Negli anni, la famiglia ha subito profondi e non pochi mutamenti, la stessa figura paterna, che oggi sappiamo essere fondamentale per lo sviluppo del bambino, veniva vista come espletamento di una funzione pressoché economica, all’interno di una serie di comportamenti molto autoritari. L’educazione, e l’accudimento dei figli e delle figlie, è stata per secoli una responsabilità delle sole madri, delle nonne e delle sorelle maggiori. Al padre, in nome del foraggio quotidiano, non si chiedeva collaborazione in casa o nella cura della prole ed in alcuni contesti gli era concessa l’assenza. Assenza sia in termini fisici che di responsabilità.
Oggi sappiamo quanto il ruolo del padre presente, affettuoso, collaborativo sia importantissimo in quanto in grado di influenzare positivamente vari aspetti della crescita di un bambino/a, sia a livello emotivo che cognitivo.
Indice
Il ruolo del padre, oggi
Il ruolo del padre è profondamente cambiato nelle nostre famiglie contemporanee, e se non mancano meme sugli account social delle mamme influencer pronti a svelare quanto ancora costoro debbano fare rispetto alle incombenze che pesano su noi madri, i passi fatti avanti sono innegabili.
Ormai sappiamo che la presenza affettiva del padre, sin dai primi mesi di vita, è fondamentale per lo sviluppo emotivo del bambino. Il legame con il padre contribuisce alla formazione del senso di sicurezza e di autostima. I padri che si dimostrano affettuosi e partecipi, attraverso gesti semplici come un abbraccio o un momento di gioco, aiutano i bambini a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità.
Il padre rappresenta una figura di riferimento complementare a quella della madre, con un approccio che stimola il bambino ad affrontare il mondo con curiosità e intraprendenza., offrendo punti di vista e linguaggi nuovi.
L’Influenza del padre sullo sviluppo emotivo e cognitivo
Abbiamo chiesto alla dottoressa dottoressa Claudia Maspero, psicologa, psicoterapeuta ed aggregata SIPRe Milano – Area Perinatale, quali siano gli aspetti principali del coinvolgimento paterno che influenzano positivamente lo sviluppo emotivo e sociale del bambino.
“Negli ultimi decenni si è confermato sempre di più come il ruolo del padre nella crescita dei figli sia importante quanto quello della madre. La relazione con le figure di riferimento risulta essere fondamentale per lo sviluppo affettivo, psicologico e non ultimo per un sano sviluppo sociale. Una figura paterna presente, e coinvolta nella cura e nella relazione con i propri figli, permette loro una crescita più armoniosa”.
Ovviamente il coinvolgimento del padre richiede non solo la volontà di essere soggetto presente, in termini del famoso binomio quantità-qualità, ma necessita anche un passo indietro da parte di noi mamme non sempre pronte a lasciargli spazio o a chiedere aiuto e supporto.
Le attività condivise, come la lettura di una storia o la risoluzione di piccoli problemi quotidiani, stimolano le capacità intellettive del bambino, dunque sono importanti per il suo sviluppo cognitivo. I padri che incoraggiano la curiosità, l’esplorazione, contribuiscono alla crescita delle competenze logiche e linguistiche, introducendo modalità di pensiero differenti e complementari a quelle materne, arricchendo così il panorama educativo del bambino.
Il ruolo della figura paterna e di quella materna
Quando al padre veniva perdonata, tollerata, non contestata, l’assenza, sicuramente il suo ruolo e quello materno era ben distinti. Oggi, invece, risulta esserci spesso una sovrapposizione dei ruoli genitoriali tale da non essere sempre arricchente per i figli.
Abbiamo posto questo aspetto all’attenzione della dottoressa Claudia Maspero.
“Dall’inizio del nuovo millennio mi sentirei di poter dire che, all’interno delle famiglie, ormai si nota un’ alternanza, a volte sovrapposizione o scambio, di ruoli materni e paterni. Per questo, l’aspetto rilevante appare quello di riconoscere l’importanza dei due ruoli e le possibili complicanze quando si confondono o risultano poco definiti.
