Roberto Roversi, l’intellettuale dall’anima sensibile

Un'attività fatta di letteratura e poesia civile, di impegno e di passione che si è trasformata per il nostro Paese in una preziosa eredità

Pubblicato: 27 Gennaio 2022 12:37Aggiornato: 14 maggio 2024 15:39

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

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È stato uno scrittore, un poeta e un paroliere, un giornalista e un intellettuale dal multiforme impegno culturale e sociale, per prendere in prestito le parole di Carla Glori. E poi ancora un librario e un partigiano, il fondatore e il direttore di riviste impegnate sui fronti sociali e culturali. Amico di Pier Paolo Pasolini, metà artistica e intellettuale di Lucio Dalla. Ecco chi è stato Roberto Roversi, un uomo immenso dalla sensibilità straordinaria.

Roberto Roversi: biografia di un grande artista

Nato a Bologna nel 28 gennaio del 1923, da giovanissimo Roberto diventa un partigiano, un membro della Resistenza italiana. Dopo la fine della guerra si è dedicato all’attività editoriale, la passione per i libri, del resto, lo aveva sempre accompagnato.

Là dove entra un libro, o si ascolta una voce, esce rapido un cattivo pensiero. E la nebbia della noia è soffocata o spazzata via dal vento di una buona sorpresa; e i luoghi sembrano popolarsi di gente amica. Nessuno è mai solo con un libro in mano.

Ma la sua attenzione non era rivolta solo all’arte come mero strumento creativo, ma anche narrativo. I suoi scritti, infatti, sono ispirati alle realtà che poteva osservare, quelle della vita rurale, per esempio, e dell’abbandono delle campagne a seguito del boom economico. Lo stesso impegno partigiano non sarà relegato solo ai tempi della guerra, perché la sua manifestata sensibilità restò un punto fermo in ogni sua attività.

L’incontro con Elena Marcone, sua futura moglie, sembra completare il puzzle della sua vita. Insieme, i due, fondarono la Libreria Antiquaria Palmaverde che in pochissimo tempo diventò un vero e proprio punto di riferimento culturale per gli intellettuali di Bologna e non solo. Roversi era conosciuto nell’ambiente per la sua sensibilità, per la sua capacità di vedere oltre. E lo fece sempre con estrema discrezione e riservatezza.

Nel 1955 insieme a Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, con il quale condivideva un rapporto di profonda e sincera amicizia, fondò la rivista Officina e poi, da solo, creò Rendiconti. Roversi era un lettore, un editore e anche uno scrittore. Lucio Dalla dava voce ai suoi versi creando così alcuni dei suoi capolavori più iconici. La musica incontrò la poesia e fu un successo. Quel sodalizio cambiò, infatti, la storia della musica italiana.

La grande eredità

Continuò poi a scrivere per gli Stadio, per Mina, per Francesco De Gregori e per Paola Turci. Si occupò anche di testi teatrali come Unterdenlinden, Il Crack e La macchina da guerra più formidabile.

Nel 2006, però, la storica libreria di Bologna, quella che era stata la casa di tantissimi intellettuali chiuse. Roberto Roversi e sua moglie scelsero di ritirasi dalla scena culturale della città dopo oltre 50 anni di attività. Tutti i loro libri sono stati donati ad associazioni e biblioteche.

Nel 2012, all’età di 89 anni, Roberto Roversi si è spento nella sua città d’origine e al suo cordoglio si sono uniti tutti. I cantanti, i poeti, gli scrittori e gli intellettuali di Bologna e dell’Italia intera, ma la sua attività fatta di letteratura e poesia civile, di impegno e di passione, si è trasformata per il nostro Paese in una preziosa eredità che porterà per sempre la sua firma.

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