È da quando sono piccola che vivo con una consapevolezza confermata anche da chi, seppur in maniera ironica e affettuosa, non fa che sottolinearlo: la mia è una brutta grafia. Lo riconosco senza remore anche io, del resto non posso di certo dire che le parole scaturite dalla mia penna, e impresse su carta, assomiglino a delle opere d’arte.
E a poco, vi dirò, sono serviti i corsi di calligrafia e di lettering, soprattutto quando il flusso di parole si trasforma in un fiume in piena che non posso controllare. L’ho confessato anche a Patrizia Giachin, consulente grafologa che ho intervistato qualche tempo fa, ma lei per tutta risposta mi ha detto che in realtà non esistono grafie “brutte”.
Questo mi ha consolata, ma lo ha fatto ancora di più uno studio condotto dai professori dell’Università di Yale, e pubblicato sull’American Journal of Psychology, che ha portato alla luce un’interessante rivelazione per tutti quelli che, come me, vengono presi in giro per la loro scrittura. Secondo gli esperti, infatti, le persone che hanno una brutta grafia sono più intelligenti. Ecco cosa dice la scienza.
Se hai una brutta grafia sei più intelligente
Posso dunque vantarmi di essere intelligente, e possono farlo anche tutti quelli che, come me, vengono spesso presi in giro da amici, familiari e partner per la loro grafia, la stessa che rende illeggibile anche una semplicissima lista della spesa.
A confermare il collegamento tra una grafia poco aggraziata e il quoziente intellettivo, è stato uno studio condotto dagli esperti dell’Università di Yale e reso noto dall’American Journal of Psychology. Secondo la ricerca, infatti, chi dà forma a parole poco chiare, e visivamente sgraziate, in realtà è mentalmente più dinamico.
A confermarlo sarebbe proprio il momento in cui ci si abbandona a una scrittura veloce e senza fronzoli. Secondo gli esperti, la parte grafica che emerge, pur non essendo bellissima, conferma in realtà una maggiore agilità di pensiero e quindi la capacità di passare da una nozione all’altra.
Cosa dice lo studio
Solitamente abbiamo dei preconcetti sociologici legati alla grafia: si presuppone che chi abbia un titolo di studio più alto o abbia passato molto tempo sui libri abbia una bella scrittura mentre chi non lo ha fatto, al contrario, scrive in maniera più confusa e disordinata. Parlando di cliché, in realtà, questo preconcetto viene scardinato già alla base: quante volte ci siamo lamentati della grafia impossibile del nostro medico curante?
Niente gioie, quindi, per chi si sente spesso dire “Hai davvero una bella scrittura”. Certo, si tratta di una soddisfazione non indifferente, ma che comunque resta limitata solo all’aspetto estetico delle cose, un po’ come a dire “Sei bella ma non balli”. Tralasciando l’orgoglio ferito di chi, secondo la scienza, è superato intellettualmente da chi ha una brutta grafia, andiamo a scoprire cosa dice lo studio in questione.
La ricerca condotta dagli esperti dell’Università di Yale vede in quella che gli altri definiscono una brutta scrittura una particolare propensione alla velocità e all’agilità. In poche parole, non si presta molta attenzione allo sviluppo e all’articolazione del testo, ma in compenso si raggiungono, e si imprimono su carta, numerose informazioni nella metà del tempo.
Una conferma del collegamento tra agilità mentale e scrittura arriva da lontano, dagli studi di Arnold L. Gesell, psicologo, pediatra e professore americano. Esperto dello sviluppo del bambino, il docente aveva per primo portato alla luce questa correlazione.
Secondo Gesell, infatti, i piccoli che hanno difficoltà ad articolare graficamente un testo e che presentano una grafia poco chiara mostrano, al contrario di ciò che si pensa, delle ottime capacità mentali, decisamente superiori alla media. Il motivo? Sono concentrati più sull’informazione ricevuta rispetto al modo in cui comunicarla visivamente e preferiscono la sostanza alla forma.
Chi scrive male è quindi portato a una velocità maggiore nella vita: riesce a risolvere i problemi in meno tempo perché preferisce l’efficienza alla perfezione, raggiungere l’obiettivo il prima possibile piuttosto che lentamente, ma minuziosamente.
Ma quindi è impossibile cambiare la propria calligrafia e migliorarla? Certo che no, con la giusta pratica e la corretta coordinazione tra “forma” e “sostanza” è possibile far lavorare in sincrono il cervello e la mano, ma è bene specificare che chi scrive male, molto probabilmente, lo fa solo perché preferisce gestire il suo tempo immagazzinando più nozioni nella maniera più veloce.
E quindi, cari amici, la prossima volta che vi prenderanno in giro per la vostra scrittura sapete già cosa rispondere.