Esame vestibolare: in cosa consiste e preparazione

L'esame vestibolare è un test diagnostico che valuta le funzioni del sistema vestibolare, responsabile dell'equilibrio e del senso di orientamento spaziale, per identificare cause di vertigini e problemi di equilibrio

Pubblicato: 2 Maggio 2024 09:29

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

I disturbi dell’equilibrio e le vertigini rappresentano condizioni che possono compromettere significativamente la vita quotidiana, a volte al punto da renderle disabilitanti e limitare la mobilità del paziente.

Non di rado, questi sintomi vengono erroneamente attribuiti a patologie cervicali o a labirintite, trascurando altre potenziali cause. Sintomi quali cefalea, vertigini, nausea e vomito, che spesso originano da disfunzioni dell’apparato vestibolare, possono, mediante un’accurata diagnosi, essere trattati efficacemente fino alla loro completa risoluzione.

Attraverso un esame vestibolare, è possibile investigare e individuare le vere origini di tali sintomi, consentendo l’elaborazione di un piano diagnostico e terapeutico mirato a superare le difficoltà legate al disturbo del senso di equilibrio.

Cos’è l’esame vestibolare e come si svolge

L’esame vestibolare serve dunque a rilevare la presenza e l’entità di una lesione a livello del sistema vestibolare (organo interno all’orecchio che concorre a regolare l’equilibrio statico e dinamico del corpo nello spazio), bilaterale o monolaterale, destro o sinistro.

L’esame consta di due fasi, entrambe svolte con il paziente posto in posizione sdraiata sul lettino. La prima fase prevedere la valutazione dei “segni spontanei” della vertigine. Al paziente vengono fatti indossare speciali occhiali (occhiali di Frenzel) mentre il medico esegue specifiche manovre di spostamento sulla testa del paziente. Questo consentirà allo specialista di analizzare specifici movimenti oculari – denominati “nistagmo” – che lo orienteranno sulla sede della patologia e il tipo di terapia da somministrare.

Durante la seconda fase – che si svolge soltanto a discrezione dello specialista – si effettua una stimolazione dell’orecchio del paziente attraverso l’utilizzo di acqua a differenti temperature per valutare la funzionalità dei labirinti vestibolari.

Se la diagnosi è “vertigine posizionale benigna” – la forma più frequente di vertigine periferica – significa che, all’interno della struttura dell’orecchio, si sono formati alcuni calcoli il cui movimento provoca il senso di vertigine. In questo caso, il medico eseguirà una manovra liberatoria: particolari movimenti del capo e del corpo per spostare i calcoli in una zona dell’orecchio nella quale non possano più causare vertigini. La manovra è risolutiva nella quasi totalità dei casi.

Chi deve fare l’esame vestibolare

Chi soffre di disturbi legati ad un fenomeno vertiginoso – cefalee o nausea – dovrebbe sottoporsi ad esame vestibolare, in quanto quest’ultimo è, di fatto, l’unico esame che aiuta a comprendere a fondo la natura di questi disturbi.

Se, durante la visita, la natura del disturbo viene identificata in un problema di “vertigine periferica” (provocata cioè da un problema legato all’orecchio) sarà possibile iniziare immediatamente con il trattamento della patologia tramite adeguata terapia.

Preparazione

Per sottoporsi ad un esame vestibolare non sarà necessaria una particolare preparazione. Bisognerà soltanto avere l’accortezza di non assumere cibo nelle 4 ore precedenti in quanto – con la manipolazione effettuata dallo specialista – potrebbero sopraggiungere fenomeni di nausea. Se il paziente assume farmaci per le vertigini è opportuno sospendere la terapia almeno 24-48 ore prima dell’esame.

Controindicazioni

Si è registrata una certa reticenza da parte di numerosi pazienti nel voler sottoporsi all’esame vestibolare, ma si assicura che quest’ultimo è completamente privo di controindicazioni o rischi.

Durante la manipolazione prevista della prima fase dell’esame, il paziente potrà essere soggetto a vertigini che causeranno nausea, mal di testa o disorientamento, ma questi effetti sono transitori ed assolutamente necessari per aiutare lo specialista a identificare la reale natura del problema. Solo in questo modo sarà possibile la successiva formulazione di una corretta diagnosi, che porterà alla somministrazione di un’adeguata terapia.

Fonti bibliografiche:

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