Un tempo, la paternità era stabilita prevalentemente dalla legge e si attribuivano al padre, uomo, una serie di valori normativi. La funzione del padre, oggi, invece deve trovare spazio nell’aiutare il bambino a riconoscersi come altro, a capire la realtà, a permettere il superamento dello stato diadico e quindi ad avvicinare il bambino al mondo esterno, con curiosità, interesse, e nuove esperienze”.
Dunque, sotto questa luce, bisogna riconoscere al padre un ruolo cruciale nell’apertura del figlio/a al mondo esterno, alla socializzazione del bambino, alla risoluzione dei conflitti. Inoltre, il padre può agire come modello sociale, mostrando al bambino come relazionarsi con gli altri in maniera positiva e costruttiva. Responsabilità che, inoltre, apre molti scenari anche in base al sesso dei propri bambini.
Un padre che non si sottrae ai propri compiti, che tratta con rispetto la propria compagna quanto le altre figure di sesso femminile, insegna al bambino/a l’importanza di valori che saranno fondamentali nelle future interazioni sociali. Un padre presente e coinvolto riduce il rischio che il bambino/a sviluppi comportamenti antisociali e problematici anche durante l‘adolescenza.
La nuova sfida dei papà: l’assenza
La questione è nuova, come premesso, in quanto il padre si trova a ricoprire una funzione ed una posizione sconosciuta ai propri genitori ed ai propri nonni. Il padre di oggi non ha un punto di rifermento, un esempio che può fargli da faro.
Se, prima, l’uomo era solo norma, disciplina, lavoro, oggi può avere difficoltà a comprendere quale sia il modello da ricoprire, e potrebbe cadere nel rischio di espletare le stesse funzioni del ruolo materno. Abbiamo nuovamente girato la questione a Maspero.
“I padri che si prendono cura dei bisogni primari dei bambini hanno conquistato competenze e capacità di ascolto nuove. Qualora, però, sia questa la loro prevalente modalità relazionale, è necessario che ci sia un altro genitore a svolgere la funzione separativa, la funzione che aiuta il figlio ad accedere alla norma, che gli consenta di entrare in contatto con la realtà esterna, con il sociale con il quale il bambino dovrà inevitabilmente cominciare a confrontarsi.
Il vero assente non è esclusivamente il padre che si allontana dal nucleo familiare, o il padre che fisicamente non c’è, ma assente è anche il padre che non esercita i suoi compiti fondamentali quali presenza affettiva, educativa, simbolica e normativa, impedendo così al figlio di divenire adulto. Allora sì che l’assenza della funzione paterna può creare conseguenze importanti nello sviluppo psicologico dei figli.
Contrariamente a quello che si crede, invece, l’assenza fisica del padre non sempre genera effetti negativi nel figlio, anche se gli nega la possibilità di fare esperienza diretta della relazione padre-figlio, con il rischio di far riemergere questa mancanza, con tratti di sofferenza, alla soglia del divenire genitore di quest’ultimo”.
Paternità e sviluppo identitario
Il padre è una figura chiave nello sviluppo dell’identità del bambino. Il modo in cui il padre si rapporta con il bambino, il suo atteggiamento verso il mondo e la vita, influenzano profondamente la formazione dell’identità del bambino, soprattutto nei maschi, che spesso vedono nel padre un modello di riferimento per la costruzione della propria mascolinità.
Per le bambine, invece, il rapporto con il padre può influenzare la percezione di sé e delle relazioni future con l’altro sesso. Un padre che dimostra rispetto e affetto insegna alla bambina a riconoscere e pretendere lo stesso tipo di trattamento nelle sue future relazioni.
Da questo punto di vista, forse, i padri affrontano le loro più grande sfida, non avendo fatto esperienza diretta di quello che ora gli si chiede di fare sia verso i figli maschi che verso le figlie femmine.
Il processo è ancora agli inizi, nonostante quello che pensiamo: nonostante i papà che spingono i passeggini, che vanno a prendere i figli / figlie a scuola o che vanno a fare la spesa. Ma la consapevolezza dell’importanza del loro ruolo nello sviluppo del bambino/a, deve fare da faro nei cambiamenti che la famiglia vive ogni giorno.