Carlo Levi, scrittore: biografia e curiosità

Carlo Levi è stato un celebre pittore e uno scrittore incredibile, oltre a un politico italiano: la vita, le opere e la sfera privata

Pubblicato: 15 Novembre 2016 19:15Aggiornato: 26 febbraio 2024 19:43

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

L’arte può assumere diverse forme e c’è chi riesce a declinare la propria in tanti modi diversi. Come Carlo Levi scrittore e pittore di altissimo livello che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana del Novecento. Tante le sue opere, tra le più note senza dubbio Cristo si è fermato a Eboli, un vero e proprio capolavoro, un romanzo autobiografico in cui ricorda il periodo trascorso in Basilicata, tra il 1935 e il 1936, dopo essere stato condannato al confino da parte del regime fascista.

Nel corso della vita ha fatto anche politica, ha scritto molto (le pubblicazioni postume sono numerosissime) e si è dedicato alla prima passione della sua vita: la pittura.

La biografia, l’eredità artistica, la sfera privata di Carlo Levi.

Carlo Levi, la carriera

Carlo Levi nasce a Torino il 29 novembre del 1902. Mamma e papà sono borghesi, benestanti ed ebrei. Se lui si dedica sin da giovane alla pittura, e porta avanti questo amore per tutto il corso della sua vita, la sorella prende una strada diversa e diventa una neuropsichiatra infantile.

Gli studi sono al liceo prima e poi all’Università, dove si iscrive alla Facoltà di Medicina.  Negli stessi anni si avvicina sempre di più alla politica e, per merito dello zio Claudio Treves onorevole, inizia a scrivere per La Rivoluzione liberale, rivista di Piero Gobetti.

Anni ricchi di incontri con personalità di spicco come Cesare Pavese, Antonio Gramsci, Luigi Einaudi.  Nel frattempo, non abbandona gli studi, ottiene la laurea in Medicina, ma non farà mai questo mestiere di professione.

Dipinge molto, affina lo stile, entra a far parte del movimento sei pittori di Torino, con cui prenderà parte a mostre in Italia e nel resto d’Europa. Ma non si limita a questo, perché un’altra sua passione è la politica, quella militante e attiva: nel 1931 entra nel movimento antifascista Giustizia e libertà, nel 1934 viene arrestato la prima volta, nel 1935 la seconda con il confino in Basilicata. E scrive. Si trasferisce anche in Francia, ma fa ritorno in Italia nel 1943 e continua a fare politica, questa volta con il Partito d’Azione. Un periodo intenso quello della guerra, rischioso per i dissidenti, durante il quale si è anche nascosto a casa di Eugenio Montale e dove conosce Umberto Saba.

Giornalista, scrittore, direttore, collaboratore: Carlo Levi dopo la fine della guerra prosegue lungo il solco della sua carriera, pur non smettendo mai di dipingere. Attività alle quali affianca, a partire dal 1963, quella di politico, questa volta candidandosi in prima persona. Per due legislature sarà un senatore.

È morto a Roma il 4 gennaio del 1975. Aveva solamente 72 anni. Il corpo è stato sepolto ad Aliano, in provincia di Matera (Basilicata).

Carlo Levi, scrittore

Opere

Pubblicazioni postume

Vita privata di Carlo Levi

Carlo Levi pare che abbia vissuto alcune storie d’amore importanti. Una di queste è stata con Paola Levi, sorella di Natalia Ginzburg, sposata con Adriano Olivetti. I due hanno anche una bambina di nome Anna, nata nel 1937.

Compagna per tantissimi anni, poi, è stata Linuccia Saba, figlia di Umberto Saba, anche lei pittrice e letterata. Lei era sposata, ma non lasciò mai il marito. Eppure, è stata accanto all’artista fino alla fine e ha dato vita alla Fondazione “Carlo Levi” della quale è stata il primo presidente.

Cristo si è fermato a Eboli, l’opera più celebre

L’opera più celebre di Carlo Levi è senza alcun dubbio il romanzo Cristo si è fermato a Eboli, scritto durante il confino che gli era stato imposto dai fascisti. Un romanzo ambientato in Basilicata che racconta il mondo povero, arretrato e difficile in cui vivevano i contadini, una storia autobiografica che è considerata uno dei capolavori della letteratura italiana.

Da questo romanzo è anche stato tratto un film, in cui lo scrittore è interpretato da Gian Maria Volontè, pellicola molto apprezzata che era stata a suo tempo presentata fuori concorso al Festival di Cannes.

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