Cheratosi: cos’è, manifestazioni e cure

La cheratosi può essere di diversi tipi ed essere causata da differenti fattori. Scoprine i sintomi e le cure più efficaci

Pubblicato: 15 Gennaio 2018 15:00Aggiornato: 12 aprile 2023 15:45

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Il termine “cheratosi” in medicina indica una specifica alterazione generata da un processo detto cheratinizzazione, ossia l’accumulo di cheratina in uno degli strati della cute o delle mucose. Questa proteina fibrosa, in condizioni fisiologiche, rappresenta il principale costituente dello strato corneo, ossia la parte più esterna della cute, particolarmente resistente e costantemente esposta agli stimoli esogeni.

A seconda delle cause, si riconoscono differenti tipologie di cheratosi. Tra le più note ritroviamo la cheratosi attinica, la cheratosi seborroica, la cheratosi follicolare, l’ipercheratosi subungueale e la cheratosi palmoplantare.

Come riconoscerle e come trattarle adeguatamente?

Come si manifesta la cheratosi

La cheratosi cutanea è la forma principale di questo gruppo di patologie e contiene al suo interno differenti sottogruppi. A livello della pelle questa lesione si manifesta con chiazze più spesse, in rilievo e di colore differente rispetto al tessuto cutaneo circostante. Può riguardare un’unica porzione di pelle o interessare ampie zone cutanee.

A seconda dei diversi tipi di cheratosi, le caratteristiche di queste lesioni cutanee possono variare per forma, colore e aree di manifestazione, nonché indurre sintomatologia differente e avere un’evoluzione propria. Riconoscere per tempo le caratteristiche delle alterazioni che si presentano sulla pelle permette di intervenire adeguatamente quando necessario.

Le tipologie di cheratosi e quando compare

La cheratosi può essere di diversi tipi ed essere causata da differenti fattori. Le più comuni sono la cheratosi attinica, quella senile e la cheratosi seborroica, ma questa condizione può manifestarsi anche a livello dei follicoli piliferi e delle unghie, sui palmi di mani e piedi o a livello delle mucose orofaringee.

La cheratosi attinica e la cheratosi senile

La cheratosi attinica è tra le più comuni conseguenze di un’eccessiva esposizione solare e si presenta con la comparsa di squame eritematose sulla pelle, ruvide al tatto e dalla colorazione tendente al giallo-grigio, spesso circondate da aloni rossi e teleangectasie (dilatazione dei piccoli vasi sanguigni). Alcune cheratosi attiniche hanno un aspetto simile a verruche e possono essere accompagnate da una sensazione di prurito.

Le cause di questa lesione cutanea sono da ricercare nell’azione dannosa dei raggi ultravioletti, con un effetto di tipo cumulativo conseguente ad un’esposizione solare prolungata nel tempo e senza le adeguate protezioni. Per questo motivo, la cheratosi attinica interessa le zone fotoesposte come:

La condizione compare spesso in età avanzata, andando ad interessare lo stesso gruppo di pazienti che può essere affetto da cheratosi senile, determinata dal naturale invecchiamento della pelle, rendendo spesso difficile la diagnosi differenziale.

Alcuni fattori di rischio possono aumentare le probabilità della comparsa di cheratosi attiniche: ad esempio, un’età superiore ai 40 anni, le esposizioni ricorrenti a raggi UV naturali o artificiali, un fototipo chiaro, la presenza di alcune patologie del sistema immunitario o la familiarità per lo sviluppo di tumori cutanei.

Per la diagnosi di cheratosi attinica di solito è sufficiente un esame obiettivo da parte del dermatologo, ma è possibile anche ricorrere a biopsie cutanee per confermare il sospetto clinico. Generalmente si tratta di fenomeni cutanei non preoccupanti, è necessario sottolineare però che queste lesioni possono evolvere, causando neoplasie maligne della pelle. È necessario, perciò, tenerle sotto stretto controllo specialistico. Fino al 90% dei carcinomi cutanei squamocellulari invasivi compare proprio su una cheratosi attinica, motivo per il quale una consulenza con un medico specialista è sempre consigliabile.

La cheratosi seborroica

La cheratosi seborroica è una condizione clinica caratterizzata dalla comparsa di macchioline scure in rilievo, che interessa principalmente faccia, torace, spalle e schiena, che talvolta si accompagnano ad una sensazione di prurito. Le cause di questa patologia non sono del tutto note, tra i fattori di rischio per l’insorgenza della sua manifestazione ci sono un’età superiore ai 40 e una storia familiare di cheratosi seborroica.

Generalmente le lesioni sono di colore chiaro quando compaiono e assumono la colorazione nero-brunastro solo in seguito, mentre le dimensioni possono essere estremamente variabili. Come diagnosticarla? Anche in questo caso è sufficiente un esame dermatologico e/o una biopsia in caso di dubbi da parte dello specialista.

In genere la cheratosi seborroica è considerata una condizione benigna, che non desta particolare preoccupazione e non richiede trattamenti specifici.

La cheratosi follicolare

La cheratosi follicolare (o pilare) si manifesta con una maggiore concentrazione di cheratina nei pressi dei bulbi piliferi. Colpisce sia bambini sia adulti, i primi principalmente a livello di guance e tempie, i secondi nelle zone delle cosce, dei glutei e delle braccia.

