Tumori in Italia, tutti i numeri del 2023: mammografie sempre più difficili

Il tumore più frequentemente diagnosticato nel 2023 è il carcinoma alla mammella. Ma la prevenzione accusa difficoltà nella mammografia

Pubblicato: 12 Dicembre 2023 13:24

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

In Italia, nel 2023, sono stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne. Nel post pandemia si assiste a una ondata di casi, se si considera che, in tre anni, l’incremento è stato di 18.400 diagnosi (erano 376.600 nel 2020). Le donne, in questo senso, vedono crescere i rischi. anche per forme che un tempo erano soprattutto a carico dell’uomo, come il tumore del polmone. Occorre quindi più impegno, anche sul fronte della prevenzione e della diagnosi precoce attraverso gli screening. A ricordarlo sono i dati raccolti nel volume “I numeri del cancro in Italia 2023”.

Quali sono i tumori più frequenti

Stando all’analisi, il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). ma è il futuro che preoccupa. Nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Dall’altro lato, l’oncologia del nostro Paese fa registrare importanti progressi, con migliaia di vite salvate.

In 13 anni (2007-2019), sono state evitate 268.471 morti oncologiche. Il cancro è sempre più una malattia curabile e molti pazienti la superano e tornano a una vita “come prima”. Vi sono, però, aree in cui i passi avanti sono ancora limitati, a partire dai tumori causati dal fumo di sigaretta nelle donne e dal cancro del pancreas in entrambi i sessi, per il quale non si sono registrati miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie, e che, quindi, merita particolari attenzioni.

Più attenzione a prevenzione e diagnosi precoce

Serve più impegno nella prevenzione, sia primaria che secondaria. Il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. Ma non basta. complice la pandemia, si è assistito anche ad un calo del 3% della copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici. È drastica la diminuzione al Nord, dove l’adesione alla mammografia è passata dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022 e allo screening colorettale, in discesa dal 45% al 38%.

Occhio a fumo e sovrappeso

L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, perché è più diffusa fra le persone con molte difficoltà economiche o meno istruite – afferma Maria Masocco, Responsabile Scientifico dei sistemi di sorveglianza PASSI e PASSI D’Argento, coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità -.

La sedentarietà è più frequente fra le donne, aumenta con l’età e disegna una chiara differenza geografica a sfavore delle Regioni del Meridione (42% rispetto al 17% nel Nord). Questa cattiva abitudine è aumentata significativamente, passando dal 23% del 2008 al 29% nel 2022.

Anche l’eccesso ponderale, che interessa più di 4 adulti su 10, presenta i valori più elevati nelle Regioni del Sud. Un cittadino su 6 consuma alcol a livelli rischiosi per la salute, per quantità o modalità di assunzione. Diversamente dagli altri fattori di rischio, il consumo di alcol è più frequente fra le classi sociali più abbienti, senza difficoltà economiche o con livelli di istruzione elevati, riflettendo in parte l’abitudine del bere delle terre dei vini del Nord, in particolare del Nord Est del Paese”.

Mammografie più “difficili”

La prevenzione secondaria, peraltro, accusa la difficoltà degli esami mammografici e dei test per i tumori del colon-retto. “I dati aggiornati al 2022 mostrano, per quanto riguarda gli screening mammografico e colorettale, una considerevole e generalizzata difficoltà a mantenere le performance osservate nel 2021 – spiega Paola Mantellini, Direttrice Osservatorio Nazionale Screening.

In molti casi, si può dire che gli effetti della pandemia si ripercuotano anche nel 2022. Nel 2021 nella maggior parte delle Regioni, in particolare del Nord e del Centro, sono stati invitati tutti gli utenti che avevano diritto all’invio del 2020. Questo ha comportato che una parte di cittadini da invitare nel 2021 sia stata posticipata, seppure solo di pochi mesi, al 2022.

Di conseguenza, ci si può aspettare che una percentuale degli invitabili del 2022 sia slittata al 2023. Per evitare che questo succedesse, era necessario che gli impegni e gli sforzi operati da molte Regioni nel 2021 fossero mantenuti anche nel 2022. Purtroppo, questo è avvenuto solo in parte. Lo screening cervicale mostra un andamento un po’ diverso rispetto agli altri due programmi, con valori complessivi pre-pandemici intorno al 39%, un calo al 23% nel 2020, un livello di copertura del 35% nel 2021 e un ulteriore avanzamento pari al 41% nel 2022”.

Nel 2022 il miglioramento della copertura rispetto al 2021 è, almeno in parte, da imputare alla maggiore estensione degli inviti alla popolazione con una contemporanea transizione da Pap test a HPV test a partire dai 30 anni di età.

Per fortuna le cure migliorano

Gli ultimi vent’anni in ogni caso hanno testimoniato numerosi rilevanti progressi nella cura dei pazienti oncologici. “Le terapie mirate hanno consentito di ottenere, nei casi eleggibili sulla base del profilo molecolare, risposte obiettive molto importanti, associate spesso a un controllo di malattia prolungato nel tempo – spiega Massimo Di Maio, Presidente Eletto dell’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica. L’altra grande rivoluzione è stata rappresentata dall’introduzione dei farmaci immunoterapici di nuova generazione.

L’immunoterapia ha modificato l’algoritmo terapeutico di numerosi tumori solidi e si caratterizza per ottenere, in una percentuale di pazienti, una risposta di lunghissima durata, a volte anche di anni. Ad esempio, quando il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato era rappresentato dalla sola chemioterapia, la sopravvivenza a 5 anni era intorno al 5%. Oggi, le analisi a lungo termine degli studi condotti con l’immunoterapia dimostrano che la possibilità di essere vivi a 5 anni è salita significativamente fino al 20-30%. Un cambiamento culturale molto importante è costituito anche dalla maggiore attenzione alla qualità di vita e agli esiti riferiti dai pazienti, sia nella ricerca che nella pratica clinica”.

E cresce la sopravvivenza

I passi avanti nelle cure si traducono nella riduzione della mortalità per cancro, cioè in vite salvate. “In entrambi i sessi il numero osservato di morti causate da tutti i tumori è stato ogni anno, dal 2007 al 2019, inferiore al numero atteso rispetto ai tassi medi del 2003-2006 – sottolineano Fabrizio Stracci, (Presidente AIRTUM) e Diego Serraino (Direttore SOC Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano) -.

In particolare, sono stati stimati negli uomini 206.238 e nelle donne 62.233 decessi in meno rispetto a quelli attesi, equivalenti, rispettivamente, a una diminuzione del 14,4% e del 6,1%. Il dato più eclatante riguarda la mortalità per cancro del polmone, causato in più dell’80% dei casi dal fumo di tabacco. Negli uomini, il 36,6% delle morti oncologiche evitate nel periodo 2007-2019 è legato ai progressi compiuti nella lotta al tabagismo, oltre che alle migliorate pratiche diagnostico-terapeutiche-assistenziali. Nelle donne, a pari opportunità di diagnosi e cura, è stato documentato un eccesso di 16.036 morti per carcinoma polmonare, il 16% in più di quanto atteso. Un quadro, quindi, che riflette una diversità di genere nella diffusione dell’abitudine di fumare nel corso del tempo e che suggerisce l’opportunità di portare avanti con forza la lotta al tabagismo, perché il successo avrebbe conseguenze rilevanti per la salute dei cittadini e per la sostenibilità dell’intero servizio sanitario”.

Come nascono i dati

Il Libro rappresenta una sorta di censimento ufficiale. È giunto alla tredicesima edizione e descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP).

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