Come insegnare a leggere ai bambini: idee divertenti e consigli utili

Con l’aiuto di un’esperta, scopriamo come insegnare ai bambini a leggere. Vediamo come, già in età prescolare, si gettano le basi per le competenze di letto-scrittura.

Pubblicato: 15 Novembre 2021 09:00

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

In questo articolo, parleremo di cosa possiamo fare per insegnare a leggere ai bambini, anche grazie ai consigli di un’esperta. Sappiamo quanto sia importante, quando i bambini sono piccoli, leggere ad alta voce, in quanto questo è un modo per iniziare alla lettura, ma anche per aiutare i bambini più piccoli a parlare. Certamente, al di là di casi particolari, di disturbi specifici, o di una più generale difficoltà del linguaggio, per insegnare a leggere, è determinante aver creato, o contribuito a creare, un interesse, una curiosità, anche una vera e propria passione alla lettura. Per questo, sebbene non competa ai genitori insegnare a leggere, noi molto possiamo fare per aiutare i bambini a provare curiosità verso le storie, le favole, essendo questi i primi approcci legati al mondo della carta.

L’importanza di leggere a casa

Prima di leggere in autonomia, per i bambini è importante ascoltare storie e racconti letti da un adulto. Questo step rimane fondamentare, imprescindibile se vogliamo insegnare ai bambini a leggere. Bisogna partire dall’importanza dell’ascolto di una lettura fatta da noi adulti. Proprio per appassionare ai libri e suscitare curiosità, già nelle scuole materne, e nelle sezioni primavera, è usuale il servizio prestito dei libri. Una sorta di biblioteca scolastica, della quale usufruire per prendere in prestito libri, da portare a casa. Qualunque sia il programma della scuola, inoltre, non manca mai il momento giornaliero legato alla lettura. Perché, come abbiamo premesso, è prima dei sei anni, per cui prima dell’ingresso alla scuola primaria, che si gettano le basi per le competenze legate alla lettura. Un lavoro corale, fatto dalla scuola e dai genitori, è  anche un modo per insegnare nuove parole, stimolarlo a parlare, sviluppare la fantasia.

“Nella fascia 0-6 anni si gettano le fondamenta per le competenze di letto-scrittura. Al di là di difficoltà specifiche, legate a disturbi certificati, eventuali difficoltà nell’imparare a leggere, sono legate alla mancanza di piacere e interesse in relazione all'”oggetto-libro”. Per questo, è fondamentale che, sin dai primi mesi di vita, il/la bambino/a abbia la possibilità di interagire con questo oggetto. Si parte dagli albi illustrati in cartonato grosso, con tante immagini e poche parole, sino ad approcciare a veri e propri libri con la mediazione dell’adulto, per poi iniziare a farlo anche in autonomia. Quando mancano piacere e interesse, il rischio è che, dalla scuola primaria in poi, si faccia leva sull’obbligo/compito, nel richiedere ai/alle bambini/e di avvicinarsi ai libri e alla loro lettura. Oggi, fortunatamente, come esperti e professionisti dell’educazione, sappiamo che esistono metodi ben più efficaci e piacevoli per sostenere i bimbi nella loro positiva relazione con i libri”.

Queste sono le parole di Margherita Cardellini, pedagogista e psicomotricista. Non si può parlare di come insegnare a leggere ai bambini, se non partiamo da ciò che avviene prima dell’inizio della scuola elementare. Grazie allo sguardo della Cardellini, capiamo che contributo possiamo offrire, nella fase antecedente. Prima di iniziare i bambini alle lettere, bisogna fare molto di più.

Come incuriosire i bambini alla lettura

“Il libro deve essere anzitutto un mediatore di relazione. Per questo motivo, è importante che i genitori comincino a leggere libri ai bambini, ben prima che nasca la loro capacità di comprendere e seguire un ritmo narrativo. Si può partire da albi illustrati, con poche e semplici parole, frasi e filastrocche. Queste ultime sono molto utili perché attivano l’attenzione ed il piacere, grazie al loro ritmo cadenzato. Non appena il/la bambino/a acquisisce la capacità di muoversi in autonomia, nello spazio, anche gattonando, può essere utile predisporre nell’ambiente una piccola postazione libreria alla sua altezza, alla quale possa avvicinarsi e usufruire dei libri messi a disposizione”.

La Cardellini ci spinge a riflettere sull’importanza dell’oggetto-libro, che deve essere presenza fissa nelle nostre case a disposizione del bambino anche più piccolo, e non importa se sia solo illustrato. In questo modo, inevitabilmente, il libro farà parte della quotidianità del futuro lettore.

In quest’ottica, è utile anche creare una lista di libri da leggere prima della nanna, per creare un appuntamento costante, ogni giorno.

Relazione fra gioco simbolico e lettura

Abbiamo detto che le basi per imparare a leggere partono da quando il bambino ha pochi mesi sino ad arrivare ai sei anni. Per questo, siamo tutti chiamati a contribuire a gettare le basi, scuola materna e genitori, anche se in misura diversa, per iniziare il bambino alla lettura.

