Morto il fratello di Deborah Compagnoni, chi era Jacopo e cosa faceva

Il fratello 40enne di Deborah Compagnoni è morto in seguito a una valanga: Jacopo era una guida alpina molto esperta

Pubblicato: 16 Dicembre 2021 17:52

Martina Dessì

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Una morte assurda, quella di Jacopo Compagnoni. Il fratello di Deborah Compagnoni è stato travolto e ucciso da una valanga che non gli ha lasciato scampo, proprio durante un’uscita in quelle montagne della Valfurva – in Alta Valtellina – che conosceva molto bene. Secondo le prime notizie riportate, la tragedia sarebbe avvenuta nella tarda mattinata di giovedì 16 dicembre.

Chi era Jacopo Compagnoni

Fratello della campionessa di sci alpino Deborah, Jacopo Compagnoni – 40 anni – è stato una guida alpina di grande esperienza. Per questo, quanto è successo in Alta Valtellina è diventato ancora più difficile da accettare. A nulla sono serviti i soccorsi arrivati tempestivi, con i medici e il soccorso alpino che si sono precipitati sul posto per cercare di evitare la tragedia.

Compagnoni è morto una volta arrivato in ospedale, pochi minuti dopo essere stato trasferito in elicottero da Valfurva verso l’ospedale. Fortunatamente, non ci sono stati altri sciatori coinvolti nella valanga, che ha colpito un’area molto particolare e dedicata agli appassionati di sci alpino.

Cosa faceva Jacopo Compagnoni

Jacopo Compagnoni era un uomo di montagna, appassionato di quei luoghi che l’avevano visto nascere. È stato fratello d’arte ma, a differenza di sua sorella Deborah che ha girato il mondo grazie allo sci, ha preferito dedicare la sua passione per la montagna alla terra che amava. Ha seguito le orme dei quattro fratelli Compagnoni – Luigi, Vittorio, Giuseppe e Giorgio, diventando una abile guida alpina.

A raccontare qualcosa di lui è stato il sindaco di Santa Caterina Valfurva, Angelo Caciotto, zio di Jacopo poiché marito di una delle sorelle di papà Giorgio. Queste le sue parole a Il Giorno:

“Anche lui era maestro di sci, come tutti i nipoti Compagnoni. Da ragazzo aveva fatto anche lui le gare ma poi aveva scelto la sua strada, seguendo le orme del nonno che per anni è stato per anni lo storico gestore del Rifugio Pizzini, di proprietà del Cai Milano e che oggi è gestito da Claudio Compagnoni, figlio di Luigi. Incastonato in una splendida conca glaciale con a Nord il Gran Zebrù, a Est il ghiacciaio del Cevedale e a Ovest verso l’elegante piramide del Pizzo Tresero.

E ha aggiunto: “Lassù Jacopo si era innamorato della montagna, del ghiacciaio dei Forni e degli splendidi paesaggi e per questo aveva deciso di diventare guida alpina. Jacopo abitava a Santa Caterina dove viveva con la compagna, da cui aveva avuto due figli ancora piccoli. Era uno diretto, si impegnava a trovare soluzioni perché fare la guida alpina oggi è facile”.

Jacopo Compagnoni lascia una compagna e due bambini piccoli.

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