Problemi d’insonnia? Perché devi fare attenzione (anche) al fegato

Uno studio dimostra la correlazione tra il fegato grasso (steatosi) e i disturbi del sonno. Come funziona l’esame actigrafico e cosa prova

Pubblicato: 9 Dicembre 2024 12:29

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Sono tante le possibili cause che inducono un sonno insoddisfacente, per qualità o quantità. Per qualcuno l’insonnia si realizza con la difficoltà ad addormentarsi, per altri con risvegli notturni e l’impossibilità di ricadere tra le braccia di Morfeo, per altri ancora con albe anticipate. Alla fine questa condizione, se si ripete nel tempo e non è associata ad elementi temporanei come ansia e stress, va ad impattare sulla qualità di vita globale.

Una ricerca apparsa su Frontiers in Network Physiology, chiama però in causa un nuovo elemento. In pratica possiamo parlare di fegato grasso. Anche questo elemento, spesso sottovalutato ma sempre più diffuso, potrebbe infatti insistere sul benessere del riposo.

Cosa significa avere il fegato grasso con alterazioni del metabolismo

In termini tecnico, prendendo in considerazione la sigla anglosassone, stiamo parlando di MASLD. Possiamo tradurre questo acronimo come malattia caratterizzata da grasso diffuso nel fegato (la steatosi) che si associa a disfunzione del metabolismo. Questo quadro è sempre più diffuso, anche per via degli stili di vita sempre più spesso sedentari con conseguenti bassi livelli di attività fisica, eccessi di alimentazione e sviluppo di sovrappeso ed obesità.

Si sa da tempo che questa condizione, non legata al consumo di alcolici, interesserebbe quasi un adulto su tre. E, cosa che più preoccupa in prospettiva, inizia a manifestarsi anche nei bambini e nei giovani. Chi presenta questo quadro ha infatti un maggior rischio di sviluppare diabete di tipo 2 problemi renali, carenza di massa muscolare in età avanzata e, come si può immaginare, rischio aumentato di infarti ed ictus.

Esistono ovviamente diverse forme di MASLD, anche in base all’accumulo di tessuto grasso. Basti pensare in questo senso alla MASH, che vede il fegato andare incontro a fenomeni infiammatori e addirittura alla formazione di cicatrici.

Come cambia il ritmo sonno veglia in questi casi

Lo studio, coordinato da esperti dell’Università di Basilea guidati da Christine Bernsmeier, dimostra chiaramente con un metodo oggettivo, l’actigrafia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che il ritmo sonno-veglia nei pazienti con MASLD è diverso da quello degli individui sani.

In particolare chi presenta il problema al fegato avrebbe un sonno maggiormente frammentato, con un aumento del numero dei risvegli e di conseguenza un maggior tempo passato in condizioni di veglia. L’esame actigrafico consente di valutare l’attività motoria nelle 24 ore, grazie ad un semplice sensore che si applica al polso.

La ricerca ha preso in esame 46 donne e uomini adulti con diagnosi di MASLD, MASH o MASH con cirrosi. Altri otto pazienti con cirrosi epatica non correlata a MASH sono serviti da confronto, mentre un secondo gruppo di confronto era composto da 16 volontari sani abbinati per età. Ogni partecipante allo studio era dotato di un actigrafo, da indossare in ogni momento, che monitorava la luce, l’attività fisica e la temperatura corporea.

Tutti i pazienti con MASLD erano obesi e l’80% aveva la sindrome metabolica. I pazienti con MASLD avevano inoltre valori significativamente più alti di trigliceridi, glucosio a digiuno e insulina nel sangue rispetto ai partecipanti sani, ma livelli più bassi di colesterolo totale.

Cosa emerge

Grazie alle valutazioni dell’esame actigrafico si è visto che non c’è differenza in termini di durata della permanenza a letto e del sonno tra chi presentava il fegato infarcito di grasso e le persone sane. Ma attenzione. I pazienti con MASLD si svegliavano il 55% in più di notte e rimanevano svegli il 113% in più dopo essersi addormentati per la prima volta, rispetto ai volontari sani. I pazienti con MASLD dormivano anche più spesso e più a lungo durante il giorno. Non solo.

La frammentazione del sonno si è rivelata pesante da sopportare anche in termini di percezione dei soggetti. Chi presentava le alterazioni del tessuto epatico infatti ha riferito di percepire il proprio riposo come inefficiente, e comunque difficile da trovare.

Sicuramente incide anche la tensione psicologica, visto che quasi una persona su tre con MASLD ha riferito di aver sperimentato disturbi del sonno causati da stress psicologico, rispetto a solo il 6% dei partecipanti sani. Secondo gli studiosi, per comprendere quanto accade occorre tenere a mente diversi elementi, dalla predisposizione genetica fino all’ambiente e soprattutto alle alterazioni di risposta immunitaria che si può legare alla sindrome metabolica e all’obesità.

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