Disfagia: cos’è, sintomi e rimedi

La disfagia può causare difficoltà, anche serie, quando si deglutisce. Scopri quali sono le cause, le complicazioni, i rimedi, per trattare questo disturbo.

Alessandro Antonio Labate

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna. Dirigente Medico presso il reparto di Malattie respiratorie dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Tra le azioni che eseguiamo in modo meccanico, senza pensarci troppo, c’è quella di portare il cibo alla bocca e deglutire. Nella sua apparente semplicità, l’atto di consumare gli alimenti richiede, in realtà, il lavoro simultaneo di diversi muscoli e nervi.

Quando qualcosa non funziona in modo corretto, la deglutizione può diventare difficoltosa e procurare non pochi problemi. Questa condizione porta il nome di disfagia, colpisce soprattutto gli anziani, ma può riguardare soggetti di tutte le età.

Può trattarsi di un’evenienza occasionale, causata ad esempio dal non aver masticato abbastanza gli alimenti, piuttosto che dall’aver mangiato velocemente. Può però essere anche persistente, ed è soprattutto in questo caso che diventa necessario rivolgersi ad un medico. Il rischio è, ad un certo punto, di non riuscire più ad alimentarsi, compromettendo la salute di tutto il corpo.

Che cos’è la disfagia

Normalmente, il cibo viene masticato e ridotto in piccoli bocconi all’interno della bocca per mezzo dei denti. Passa poi all’esofago, allo stomaco e arriva all’intestino. Si fa strada, quindi, per un percorso piuttosto lungo, tuttavia potrebbero essere presenti delle disfunzioni già in fase iniziale, ovvero quando i cibi devono essere ingeriti. Disfagia, dal greco “dis” (cattivo) + “fagia”(mangiare), indica proprio la difficoltà nell’inghiottire il cibo o le bevande. In alcuni casi, si arriva a non riuscire affatto a deglutire.

In base all’area colpita da disfagia si distingue tra:

Quali sono i sintomi della disfagia

I segnali legati a questo disturbo sono:

Quali sono le cause della disfagia

Come accennato, la deglutizione è un processo articolato che coinvolge differenti e numerose strutture. Qualsiasi condizione che indebolisca o danneggi i muscoli e i nervi impiegati per deglutire o che porti ad un restringimento di una porzione di faringe oesofago, può causare disfagia.

In presenza di disfagia esofagea, le cause possono essere ricondotte a:

La disfagia orofaringea può essere invece provocata da:

Tra le altre possibili cause della disfagia rientrano:

Quali sono le complicazioni della disfagia

Problemi nella deglutizione possono portare allo sviluppo di complicazioni tra cui:

La disfagia può avere un impatto decisivo anche sulla vita personale del soggetto, perché limita le occasioni di convivialità. Inoltre può rendere difficoltosa l’assunzione di farmaci per via orale.

Diagnosi della disfagia

Se i sintomi descritti sopra sono ricorrenti, è bene sentire presto uno specialista per un’indagine approfondita. La diagnosi di disfagia può arrivare dopo che il medico ha avuto modo di rendersi conto delle condizioni di salute del paziente e a seguito di una valutazione attenta dei sintomi.

Segue un esame fisico in cui si indaga la zona che presenta problemi. A volte, potrebbero essere necessari ulteriori test come:

Inoltre, se la disfagia ha compromesso la capacità di mangiare, lo specialista potrebbe suggerire di effettuare una valutazione nutrizionale per verificare che l’organismo abbia tutti i nutrienti di cui necessita. Eseguire gli esami del sangue e sottoporsi a un controllo del proprio peso e del proprio indice di massa corporea (BMI), è utile per controllare la propria situazione ed evitare di andare incontro a malnutrizione e perdita di peso.

Quali sono i trattamenti della disfagia

La terapia indicata terrà conto della causa che ha scatenato la disfagia. Se questa è da ricondurre a disfagia orofaringea le possibili terapie sono:

I trattamenti per la disfagia esofagea possono comprendere:

Quando la disfagia è grave, l’alimentazione può avvenire attraverso l’utilizzo di un sondino che fornisce all’organismo cibo e nutrienti senza dover deglutire. Può inoltre, essere impiegato per la somministrazione di farmaci. Ne esistono di due tipi:

Il sondino nasogastrico può essere utilizzato per brevi periodi, a differenza della PEG che invece può durare diversi mesi. Quest’ultima opzione viene spesso preferita all’altra perché è meno visibile, tuttavia può presentare complicazioni come infezioni della cute, possibilità di perdita, infezione ed emorragia interna (le più gravi).

La riabilitazione da disfagia è fondamentale per rafforzare i muscoli della deglutizione. In questo caso, la figura di riferimento è il logopedista, il quale mostra le posizioni da assumere e le tecniche da mettere in pratica per deglutire meglio.

Come gestire la disfagia non grave

Non è possibile prevenire la disfagia, ma si può fare qualcosa per alleviare i sintomi e per non andare incontro a questa condizione:

In conclusione, la disfagia è un disturbo spesso temporaneo da attribuire a cause differenti. Se grave, può arrivare a limitare seriamente la deglutizione, dunque la possibilità di alimentarsi in modo naturale. Qualora i sintomi siano persistenti, si consiglia di sentire il parere del proprio medico.

 

Fonti bibliografiche:

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