Jimi Hendrix, musicista: biografia e curiosità

Si potrebbe definire il genio della chitarra? Certamente sì. Perché, nonostante la sua breve carriera, Jimi Hendrix è diventato un simbolo per intere generazioni

Pubblicato: 12 Novembre 2016 17:20Aggiornato: 29 ottobre 2024 14:10

Martina Dessì

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Non è stato solo il genio della chitarra: Jimi Hendrix è stato molto di più. Nato Johnny Allen Hendrix il 27 novembre 1942 a Seattle, Washington, è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi chitarristi e innovatori della storia della musica rock. Il suo stile, la capacità tecnica e la straordinaria creatività hanno rivoluzionato il modo di intendere la chitarra elettrica, trasformandolo in un simbolo per il mondo. Nonostante la sua breve carriera, durata solo quattro anni prima della tragica morte nel 1970 a soli 27 anni, il lascito musicale di Hendrix continua a influenzare intere generazioni di musicisti.

L’infanzia e i primi passi nella musica

Jimi Hendrix nasce in una famiglia segnata dalle difficoltà economiche e dalle tensioni familiari. Il padre, Al Hendrix, ex militare, aveva dovuto crescere Jimi e il fratello minore Leon da solo dopo la separazione dalla moglie Lucille, morta nel 1958.

La musica diviene presto un rifugio per il giovane Jimi. Sin da piccolo dimostra un talento naturale per l’arte ma è stato solo all’età di 15 anni che riceve la sua prima chitarra acustica da suo padre, comprata per soli 5 dollari. Da quel momento, Jimi trascorre ore suonando, imitando i grandi del blues come B.B. King, Muddy Waters e Robert Johnson. Inizia a suonare nei gruppi locali e rapidamente affina il suo stile, pur rimanendo legato alle radici del blues.

La carriera militare e la svolta musicale

Nel 1961, Hendrix si arruola nell’esercito degli Stati Uniti, entrando a far parte della 101ª divisione aviotrasportata, ma il suo interesse per la musica non viene mai meno. È stato proprio durante il servizio militare che incontra il bassista Billy Cox, che avrebbe poi collaborato con lui nella Band of Gypsys. Dopo aver lasciato l’esercito nel 1962, Hendrix si trasferisce a Clarksville, nel Tennessee, dove inizia a suonare come chitarrista di supporto per artisti come Little Richard, The Isley Brothers e Ike & Tina Turner. Tuttavia, Hendrix sentiva che il suo potenziale non veniva sfruttato appieno e cercava un modo per esprimere appieno la sua creatività.

La nascita di una leggenda: la Jimi Hendrix Experience

Il vero punto di svolta nella carriera di Jimi Hendrix arriva nel 1966, quando si trasferisce a New York e incontra il bassista Chas Chandler, che all’epoca stava cercando nuovi talenti da produrre dopo aver lasciato gli Animals. Chandler rimane colpito dalla tecnica chitarristica e dalla presenza scenica di Hendrix, decidendo di portarlo con sé a Londra. È qui che nasce la Jimi Hendrix Experience, la band che includeva il batterista Mitch Mitchell e il bassista Noel Redding. Il gruppo combinava il rock psichedelico con elementi di blues, R&B e jazz, creando un sound che ridefinisce i confini del rock.

Il loro primo singolo, Hey Joe, pubblicato nel 1966, è stato un successo immediato nel Regno Unito, seguito da altri pezzi leggendari come Purple Haze e The Wind Cries Mary. Il primo album, Are You Experienced, uscito nel 1967, venne accolto come una rivelazione. Conteneva brani che sarebbero diventati classici assoluti della musica rock, come Foxy Lady, Manic Depression e la già citata Purple Haze. Questo disco non solo segna l’ascesa di Hendrix come uno dei chitarristi più influenti della storia, ma definisce anche il suono della psichedelia degli anni ’60.

