Chi era Giovanna Pedretti, la ristoratrice morta dopo i commenti omofobi al suo locale

La risposta a un presunto cliente omofobo, il caso mediatico e il tragico epilogo: la morte di Giovanna Pedretti ci deve interrogare

Pubblicato: 15 Gennaio 2024 11:45

Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

È morta Giovanna Pedretti, la ristoratrice al centro della “gogna mediatica” nata dopo alcune recensioni lasciate al suo locale. La pista seguita al momento dagli inquirenti è quella del suicidio, ma tante cose rimangono ancora da chiarire di un caso che sta facendo discutere. Una lunga catena di eventi iniziata nella mattinata di giovedì 11 gennaio, quando sui social, e in particolare sulla pagina Facebook della pizzeria La Vignole a Sant’Angelo Lodigiano, gestita proprio dalla 59enne, è stato pubblicata una recensione di un utente che criticava pesantemente il locale.

Nello screenshot postato sulla pagina si lamentava il fatto di essere stati fatti accomodare accanto “a dei gay e a un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà”. A corredo anche la secca risposta della titolare, che lo invitava a “non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati”. Poi i dubbi sulla veridicità della recensione stessa, l’attacco e l’odio social e il tragico epilogo. Una vicenda che ci tocca tutti. Che si sia trattato di una ricerca di visibilità andata male oppure no, ci dice tanto su quanto il megafono dei social possa incidere in vicende apparentemente innocue. Di quanto sia ancora il potere delle parole e di come vengono usate a dover essere al centro di una riflessione individuale quanto collettiva.

Chi era Giovanna Pedretti

Giovanna Pedretti aveva 59 anni e gestiva il ristorante pizzeria La Vignole, a Sant’Angelo Lodigiano. “Peccato la distanza, ci sarei venuta ogni sera”, “Ottima cucina e straordinaria gentilezza dei proprietari. Non è facile trovare posti come questo. Per me è semplicemente imperdibile!”. Sono solo due degli innumerevoli commenti positivi sul locale, che si leggono su TripAdvisor, ora al centro di un vero e proprio tornado mediatico. Valutazioni positive, clienti soddisfatti. Una gestione, almeno all’apparenza, premiata e giudicata positivamente dagli avventori.

Poi, il commento condiviso sulla pagina Facebook della pizzeria e la lamentale per i tavoli troppo vicini a omosessuali e disabili. Da lì l’inferno in rete. La risposta di Giovanna Pedretti al giudizio apertamente omofobo e abilista viene presa in esame, vagliata, e la sua veridicità messa in dubbio. Il giorno successivo all’accaduto, venerdì 12 gennaio, infatti, la notizia è rimbalzata senza tregua su tutte le principali testate nazionali. Giornali e televisioni hanno ripreso la storia e intervistato la ristoratrice. Utenti da tutta Italia hanno dichiarano l’intenzione di andare a mangiare nella pizzeria per manifestare il proprio apprezzamento. A intervenire a sostegno della Pedretti anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli: “Non siete rimasti in silenzio davanti a un atteggiamento spregevole e vile. Grazie perché siete due persone serie e attente al prossimo”, ha commentato.

Poi, l’attacco. Nel pomeriggio del 12 gennaio l’influencer di cucina e noto volto televisivo Lorenzo Biagiarelli, dopo aver indagato sulla questione, esprime sui propri profili social alcuni dubbi riguardo alla veridicità della recensione stessa. “Il font della recensione, come quello della risposta, è diverso da quello usato da Google”, mette in evidenza, e aggiunge “sia la recensione che la risposta presentano simili errori di ortografia. Il più evidente è la minuscola dopo tutti i punti. Sembrano scritte dalla stessa mano”.

L’onda d’odio e la morte

Le parole di Lorenzo Biagiarelli, supportate per conto suo da una chiacchierata al telefono con Giovanna Pedretti, rimbalzano ovunque. Ai messaggi di sostegno si affiancano duri attacchi al ristorante: “Che infami, sfruttare tematiche del genere al proprio tornaconto per nascondere le magagne. Gentaglia – scrive un utente in un commento riportato da La Repubblica – Purtroppo l’hanno fatto per opportunismo, la loro pagina aveva dei feedback molto bassi perché non accettano cani nel locale. Hanno trovato il modo di sfruttare la sensibilità della gente a loro favore. Questo non è marketing, questa è infamia”. Si susseguono poi i botta e risposta tra Giovanna Pedretti e Biagiarelli, che sostengono le proprie posizioni circa la veridicità della recensione e della risposta annessa.

Infine, domenica 14 gennaio, la tragedia. Dopo l’allarme lanciato dalla famiglia, il cadavere di Giovanna Pedretti viene ritrovato nel fiume Lambro. Lorenzo Biagiarelli interviene subito sui propri canali social: “Mi dispiace moltissimo della morte della signora Giovanna e il mio pensiero va alla sua famiglia – scrive Biagiarelli dopo aver appreso la notizia, prima in un post (poi cancellato) e in seguito in una storia su Instagram – Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze. Ci tengo a respingere con forza le accuse di ‘odio social’ e ‘shitstorm’” e commenta: “Se ogni persona che tenta di ristabilire la verità in una storia, grande o piccola che sia, dovesse temere questo epilogo, a quel punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social”.

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