Vittimismo cronico, come riconoscere chi ne soffre: i sintomi

Ecco come riconoscere une persona affetta da vittimismo cronico. La prima regola da seguire è difendere se stessi

Pubblicato: 23 Maggio 2024 11:10

Maria Taverna

Psicologa clinica e dinamica

Psicologa clinica e dinamica, è specializzata nel burnout, nel trattamento dell'ansia e nella gestione delle relazioni.

Il vittimismo cronico è un fenomeno complesso che coinvolge una serie di dinamiche psicologiche e comportamentali che influenzano profondamente la vita di un individuo. In questo articolo, esploreremo le radici, le caratteristiche e gli effetti del vittimismo cronico, oltre a fornire strategie per poterlo affrontare e, con un buon investimento di impegno e risorse, superarlo.

Definizione e caratteristiche del vittimismo cronico

Questa modalità di elaborazione cognitiva improntata ad una visione negativa e pessimistica della vita, può essere definita come uno schema di pensiero e comportamento in cui un individuo tende a percepire se stesso come una vittima delle circostanze esterne, attribuendo responsabilità per le proprie difficoltà agli altri o alle situazioni, piuttosto che assumersene la responsabilità personale.

Questo atteggiamento pervasivo può manifestarsi in diversi contesti della vita di una persona, come le relazioni interpersonali, il lavoro e la salute mentale. Tra le caratteristiche del vittimismo cronico vi è una costante ricerca di empatia e supporto dagli altri, insieme a un senso di impotenza e incapacità di affrontare le sfide in modo autonomo. Le persone con questa disposizione tendono a enfatizzare i loro problemi e le loro sofferenze, spesso esagerandoli o drammatizzandoli per ottenere l’attenzione e la compassione degli altri.

Radici del vittimismo cronico: trauma e condizionamento

Le radici del vittimismo, possono essere fatte risalire ad esperienze passate legate a traumi, abusi o negligenza, che hanno contribuito ad influenzare la percezione di sé e del mondo circostante. In molti casi, le persone che manifestano comportamenti di tale natura, hanno subito situazioni traumatiche che hanno compromesso la loro autostima, la fiducia in se stessi e la capacità di gestire lo stress.

Inoltre, questa condizione di perpetua autosvalutazione, può essere alimentata da un condizionamento sociale e culturale che promuove il ruolo della vittima come fonte di compassione e solidarietà. Le società che enfatizzano la narrativa della vittimizzazione possono incoraggiare gli individui a identificarsi come vulnerabili e bisognosi di supporto, al fine di ottenere sostegno e validazione sociale.

Impatti del vittimismo cronico sulla salute mentale e sul benessere

Il vittimismo cronico può avere gravi conseguenze sulla salute mentale e sul benessere complessivo di un individuo. Le persone che adottano questo atteggiamento tendono a sperimentare a livelli di stress, ansia e depressione molto elevati, poiché si sentono impotenti nell’ affrontare le sfide della vita in modo efficace.

Inoltre, questa vittimizzazione persistente può compromettere le relazioni interpersonali, creando tensioni e conflitti con coloro che sono costantemente esposti alle lamentele e alle richieste di aiuto. Questo può portare a un isolamento sociale e a una diminuzione del sostegno emotivo disponibile, aggravando ulteriormente il  senso di impotenza e disperazione, come in una sorta di profezia che si autoavvera.

Come affrontare il vittimismo cronico: strategie psicologiche efficaci

Affrontare le persone che applicano questa tipologia comportamentale, richiede una comprensione approfondita delle dinamiche psicologiche coinvolte, insieme a strategie mirate per promuovere il cambiamento positivo. Di seguito sono riportate alcune metodiche psicologiche efficaci per gestire gli scambi relazionali con persone vicine che attuano costantemente una modalità comunicativa improntata alla lamentela e alla negativizzazione della realtà, senza correre il rischio di essere risucchiati in questo vortice di malinconia ed incertezza.