La cheratina che si accumula a livello dei bulbi piliferi porta all’ostruzione di queste fisiologiche aperture della pelle e alla comparsa di lesioni puntiformi, che si presentano ruvide al tatto e possono risultare fastidiose. Anche in questo caso, la patologia è facilmente riconoscibile grazie al supporto di un medico specializzato in dermatologia, che saprà consigliare le migliori modalità di intervento.

L’ipercheratosi subungueale

L’ipercheratosi subungueale è una condizione che interessa i tessuti cutanei attorno alle unghie che risultano inspessiti per via di un accumulo di cheratina e che spesso si associa a psoriasi ungueale.

Spesso l’ipercheratosi subungueale porta all’accumulo di squame di spessore variabile e dal colore bianco-giallastro o argenteo, che può condurre a un ispessimento della lamina ungueale e al suo sollevamento. L’onicolisi è, infatti, tra le possibili complicazioni dell’ipercheratosi subungueale. Le cause di questa patologia vanno ricercate in genere nei microtraumi ripetuti dell’unghia o in precedenti infezioni micotiche non trattate dell’area.

La cheratosi palmoplantare

Si parla di cheratosi palmoplantare quando il disturbo si presenta a livello della pelle del palmo delle mani o della pianta dei piedi. In questo caso, la manifestazione del disturbo include un ispessimento della pelle più o meno localizzato, che interessa comunque lo strato corneo più superficiale.

Tra i fattori che ne facilitano la comparsa ci sono sollecitazioni ambientali o condizioni ereditarie, acquisite da uno o entrambi i genitori. Può svilupparsi una cheratosi palmoplantare diffusa, che interessa quindi l’intero palmo delle mani o tutta la pianta dei piedi, oppure una cheratosi palmoplantare focale, con ispessimenti più localizzati e distribuiti nei punti che subiscono maggiori sollecitazioni meccaniche o sfregamenti.

Esiste anche la cheratosi palmoplantare puntata, caratterizzata da piccole protuberanze che si manifestano sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi.

Come si cura la cheratosi?

Una volta che la lesione è stata attentamente valutata ed è stata posta una diagnosi di cheratosi, questa non necessita in genere di trattamenti specifici, ma possono essere di aiuto prodotti cheratolitici o con azione riducente e smacchiante da applicare dove la pelle risulta ispessita.

In caso di cheratosi attinica è possibile trattare l’area colpita con sostanze in crema o gel, oppure attraverso la terapia fotodinamica topica. Le zone compromesse possono inoltre essere rimosse a livello ambulatoriale grazie a terapie ablative, come la crioterapia, la raschiatura, il laser o la diatermocoagulazione. In ogni caso, sarà il dermatologo a suggerire il trattamento più adatto, quindi non prendete iniziative e valutate la situazione con uno specialista dopo un’accurata visita dermatologica.

Per la cheratosi seborroica non è quasi mai indicato un trattamento farmacologico o la rimozione, ma è comunque possibile eliminarle qualora siano causa di insicurezze a livello estetico. Le opzioni sono le stesse già menzionate, ovvero la raschiatura, la criochirurgia o il laser.

La cheratosi pilare, invece, tende solitamente a regredire in autonomia, ma è possibile velocizzare il processo attraverso il supporto di specifici trattamenti terapeutici. Una buona idratazione è importante, come anche evitare detergenti profumati e poco naturali. Sono invece indicate creme e lozioni che contengono acido lattico, vitamina A, acido salicilico e urea, tutte sostanze che promuovono il rinnovamento cellulare.

Per risolvere, invece, la cheratosi subungueale è indispensabile comprenderne le cause e intervenire sulla patologia o sul trauma che l’ha generata, evitando comunque soluzioni fai da te e rivolgendosi sempre a uno specialista. Per risolvere la cheratosi palmoplantare è possibile sfruttare strategie simili a quelle già viste per le cheratosi pilari, ossia l’impiego di emollienti, sostanze cheratolitiche o a base di vitamine e retinoidi (a uso topico o sistemico) sotto stretto controllo medico.

Come prevenire la cheratosi?

Come in ogni condizione acquisita, è importante una corretta prevenzione. Nel caso della cheratosi attinica, strettamente connessa all’esposizione solare, è importante prevenirne l’insorgenza proteggendo la pelle dall’azione dannosa dei raggi UV. È sempre opportuno esporsi al sole con estrema prudenza e responsabilità, applicando le creme solari più adatte al proprio e indossando sempre capi protettivi (come cappelli, occhiali o abiti lunghi e leggeri, che schermino parzialmente la pelle dall’azione diretta dei raggi solari).

È bene, inoltre, non esporsi mai nelle ore più calde della giornata e preferire lozioni solari dal fattore di protezione elevato, anche se si possiede un fototipo alto o si è già abbronzati. Essenziale è, infatti, evitare scottature, ustioni ed eritemi solari, che provocano danni alla pelle e possono contribuire all’insorgenza della cheratosi o di altre patologie cutanee.

Inoltre, è sempre consigliabile tenere sotto controllo la pelle, attraverso autoesami da effettuare a cadenza regolare, in modo da notare tempestivamente la comparsa di alterazioni cutanee di rilievo. Ad esempio, sono immediatamente da segnalare al medico curante le nuove lesioni che compaiono sulla pelle, specialmente se cambiano forma e colore, sanguinano o si irritano con facilità.

Fonti bibliografiche

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