Helicobacter pylori: sintomi, contagio, cura

L'Helicobacter pylori è un batterio che colonizza la mucosa dello stomaco e può causare gastrite, ulcere e, in alcuni casi, tumori gastrici

Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

L’Helicobacter pylori o H. pylori è un batterio spiraliforme (ossia a forma di spirale) che è un frequente colonizzatore della mucosa gastrica. Basti pensare, che secondo le stime, è presente nello stomaco di ben due persone su tre. Questo, però, non rappresenta sempre un problema: spesso, infatti, l’infezione è asintomatica e non provoca danni.

In altri casi, invece, non va sottovalutata perché può causare problemi, come gastrite e ulcere a livello dello stomaco o del duodeno, il primo tratto dell’intestino. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sull’infezione da Helicobacter pylori e sulle strategie da adottare per tutelare la propria salute.

Cos’è l’Helicobacter pylori

L’infezione da Helicobacter pylori si verifica quando questo batterio infetta lo stomaco: generalmente nei paesi poveri ciò avviene soprattutto durante l’infanzia, mentre nei paesi occidentali può avvenire anche durante l’età adulta. A oggi, non si sa come una persona possa contrarre il microrganismo. Si sa però che al momento l’uomo è l’unico serbatoio noto di questo batterio. Secondo le ipotesi più accreditate, le modalità di trasmissione più probabili sono quella orale (quindi tramite contatti diretti, vomito, goccioline di saliva) e quella oro-fecale (essenzialmente tramite il contatto con feci infette). È anche possibile però che la trasmissione avvenga tramite il contatto con acque o con strumenti endoscopici contaminati. Ecco perché i soggetti più a rischio sono quelli che vivono in paesi con scarse condizioni igieniche. 

Questo batterio è particolare perché riesce a sopravvivere in un ambiente inospitale e fortemente acido quale è lo stomaco. Merito di un enzima che auto-produce, chiamato ureasi, che gli permette di penetrare nella mucosa dello stomaco e di neutralizzare, almeno in parte, l’acidità gastrica. In realtà, anche la sua particolare forma a elica – da cui prende il nome – gli è d’aiuto in questo senso: infatti, gli consente di arrivare nello strato più interno e meno acido della mucosa gastrica, una zona sicuramente più ospitale. 

Sintomi dell’infezione da Helicobacter pylori

La maggior parte delle persone non si rende conto di avere un’infezione da H. pylori, perché non si ammala mai: non ha alcun sintomo che la possa indurre ad avere dei sospetti e a rivolgersi al medico. Non è chiaro il motivo, ma si è ipotizzato che alcuni soggetti nascano con una maggiore resistenza agli effetti dannosi di questo microrganismo così particolare. Altri individui, invece, possono sviluppare delle malattie quando il loro stomaco viene colonizzato dal batterio.

Quando l’infezione da H. pylori è sintomatica, segni e sintomi possono includere:  

Complicanze dell’Helicobacter pylori

Come detto, in alcuni casi il batterio può agire in maniera negativa sulla salute e provocare problematiche anche serie. Le complicazioni associate all’infezione da H. pylori includono:  

Come fare la diagnosi dell’Helicobacter pylori

Per diagnosticare un’infezione da H. pylori si possono utilizzare diversi test e procedure. Questi stessi test sono utili anche dopo il trattamento, per verificare che il batterio sia stato eliminato e che non sia necessaria un’ulteriore terapia. I più comuni sono:

La presenza di Helicobacter può essere confermata o esclusa anche con la gastroscopia, una procedura durante la quale vengono prelevati campioni della mucosa dello stomaco e dell’intestino, che vengono poi analizzati al microscopio. Questo esame è più invasivo perché prevede l’inserimento di un tubo endoscopico nello stomaco, attraverso la bocca, ma è considerato lo standard ottimale per la diagnosi dell’ulcera.

Cure dell’Helicobapter Pylori

Le infezioni da H. pylori vengono solitamente trattate con un mix di diversi antibiotici somministrati contemporaneamente. Il medico prescriverà con tutta probabilità anche dei farmaci inibitori della pompa protonica (IPP), che impediscono la produzione di acido nello stomaco e alleviano i sintomi. 

In genere la terapia va seguita per due settimane. Dopo quattro settimane è necessario ripetere le indagini, per vedere se il batterio è stato debellato. Se il primo trattamento non è riuscito a eradicare il microrganismo, è necessario intraprendere una diversa terapia antibiotica, ovviamente sempre sotto controllo medico. 

I consigli di prevenzione

Non esistono particolari regole da seguire per prevenire l’infezione. Tuttavia, considerato che le principali vie di trasmissione sembrerebbero essere quella orale e quella oro-fecale, è sicuramente utile:

Fonti bibliografiche:

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