Il suono rivoluzionario di Jimi Hendrix

Ciò che ha reso Jimi Hendrix unico non era solo la sua straordinaria abilità tecnica con la chitarra, ma anche il suo approccio innovativo alla musica. Hendrix esplorava nuove sonorità utilizzando feedback, distorsione e tecniche come il “wah-wah” e il “fuzz”. La sua capacità di manipolare il suono della chitarra elettrica per ottenere timbri inediti lo ha reso un pioniere della sperimentazione sonora. Un esempio straordinario di questa abilità è stata la sua esecuzione dell’inno nazionale americano, The Star-Spangled Banner, al Festival di Woodstock nel 1969. Hendrix ha trasformato l’inno in una denuncia sonora del caos e della violenza che permeava l’America in quel periodo, mescolando feedback e distorsioni in un modo che trasmetteva un potente messaggio politico.

Hendrix suonava la chitarra in modo singolare: essendo mancino, utilizzava una Fender Stratocaster da destri, ma la invertiva, suonandola “al contrario”. Questo non solo gli permetteva di eseguire passaggi con una fluidità unica, ma contribuiva anche a creare il suo inconfondibile suono con una tensione delle corde diversa da quella di una chitarra configurata per un mancino. Questa particolarità divenne uno dei marchi di fabbrica del suo stile, facendo di Hendrix una figura iconica anche dal punto di vista visivo, oltre che musicale.

La vita privata di Jimi Hendrix

La vita privata di Jimi Hendrix è stata segnata dall’intensità del suo successo e dalle difficoltà personali. Spesso descritto come una persona introversa e riservata, Hendrix ha trovato sempre difficile gestire la fama. Nonostante il suo atteggiamento timido e gentile, è stato trascinato nel turbinio della vita rock ‘n’ roll degli anni ’60, caratterizzata da eccessi di droga, alcol e relazioni instabili.

Non mancarono le relazioni sentimentali importanti, come quella con Kathy Etchingham, che è stata sua compagna per diversi anni e ispiratrice di canzoni come The Wind Cries Mary. Hendrix ha avuto anche rapporti con altre donne, tra cui Devon Wilson e Monika Dannemann, la quale fu l’ultima persona a vederlo vivo. Tuttavia, la sua vita amorosa e privata era spesso tormentata dai demoni personali, e le sue relazioni si riflettevano nella sua musica, piena di emozioni intense e spesso contraddittorie.

La dipendenza da sostanze stupefacenti è stato uno dei principali fattori che contribuirono alla sua morte prematura. Nonostante le sue straordinarie capacità musicali, Hendrix ha lottato per anni contro l’abuso di droghe, e il peso della sua crescente fama non fece altro che esacerbare i suoi problemi.

La tragica morte

Il 18 settembre 1970, Jimi Hendrix viene trovato privo di sensi nel suo appartamento a Londra. Nonostante i tentativi di rianimazione, è stato dichiarato morto poche ore dopo all’ospedale di St. Mary Abbot. La causa ufficiale della morte è stata asfissia causata da vomito dopo l’assunzione di una combinazione letale di alcol e sonniferi. Aveva 27 anni, entrando così nel tragico Club dei 27, il gruppo di leggende musicali morte all’età di 27 anni, tra cui Brian Jones, Janis Joplin, Jim Morrison e, più tardi, Kurt Cobain e Amy Winehouse.

Il lascito musicale e dove è sepolto

Dopo la sua morte, Jimi Hendrix diviene ancora più influente di quanto non fosse stato in vita. Il suo impatto sul mondo della musica è stato e continua a essere immenso. Hendrix è ricordato non solo per i suoi album leggendari come Axis: Bold as Love e Electric Ladyland, ma anche per le sue performance live mozzafiato. Il concerto di Woodstock del 1969 e la sua esibizione al Monterey Pop Festival del 1967 sono considerati tra i momenti più belli nella storia del rock.

Jimi Hendrix è sepolto al Greenwood Memorial Park di Renton, Washington, a pochi chilometri dalla sua città natale di Seattle. Dopo la sua morte, il cimitero è diventato un luogo di pellegrinaggio per i fan di tutto il mondo, che si recano lì per onorare la sua memoria e il suo incredibile talento.

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