È morta Tatiana Schlossberg, nipote di JFK: aveva 35 anni e una rara malattia

Ben distante dai riflettori, la giovane Tatiana ha lottato per il pianeta. Madre di due bambini che dovranno scoprire il mondo senza di lei

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Si torna a parlare di maledizione dei Kennedy. Un titolo che attira, ormai da generazioni. Qualsiasi tragedia colpisca questa ampia e celebre famiglia, ecco saltare fuori quest’assurda leggenda metropolitana.

A far discutere in queste ore è la morte di Tatiana Schlossberg, nipote di JKF. Deceduta ad appena 35 anni dopo anni trascorsi a convivere con una rara forma di leucemia. Dinanzi a qualcosa del genere, parlare di maledizione è un’offesa. È ridicolizzare una tragedia. Più che parlare del 35esimo presidente degli Stati Uniti, dunque, spieghiamo chi era sua nipote.

Chi era Tatiana Schlossberg

Non si può dire di certo che Tatiana Schlossberg incarnasse lo stereotipo della Kennedy da copertina. Nata a Manhattan da Caroline Kennedy, figlia di Jacqueline Kennedy, non aveva mai ricercato i riflettori.

I grandi palcoscenici, della politica e non solo, non l’attiravano e non ha mai alimentato la mitologia della famiglia democratica più famosa d’America. Al contrario, aveva scelto una vita silenziosa e rigorosa, dedicandosi al giornalismo ambientale.

Parlava di clima, riscaldamento globale e innalzamento dei mari nei suoi articoli. Nessuna retorica di famiglia, dunque, solo una costante attenzione al futuro del pianeta. Lavorava su ciò che verrà, laddove in tantissimi vedevano in lei una radice ben ancorata al passato del Paese.

La malattia

A dare la notizia della morte di Tatiana Schlossberg è stata la John F. Kennedy Presidential Library and Museum, con un messaggio firmato dalla famiglia. Aveva scelto di raccontare pubblicamente la propria malattia poco più di un mese fa. L’aveva fatto in un saggio pubblicato sul The New Yorker.

Un testo potente, dal titolo Una battaglia con il mio sangue. Spiegava d’essere affetta da una leucemia mieloide acuta, con una mutazione particolarmente rara. Un tumore del sangue e del midollo osseo, che non le ha lasciato scampo.

La diagnosi è giunta pochi mesi dopo la nascita della sua seconda figlia, quando un medico aveva notato valori anomali dei globuli bianchi durante controlli di routine. Nel suo saggio ha descritto con precisione i primi giorni, con uno spaesamento che le rendeva quasi impossibile concepire si stesse parlando di lei.

Una sportiva, in salute, tanto da attraversare l’Hudson a nuoto per raccogliere fondi in favore della ricerca sulla leucemia. Cura aggressive e un trapianto non l’hanno salvata. A ottobre era uscita dall’ospedale, debilitata al punto da non poter sollevare i suoi due figli piccoli.

Oggi viene ricordata come avrebbe voluto, in privato. L’unico messaggio pubblico è quello della citata John F. Kennedy Presidential Library and Museum: “La nostra bellissima Tatiana è deceduta questa mattina. Resterà per sempre nei nostri cuori. George, Edwin e Josephine Moran. Ed, Caroline, Jack, Rose e Rory”.

 

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