi faceva sentire un mostro, come sfigurato. Avevo paura di farmi vedere debole. I figli avevano bisogno di vedere che il papà era vivo e che stava bene e quando gli ho raccontato che le mie parole non sarebbero state quelle di prima a loro non è fregato niente”.

Il giornalista e conduttore si è tenuto a distanza dalla solita retorica in cui è facile cadere parlando di malattia, ma ha donato al pubblico un messaggio importante: “Non dobbiamo nascondere le nostre fragilità. (…) Non sono migliore di prima, forse sono un po’ più forte di prima, un po’ più saggio. Oggi la famiglia è la mia priorità. (…) Senza di loro forse io non ce l’avrei fatta, non ci avrei messo quella grinta e quella forza. (…) Ho una seconda vita, una seconda chance“.

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