Praticare l’empatia e la compassione

Mantenere un atteggiamento empatico e compassionevole può aiutare a stabilire un legame significativo con la persona che manifesta comportamenti vittimistici. Mostrare interesse genuino per le loro esperienze e sentimenti può facilitare il processo di apertura e condivisione, creando un ambiente in cui la persona si sente accettata e compresa.

Favorire l’autonomia e l’empowerment

Incentivare la persona a sviluppare un senso di autonomia e fiducia nella propria personale capacità di agire può aiutare a contrastare il vittimismo cronico. Promuovere la consapevolezza delle proprie risorse e capacità, insieme alla fiducia nel proprio potenziale, può incoraggiare l’individuo a assumersi la responsabilità della propria vita e delle proprie scelte.

Utilizzare il rinforzo positivo

Riconoscere e premiare i comportamenti positivi e le azioni orientate alla soluzione può incoraggiare la persona a adottare un approccio più proattivo e responsabile. Il rinforzo positivo può assumere forme diverse, come elogi sinceri, incoraggiamenti e riconoscimenti del progresso compiuto verso gli obiettivi personali.

Sviluppare abilità di comunicazione efficace

Coltivare abilità di comunicazione chiare, assertive e rispettose può facilitare il dialogo con la persona che identifica sé stessa come “vittima” e favorire una comprensione reciproca. Praticare l’ascolto attivo, esprimere sentimenti in modo costruttivo e negoziare soluzioni possono contribuire a superare le barriere comunicative e promuovere la collaborazione nel trovare soluzioni.

Promuovere il coinvolgimento in attività significative

Incentivare la partecipazione ad attività significative e gratificanti può contribuire a ridurre il focus eccessivo sulle difficoltà e ad ampliare gli orizzonti ed i confini. Coinvolgere la persona in attività che favoriscono il senso di realizzazione personale e la connessione con gli altri può alimentare una prospettiva più equilibrata e positiva sulla vita.

Strategie per affrontare e superare il vittimismo cronico

Affrontare il vittimismo cronico richiede un approccio olistico che coinvolge il lavoro su sé stessi, il supporto sociale e l’intervento psicologico e/o psicoterapeutico. Di seguito sono riportate alcune strategie utili per affrontare e superare questo pattern di comportamento.

Consapevolezza e auto-riflessione

L’individuo che tendenzialmente proietta la visione in negativo, investendola di significati vittimizzanti, può beneficiare dell’auto-riflessione e della consapevolezza dei propri schemi di pensiero e comportamento. Identificare i momenti in cui si cade nel vittimismo cronico può essere il primo passo per cambiare questo modello.

Assunzione di responsabilità

Individuare il concetto di responsabilità personale è essenziale per superare la condizione auto-inflitta di “vittima”. Ciò significa riconoscere il proprio ruolo attivo nelle difficoltà e impegnarsi concretamente per trovare soluzioni ed affrontare le sfide in modo proattivo.

Supporto sociale positivo

Coltivare relazioni interpersonali sane e supportati ma incentivanti, può fornire una rete di sostegno per affrontare i momenti di difficoltà in cui si teme di non riuscire ad abbandonare i vecchi schemi di appartenenza. Il sostegno emotivo e la fiducia degli altri possono aiutare, soprattutto in queste circostanze, a sviluppare una visione più equilibrata di sé e delle proprie capacità.

Intervento psicologico e/o psicoterapeutico

La consulenza psicologica o psicoterapica può essere di fondamentale importanza per esplorare le radici di questa propensione negativa, insite nelle profondità dell’inconscio, e fornire strumenti utili a sviluppare strategie per affrontarla in modo efficace. Un terapeuta può fornire un ambiente sicuro in cui esplorare i sentimenti di impotenza e suggerire nuove prospettive e competenze per affrontare le sfide della vita con un’ottica nuova e differente.

La consapevolezza ed il riconoscimento  di tale tendenza alla negativizzazione, costituisce il primo importante passo per il cambiamento positivo utile, in primis, a sviluppare e riqualificare i pattern di pensiero per comprendere il valore e l’importanza della bellezza della vita, rendendosi parte attiva nel processo di crescita e gratificazione personale che porta, indirettamente, a contribuire anche al benessere altrui.

Fonti bibliografiche:

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