Morbillo: quali sono i sintomi e la diffusione ad oggi in Italia

I dati aggiornati dei casi del morbillo in Italia diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità e i sintomi principali per riconoscere la malattia

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

In Italia l’andamento del morbillo nel 2025 mostra una circolazione ancora attiva. Nel mese più recente osservato, settembre 2025, sono stati segnalati 27 casi. Dall’inizio dell’anno al 30 settembre si contano complessivamente 459 casi, includendo notifiche possibili, probabili e confermate.

L’incidenza nazionale nel periodo è pari a 10,4 casi per milione di abitanti. Dopo il picco primaverile, le segnalazioni si sono ridotte nei mesi estivi, ma a settembre si registra un nuovo incremento rispetto ad agosto. Il quadro conferma la necessità di mantenere alta l’attenzione su sorveglianza, profilassi e coperture vaccinali. Il coinvolgimento regionale risulta eterogeneo sul territorio nel 2025.

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Cos’è il morbillo?

Il morbillo è una malattia infettiva esantematica, cioè caratterizzata dalla comparsa di un esantema (un’eruzione cutanea) ed è considerato molto contagioso.

È diffuso in tutto il mondo, causato da un virus a RNA del genere Morbillivirus (famiglia dei Paramyxoviridae), di cui esiste un unico sierotipo. L’uomo è l’unico possibile ospite naturale del virus: al di fuori del corpo umano non può sopravvivere.

Viene detta anche “malattia infantile” perché, insieme a varicella, pertosse, rosolia e parotite, colpisce principalmente i bambini.

Quali sono i sintomi principali del morbillo?

Proprio nella fascia infantile può essere difficile riconoscerne i sintomi iniziali, che sono piuttosto simili a quelli di una malattia influenzale o parainfluenzale:

Bolle da morbillo: come riconoscerle

Nella seconda fase possono comparire piccoli puntini bianchi in bocca e dopo 3 o 4 giorni appaiono le tipiche eruzioni cutanee rosse, prima in prossimità di ascelle e inguine, poi anche sul resto del corpo.

Come si trasmette il morbillo?

L’infezione si trasmette per via aerea, tramite gocce di saliva che vengono disperse da parte di individui malati, per esempio con colpi di tosse o starnuti, e che raggiungono i soggetti sani.

Il morbillo è considerato una delle malattie a maggior facilità di contagio anche perchéil virus ha la capacità di sopravvivere sulle superficie piuttosto a lungo, rimanendo attivo e mantenendo la propria capacità di infettare per diverse ore.

La diffusione del morbillo in Italia

Nel periodo considerato, la circolazione ha interessato venti Regioni e Province autonome, con una concentrazione di segnalazioni in Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia. Le dinamiche locali hanno alternato focolai e cali, con nuove risalite dopo l’estate in alcune aree. I contesti principali di contagio rimangono familiari e sanitari.

Per numerosità dei casi, le tre fasce d’età più rappresentate sono: 15-39 anni (231), 40 anni e oltre (119) e 0-4 anni (73). Nei lattanti il rischio di complicanze è elevato e le incidenze risultano maggiori rispetto ad altre età, richiedendo particolare attenzione alle strategie di prevenzione e alla tempestiva diagnosi.

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Incubazione e durata della malattia

L’incubazione della malattia ha una durata media di 10 giorni, che inizia quando il virus fa il proprio ingresso nell’organismo che poi infetta.

Tra i primi segnali c’è la febbre, anche molto alta, anche se è solo dopo 3-5 giorni che compare l’eruzione cutanea. Durante il periodo di incubazione il paziente è altamente contagioso e lo rimane fino a 2-5 giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, “la febbre solitamente persiste per due o tre giorni dopo la comparsa dell’esantema e la tosse può persistere fino a 10 giorni”.

La vaccinazione: come funziona e perché è raccomandata

Non è obbligatoria, invece, la vaccinazione contro la malattia, nonostante sia altamente raccomandata. “Prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo negli anni ’60, e dei programmi estesi di vaccinazione, si verificavano epidemie all’incirca ogni due o tre anni che, a livello globale, causavano un numero stimato di 2,6 milioni di morti ogni anno”, specifica l’ISS.