“Le parole sono i simboli con il quali comunichiamo i concetti. La prima competenza che sostiene il percorso verso la letto-scrittura è la competenza simbolica, che significa imparare che vi sono alcuni simboli attribuibili a specifici concetti e parole. Si tratta di una competenza che origina dal cosiddetto gioco simbolico, ovvero il gioco del far finta, nel quale i bambini imparano a distinguere il piano di realtà dal piano, cosiddetto, simbolico. Questo ci dice quanto il gioco simbolico sia fondamentale nella fascia d’età dagli 0 a 6 anni. In altre parole, se un/una bambino/a non ha ancora ben strutturato il gioco simbolico, è importante ripartire e rinforzare questo livello di competenza, prima di addentrarsi in esercizi di pregrafismo, prelettura e prescrittura”.

Insegnare a leggere, prima della scuola primaria

I bambini di oggi vengono sottoposti a molti stimoli, la vita frenetica spesso ci porta a far bruciare loro le tappe e ad anticipare i tempi. Abbiamo domandato alla Cardellini se ritiene sia importante o, al contrario, controproducente, che siamo proprio noi genitori ad insegnare a leggere ai bambini, prima che inizino la scuola primaria.

“Come pedagogisti, insegnanti ed educatori, osserviamo una sempre più crescente ansia, da parte delle famiglie, legate al desiderio di scolarizzare precocemente i bambini, in particolare, mediante un anticipo nell’insegnamento della lettura e scrittura. Parallelamente, osserviamo anche bambini e bambine con rilevanti difficoltà sul piano dei pre-requisiti necessari alla cosiddetta scolarizzazione. Mi riferisco al linguaggio, all’orientamento, alle competenze psico-motorie, alla coordinazione oculo-manuale, alla memoria e attenzione, alle competenze socio-relazionali. Non scordiamoci mai che, senza delle fondamenta solide formate dai pre-requisiti dello sviluppo, rischiamo di costruire un palazzo fragile. Per questo, come genitore, eviterei in toto l’acquisto di libri volti ad anticipare o velocizzare la letto-scrittura prima dell’ingresso alla scuola primaria e, con grande fiducia, mi affiderei al sapiente lavoro delle e degli insegnanti della scuola dell’infanzia che, all’ultimo anno, si concentrano sull’educazione del gesto grafico e sul lavoro delle competenze logiche e narrative”.

Cosa possiamo fare noi genitori

A questo punto, appare chiaro che, se da un lato, il nostro apporto è fondamentale, per appassionare i bambini alla lettura, dall’altro, è meglio non essere noi ad insegnare a leggere, ma lasciar fare alla scuola. Prima a quella dell’infanzia e poi a quella elementare.

Certo, accanto al lavoro della scuola, noi possiamo mettere giù qualche stratagemma per avvicinare i bambini alla lettura attiva. Ecco un consiglio utile che ci offre la Cardellini.

“Lo stratagemma più utile è quello di essere, in primis, noi adulti, dei lettori appassionati. Vedrete che i/le bambini/e non vedranno l’ora di acquisire l’abilità magica e bellissima del raccontare storie. Spesso attraversano una fase, di solito nell’età della scuola dell’infanzia, dove fingono di leggere una storia, pur non leggendo veramente, ma narrando le immagini e ricordando qualche parola a memoria. Si tratta di una fase particolarmente importante e che merita di essere sostenuta. Quando un bambino desidera ricoprire il ruolo di narratore, sediamoci vicino a lui, disponibili, felici e desiderosi di ascoltare la storia che finge di leggerci”.

Come insegnare a leggere ai bambini: idee divertenti

Concludendo, dal lato dei genitori più che insegnare ai bambini a leggere, dobbiamo sostenerli, incuriosirli, appassionarli alla lettura, mettendogli a disposizione tanti libri, e, ovviamente, mostrarci anche noi lettori appassionati. Per chi volesse spingersi a fare qualcosa di più, vediamo qualche idea semplice e divertente per insegnare a leggere brevi frasi e lettere.

Creiamo, insieme ai nostri bambini, dei cubi di carta, in modo che ad ogni faccia corrisponda una lettera. Con questi si può poi giocare come fossero dei dadi: useremo la lettera uscita, per abbinare le parole che inizino con essa.

Possiamo abbinare alle lettere degli oggetti o degli animali simpatici, da far disegnare e poi colorare, che iniziano con la lettera di riferimento. In questo modo, il bambino ricorderà più facilmente come scrivere e pronunciare la lettera, ricordando l’oggetto/animale scelto.

Possiamo giocare con la creatività e, con colori, cartoncini e forbici, disegnare lettere e parole. Chiederemo a lui/lei di colorare l’interno, e, con glitter e stickers, psi potrà far abbellire il cartonato creato. Successivamente, possiamo combinare le lettere, per creare parole o brevi frasi.

L’importante di queste o altre idee è che tutto venga vissuto come un gioco, un momento per stare insieme a mamma e papà, senza mettere stress o ansia di prestazione.

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