Auto-sabotaggio, come sbloccare il meccanismo che ci impedisce di essere felici

Alessandro Da Col e Alessandro Pancia, fondatori di Accademia Crescita Personale – Meritidiesserefelice, ci hanno spiegato come sbloccarci e cambiare come vogliamo

Pubblicato:

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

“Sono davvero felice di quello che faccio?”, “Sono soddisfatto della mia routine?”, “Cosa c’è che non va e come posso cambiarlo?”, queste sono alcune domande che ciclicamente ci facciamo, alle quali spesso però non segue una azione concreta per cambiare quello che non va.

Dietro a questo immobilismo spesso si nasconde l’auto-sabotaggio che non ci permette di migliorare la nostra vita quotidiana. Ne abbiamo parlato con Alessandro Da Col e Alessandro Pancia, fondatori di Accademia Crescita Personale – Meritidiesserefelice, che ci hanno spiegato come pensieri e convinzioni limitanti ci bloccano proprio nei momenti in cui potremmo spiccare il volo.

Che cosa s’intende per auto-sabotaggio? E in quali circostanze possiamo parlarne?
L’auto-sabotaggio è un conflitto interiore tra un obiettivo conscio e un programma inconscio. In termini semplici, è l’insieme di azioni, pensieri e comportamenti che mettiamo in atto, spesso senza rendercene conto, per ostacolare il raggiungimento dei nostri stessi obiettivi.
Dal punto di vista neuroscientifico, non è un atto di masochismo. È un meccanismo di protezione disfunzionale. La parte più primitiva del nostro cervello, il sistema limbico, è programmata per mantenerci al sicuro nella nostra zona di comfort. Qualsiasi cambiamento significativo – un nuovo lavoro, una relazione, un progetto ambizioso – viene percepito come un’incognita e, quindi, una potenziale minaccia. L’auto-sabotaggio è la strategia che questo sistema usa per “proteggerci” dal rischio del fallimento o, paradossalmente, dalla paura del successo e delle nuove responsabilità che esso comporterebbe.
Ne parliamo ogni volta che, pur desiderando un risultato, agiamo in modo contrario: procrastiniamo un compito importante, creiamo conflitti inutili prima di un evento felice, o minimizziamo i nostri successi per paura di non essere all’altezza delle aspettative future.

Quali sono i campanelli d’allarme cui dobbiamo prestare attenzione?
I segnali dell’auto-sabotaggio sono spesso mascherati da comportamenti apparentemente razionali. I più comuni sono:

C’è una fascia d’età in cui si è più vulnerabili?
Più che una fascia d’età, l’auto-sabotaggio è legato ai momenti di transizione e di crescita. Emerge con forza quando ci troviamo sulla soglia di un cambiamento importante, che ci spinge fuori dalla nostra zona di comfort. Tuttavia, è particolarmente comune nella fascia 25-40 anni, un periodo in cui si prendono decisioni cruciali a livello di carriera, relazioni e identità personale. La pressione di “fare la scelta giusta” e la paura di sbagliare possono amplificare questi meccanismi di auto-protezione.

In genere sono più a rischio gli uomini o le donne?
Il meccanismo di base è universale e non ha genere. Tuttavia, le manifestazioni possono essere influenzate dai condizionamenti culturali e sociali. Nelle donne, l’auto-sabotaggio si manifesta spesso attraverso la sindrome dell’impostore, il perfezionismo e la tendenza a non negoziare il proprio valore (ad esempio, chiedere un aumento), a causa di pressioni sociali legate all’essere sempre “adeguate” e “non disturbare”. Negli uomini, può emergere come evitamento della vulnerabilità, paura di chiedere aiuto (perché visto come debolezza) o attraverso comportamenti di procrastinazione legati a una forte ansia da prestazione e alla paura di non essere all’altezza del ruolo di “successo”.

Come possiamo reagire all’auto-sabotaggio?
La reazione non deve essere una lotta, ma una strategia. Combattere i pensieri negativi li rafforza. Serve un protocollo di interruzione basato su tre fasi:

Quali esercizi possiamo fare e a chi possiamo rivolgersi per superare il blocco?
Esercizi Pratici:
Journaling Investigativo: Dedica 10 minuti a rispondere per iscritto a domande come: “Cosa temo realmente possa accadere se raggiungo questo obiettivo?”, “Qual è il beneficio nascosto nel rimanere fermo dove sono?”. Questo fa emergere le paure inconsce.

La Pratica dell’Azione Imperfetta: Scegli un’attività a basso rischio e svolgila deliberatamente all’80% della tua capacità. L’obiettivo è allenare il cervello a tollerare l’imperfezione e a scoprire che il mondo non crolla.

A chi rivolgersi:
Per blocchi profondi, legati a traumi o a schemi radicati nell’infanzia, le figure di riferimento sono lo psicologo e lo psicoterapeuta. Per l’auto-sabotaggio legato a obiettivi professionali, di performance e di carriera, un coach strategico o un mentore può fornire gli strumenti e il protocollo per riconoscere e superare questi meccanismi in modo pragmatico e orientato all’azione.

Quali sono gli errori da evitare?
Colpevolizzarsi: L’autocritica è il carburante dell’auto-sabotaggio. Trattarsi con compassione e riconoscere che è un meccanismo, non un’identità, è fondamentale.

Aspettare di “sentirsi pronti” o motivati: La motivazione è il risultato dell’azione, non la sua causa. L’attesa è una forma elegante di procrastinazione.

Confrontarsi con gli altri: L’auto-sabotaggio si nutre del confronto. Concentrarsi sul proprio percorso e sui propri micro-progressi è l’unico modo per costruire una fiducia autentica.

Si può ricadere nell’auto-sabotaggio?
Assolutamente sì, ed è normale. L’obiettivo non è diventare perfetti e non sabotarsi mai più. Questo sarebbe un altro standard irraggiungibile. L’obiettivo della self-leadership è diventare più veloci e abili nel riconoscere il pattern quando si presenta e nell’applicare la strategia per disinnescarlo. Ogni volta che si ricade e ci si rialza consapevolmente, non è un fallimento. È un allenamento che rafforza il nostro “muscolo” di resilienza e ci rende sempre più capaci di guidare noi stessi verso i risultati che desideriamo.

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