L’immunizzazione avviene tramite un vaccino trivalente, l’“MPR” (Morbillo-Parotite-Rosolia). “Si consiglia di somministrare la prima dose prima del secondo anno di età, con una preferenza tra il 12°-15° mese e con un richiamo verso i 5-6 anni o gli 11-12 anni.

L’immunizzazione della madre conferisce protezione al neonato fino al sesto-nono mese di vita”, spiega l’Istituto Humanitas. Ma anche gli adulti possono sottoporvisi.

Vaccinazione per il morbillo, i numeri in Italia

Tra i 459 casi segnalati, lo stato vaccinale è disponibile per 434 persone. Tra queste, 376 non risultano vaccinate, 38 hanno ricevuto una sola dose e 16 hanno ricevuto due dosi. Per ulteriori quattro soggetti vaccinati non è noto il numero di dosi. In 25 casi l’informazione sullo stato vaccinale non è disponibile. Il quadro complessivo indica prevalenza di suscettibili tra i casi, con una quota minore di infezioni post-vaccinali. Le evidenze ribadiscono l’importanza di completare i cicli vaccinali e di recuperare le coperture tra adolescenti, adulti e lavoratori a rischio, inclusi gli operatori sanitari e i loro contatti stretti.

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Il morbillo nei bambini

Per la diagnosi può essere sufficiente la sola osservazione delle eruzioni cutanee tipiche della malattia o dei piccoli puntini bianchi presenti all’interno delle guance, ma in caso di necessità un esame del sangue può confermare la presenza degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo.

Va effettuata dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione e il medico, in caso di diagnosi di morbillo, deve notificarlo alle autorità sanitarie.

Prendere il morbillo da adulti, cosa succede?

Se si contrae il morbillo in età adulta, aumenta il rischio di possibili complicazioni. Coloro che non si sono ammalati di morbillo, parotite, rosolia e varicella e che non sono già vaccinati dovrebbero effettuare questa vaccinazione. Queste malattie infettive hanno, infatti, una frequenza di complicanze più elevata in età adulta, in particolare la parotite e varicella.

I rischi per le donne in gravidanza

Questa vaccinazione è estremamente importante per le donne in età fertile: la rosolia e la varicella, se contratte durante la gravidanza, possono infatti essere trasmesse al feto e causare malformazioni o problemi per lo sviluppo fetale.

“Per cautela è necessario lasciar trascorrere almeno 30 giorni dalla vaccinazione al momento del concepimento”, spiega l’UPPA, che riporta i consigli dei pediatri italiani. L’immunizzazione della madre conferisce, invece, protezione al neonato fino al sesto-nono mese di vita.

Come si cura il morbillo?

Non esiste una cura specifica per il morbillo, se non un controllo dei sintomi: sono indicati, quindi, antipiretici per abbassare la febbre, insieme a un’alimentazione liquida (te, brodi di verdura) per garantire un’adeguata idratazione.

È consigliato il riposo fino alla regressione dell’esantema e occorre un periodo di 15 giorni di convalescenza per la ripresa completa dell’organismo, che in genere rimane temporaneamente debilitato a causa della malattia.

Morbillo e varicella: qual è la differenza?

Come il morbillo, anche la varicella è una malattia infettiva esantematica, con causata da un virus differente (Varicella Zoster, un Herpesvirus), un periodo di incubazione diverso (14-21 giorni contro i 7-14 del morbillo) e eritema che si presenta con macchioline rosse che si trasformano in vescicole piene di liquido, che poi si rompono e formano croste.

Queste compaiono soprattutto su tronco e viso, per poi diffondersi su tutto il corpo.

Le possibili complicanze

Ad essere maggiormente a rischio di complicanze sono soprattutto i pazienti fragili o immunocompromessi.

Quelle più frequenti sono le superinfezioni batteriche, l’encefalite e, seppur raramente, la panencefalite subacuta sclerosante, considerata molto pericolosa. In caso di epidemie, la mortalità è stimata tra il 50 e le 100 morti per 100.000 infezioni.

Come si previene il morbillo?

La prevenzione passa dalla vaccinazione. Questa, però, non può essere effettuata in persone con grave immunodepressione, sia congenita che acquisita. È controindicato anche in donna già in gravidanza e in soggetti con malattie moderate o gravi in corso dovrebbero aspettare di guarire.

Fonte: Morbillo & Rosolia News – Istituto Superiore di Sanità

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