Dolore alla spalla, come ipotizzare se nasce dalla cuffia dei rotatori e come affrontarlo

Il dolore alla spalla non va mai sottovalutato, soprattutto se prolungato: le possibili cause e come affrontare infiammazioni e lesioni

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Spesso è un fastidio che non passa. Provoca fatica nei movimenti. Addirittura può comportare la comparsa di un vero e proprio “scatto” quando si solleva il braccio. Spesso si manifesta così una lesione alla cuffia dei rotatori, quella complessa struttura di tendini e muscoli che consente alla spalla di muoversi in tutte le direzioni.

Sia chiaro: diagnosi e terapia vanno sempre impostati dal medico. Ma è importante sapere quando e come si possono manifestare questi fastidi, anche considerando che nelle diverse età i meccanismi che provocano i sintomi possono essere diversi. Lo hanno ricordato recentemente gli esperti della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, – SIOT: in Italia, secondo i dati SIOT, circa il 30% degli over 60 presenta alterazioni o rotture della cuffia dei rotatori, con una quota crescente anche tra i più giovani, in particolare tra gli sportivi o chi svolge lavori particolarmente usuranti.

Come è fatta la spalla

La spalla è composta da diverse articolazioni e i normali movimenti sono assicurati da strutture ossee e cartilaginee, oltre che da tendini e legamenti. Questo delicato equilibrio, specie se non si è adeguatamente “allenati” agli sforzi, può essere alterato da tante situazioni: si va dalla classica artrosi fino alle infiammazioni ed ai traumi, come ad esempio le fratture.

A preoccupare sono poi i microtraumi, condizioni che si creano proprio quando si fanno per molto tempo sforzi che richiedono lavori manuali con il braccio che va sopra la spalla.

Ovviamente, nelle diverse età la situazione cambia. Nel giovane, ad esempio è più frequente il riscontro di lussazioni o altre condizioni legate alla scarsa stabilità della spalla, mentre nell’adulto sono classiche le manifestazioni della “periatrite”, ovvero del dolore che blocca il movimento della spalla impedendo il normale spostamento del braccio verso l’alto, per l’interessamento di una area chiamata “cuffia dei rotatori”. Infine, nell’età più avanzata e in particolare nel gentil sesso, si possono avere le manifestazioni cliniche dell’artrosi.

Occhio agli sport

Attenzione però: non bisogna basarsi solamente sull’età. Come ha recentemente spiegato Erika Viola, Consigliere SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, ASST Cremona, Ospedale di Cremona, “una cuffia malandata” può essere il risultato di una degenerazione progressiva legata al tempo, al fumo o alla postura sbagliata, ma anche ad un trauma improvviso, come una caduta o un movimento sbagliato.

Sport praticati senza preparazione, inoltre, possono aumentare il rischio, così come una familiarità per questo tipo di patologie. La degenerazione e le lesioni della cuffia non sono sinonimi, ma spesso si succedono e vanno valutate caso per caso: non sempre serve operare, ma è importante riconoscere i segnali d’allarme e intervenire con le giuste terapie”.

A cosa fare attenzione e come affrontare il quadro

Dolore alla spalla, soprattutto notturno o durante i movimenti sopra la testa, debolezza, difficoltà nei movimenti, sensazioni di “scatto” o “schiocco” sono sintomi da non sottovalutare.

Le lesioni della cuffia dei rotatori – ha commentato aggiunge Erika Viola – possono essere anche molto dolorose, a seconda della loro posizione, dimensione e dell’età del soggetto. È importante non sottovalutare il dolore alla spalla, soprattutto se persiste o peggiora nel tempo. La diagnosi inizia con una visita accurata, supportata da esami mirati: non sempre una lesione visibile è la vera causa dei sintomi”.

Sul fronte del trattamento, il consiglio rimane sempre lo stesso: occorre affidarsi ad uno specialista. “La chirurgia – come ha segnalato in una nota della Società scientifica Pietro Simone Randelli, Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia-SIOT, Ordinario di Ortopedia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore della Clinica Ortopedica dell’Istituto Gaetano Pini – è indicata nei casi di dolore persistente e debolezza marcata, ma molte lesioni, specie se parziali, possono essere gestite con infiltrazioni mirate, fisioterapia e controlli periodici.

Le lesioni anteriori, di grandi dimensioni o in soggetti fragili vanno valutate con attenzione, perché possono progredire più facilmente. In pazienti selezionati l’intervento chirurgico, solitamente artroscopico, rappresenta un’opportunità per il ritorno all’attività sportiva e ad una spalla non dolente nella vita quotidiana”.

Dopo il trattamento da scegliere caso per caso, poi, occorre programmare un percorso riabilitativo su misura. Che si tratti di un infortunio sportivo o di una degenerazione dei tendini della cuffia dei rotatori legata al tempo, tornare ad una spalla “funzionale” è possibile.

I tempi di recupero, però, variano e dipendono da vari fattori come il tempo di inattività della spalla, il tipo di intervento eseguito, la reattività in convalescenza e in riabilitazione. Sapendo che fattori come sindrome metabolica o fumo hanno un effetto negativo sul recupero post-chirurgico. Evidenze scientifiche dimostrano che gli effetti di fumo, insufficienza renale, obesità, iperlipidemia, ipertensione e diabete mellito così come influenzano negativamente l’organismo hanno effetti negativi anche sui tendini della cuffia dei rotatori, sia in termini di sofferenza dei tendini e comparsa di lesioni, sia in termini di guarigione postoperatoria e di recidive.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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