In che modo i social influenzano la nostra vita?

In che modi i social influenzano la nostra vita in peggio e in meglio e come gestirli con cautela e coscienza costruttiva

Pubblicato: 14 Giugno 2017 07:36Aggiornato: 13 gennaio 2023 17:16

Massimo Vidmar

Psicologo, Psicoterapeuta

L’avvento dei social e i cambiamenti radicali

Quanto ci cambia dover sempre rendere conto della nostra condizione fisica, professionale, emotiva, relazionale sui social? Anche se magari pensiamo di non essere dipendenti, di non sottostare all’esser schiavi di aggiornamenti, rincorse al Like, conteggio dei commenti, delle condivisioni, forse qualcosa dentro si muove e si chiama “bisogno di approvazione”. Le reazioni degli altri diventano tanto importanti, assumono una rilevanza che supera persino il significato della cosa che accade.

I social hanno cambiato i costumi, il modo di ricevere le informazioni, processarle, elaborarle, farle nostre. Lo scambio di foto, dati, documenti, video, messaggi pare significare entrare in relazione ma il contatto vero si gestisce diversamente. Si pone poi un problema grande che corrisponde alla tutela della privacy.

Quel che tu mandi a una persona potrebbe circolare in modi che non conosci o essere sottoposto a modifiche di cui rimani ignaro/a. In sintesi, la fiducia e la riservatezza diventano fondamentali e dovremmo poter condividere con persone che siamo sicuri/e non creino modifiche, variazioni di cui non siamo al corrente. Attraverso i social pensiamo di conoscere gli altri, seguirne i movimenti. Invece, degli altri vediamo solo quel che loro vogliono mostrare e molto spesso queste versioni sono falsate.

Attraverso i social le cose non avvengono mai in modo sincrono e le informazioni non sono provviste di segnali verbali. L’incontro fisico ha segnali inequivocabili come l’odore, lo sguardo, il cambiamento dei gesti, della lentezza, del tono di voce. Con i social le foto si possono ritoccare e senza un vero scopo se non quello dell’immagine che viene restituita. Le notifiche, i like, i commenti sono “ricompense” con funzione gratificante molto limitata nel tempo, ma ci spingono a ripetere gli accessi nel corso della giornata.

In che modo i social ci influenzano: pro e contro

Il grande contro dei social si chiama fear of missing out, ovvero una costante e pervasiva paura di restare assenti rispetto al flusso di informazioni che ci lega continuamente agli altri e soprattutto in modo apparente. La gratificazione resta completamente fittizia e questa paura di perdersi qualcosa o di non aggiornare di continuo porta le persone a uno stato di ansia costante.

Altro grande rischio, quello della perdita di orari. Si controlla prima di dormire, al risveglio, con la finta illusione di poterlo fare quando ci pare senza conseguenze. Al risveglio e prima di coricarsi il cervello non dovrebbe ricevere tutte le informazioni che invece si hanno raccogliendo

Tra i lati positivi invece ne troviamo diversi specie per le relazioni a distanza. Se prima dovevamo e potevamo chiamare solamente sentendo la voce, ora abbiamo multiple opzioni, come per esempio la videochiamata, le foto, piccoli video, etc. Grandi benefici anche per coloro che sono ammalati o sono costretti a stare a letto, che possono comunque mantenere una sorta di contatto con il mondo esterno.

Con la diffusione dei social si sono aperte anche nuove posizioni professionali: social media manager, web content manager, community manager. Sono tutti lavori legati ai social con annessi corsi per il Social Media Marketing che vengono di solito proposti da scuole di formazione in Digital Coach.

Come dare il giusto peso ai social

Sembra che le donne che si sentono poco attraenti abbiano la tendenza a spendere molto tempo a modificare, ritoccare e apporre modifiche. Il confronto rimane sempre dietro l’angolo e la stima scende sotto ai piedi. In questo senso varrebbe la pena fare una riflessione individuale su quanto tempo davvero si passa inutilmente a cambiare colori, contorni etc e per quale ragione lo si fa. I commenti sono spesso pubblici e possono colpire in modo diretto le persone, senza filtri.

Imparare a dare il giusto peso ai social a volte passa anche per fare una bella revisione di quelli che sono i nostri contatti, facendo pulizia tra quelli che non riteniamo inopportuni o estremamente polemici o giudicanti. Non escludere con rabbia o risentimento ma nel modo giusto, con il giusto spirito di proteggersi in modo sano e tutelarsi da azioni parole eccessivamente invadenti.

Dare il giusto peso significa anche capire chi lasciare entrare e in che modo, cosa evitare e quanto esporsi. L’importante sta nel non farsi prendere la mano e usare i social anche come un modo per allenarsi a non reagire sempre, provare a lasciar correre, non esagerare, non stare sempre con l’attenzione a quello che fanno o dicono o commentano gli altri e smorzare la voglia di essere sempre presenti on line per dire la propria. Non fidarsi degli sconosciuti, chiedere verifiche, impostare bene i propri criteri sulla privacy sono tutti modi per rendere al meglio sui social e ottimizzare il tempo e i rischi che essi comportano.

Benissimo anche non pubblicare troppo o avere account con nomi diversi dal proprio all’anagrafe; le persone dovrebbero poter conoscerci nel mondo reale, non attraverso quello che restituiamo in quello virtuale. Se usi i social per lavoro e per incrementare il tuo giro di clienti e/o pazienti, potresti pensare di seguire un piccolo corso per principianti o informarti on line sui contenuti che hanno impatto e portano followers; anche in quel caso, attenzione a non diventare schivi/e del social: il lavoro lo fa la persona, l’impegno, lo studio e la passione, non i post o i commenti.

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