Evita Perón, luci e ombre della donna simbolo dell’Argentina

María Eva è diventata in poco tempo la stella più luminosa di tutto il Paese. Ma la luce accecante si sa, è destinata a creare ombre intorno a sé

Pubblicato: 24 Marzo 2022 14:07

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il 7 maggio del 1919 nasceva a Los Toldos María Eva Duarte, conosciuta da tutto il mondo con il nome di Evita Perón. Seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón e First Lady dell’Argentina, la donna è stata un’attrice, una politica e una filantropa argentina diventando. È stata il simbolo di un Paese intero.

A distanza di oltre mezzo secolo dalla sua morte il suo nome, così come quella vita intensa fatta di luci della ribalta e di ombre che aleggiano sul potere detenuto dalla ex First Lady, continua a echeggiare nel mondo intero.

Si parla di Evita l’eroina, la sognatrice, la donna potente, quella dal carisma e dal fascino indiscusso, la stella che brilla di luce propria, la guida di una nazione intera. Ma chi era davvero questa giovane donne dai capelli biondi che nessuno può dimenticare?

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Evita Perón

La piccola grande Evita

María Eva Duarte, soprannominata affettuosamente Evita, nasce il 7 maggio del 1919 in un piccolo villaggio rurale a Los Toldos situato a circa 300 chilometri da Buenos Aires. Ultima di cinque fratelli e figlia illegittima di Juan Duarte, Evita cresce in condizioni umilissime, ma ha sogni grandi e straordinari che vuole realizzare.

Attende il compimento di quindici anni per lasciare il suo villaggio e la sua casa per scappare a Buenos Aires. Ha già le idee chiare: vuole diventare un’attrice di successo, una stella del cinema. Ma la vita in città non è esattamente come se l’era immaginata.

Evita, infatti, non ha conoscenze influenti sul territorio, ha origini umili e non ha mai studiato recitazione. Ha dalla sua parte solo la bellezza, la forza di volontà e il carisma, peculiarità che la portano lontano, non prima di aver attraversato la strada di pettegolezzi che si apre davanti a lei.

Eppure ci riesce a segnare un primo e piccolo traguardo, nel 1939, infatti, diventa conduttrice radiofonica. La sua voce intensa e determinata entra prepotentemente nelle case degli abitanti della città e coinvolge. María Eva non lo sa ancora, ma sta per diventare la stella più luminosa di tutto il Paese. Ma la luce accecante si sa, è destinata a creare ombre intorno a sé.

L’incontro con Juan Domingo Perón

Mentre Evita lavora faticosamente e in maniera determinata alla sua carriera, collezionando esperienze teatrali di successo, incontra quello che diventerà il grande amore della sua vita, Juan Domingo Perón. L’uomo ai tempi è solo il sottosegretario del Ministero del Lavoro e ha 24 anni più di lei, ma è un uomo affascinante e di potere che non passa inosservato.

I due si conoscono in occasione di una raccolta fondi. Basta uno sguardo per far scoccare la scintilla di un fuoco ardente destinato a non spegnersi più. Evita e Juan si innamorano sotto gli sguardi degli increduli, di chi critica l’attrice di aver scelto l’uomo potente solo per un tornaconto personale. Ma a discapito di quello che sembra solo un colpo di fulmine destinato a bruciare in fretta, il 22 ottobre del 1945 i due convolano a nozze.

La presenza di Juan, al suo fianco, si trasforma in poco tempo in un faro che illumina e stravolge la sua vita. Diventa la donna potente al fianco di un uomo altrettanto importante sul fronte politico, sociale e nazionale, a Peròn infatti viene affidato il Ministero della Guerra e la vicepresidenza della Nazione.

Eppure il ruolo di Eva non si limita a essere marginale rispetto a quello di suo marito, né tanto meno i successi lavorativi collezionati dalla donna sono da attribuire solo al suo compagno di vita. Evita è una donna forte, straordinaria e carismatica e alla gente piace.

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Evita Perón e Juan Domingo

Il simbolo della Nuova Argentina

Il 24 febbraio 1946, a seguito delle proteste dell’anno precedente, delle occupazioni degli descamisados e del Giorno della lealtà, Juan Domingo Perón viene eletto presidente della Repubblica Argentina. Il popolo del Paese ha un nuovo leader ma non è solo, al suo fianco c’è Evita, e insieme saranno il simbolo di una nuova nazione.

Tutti parlano della First Lady, tutti apprezzano il suo modo di parlare, di agire, di coinvolgere le masse. Evita diventa il simbolo del riscatto, proprio lei che dalle sue umili origini è diventata la moglie del presidente. A lei il compito di rivendicare i diritti delle classi sociali più povere.

Il potere però nasconde delle ombre, e i malpensanti sono occupati a sottolinearle tutte. La First Lady si dedica agli umili ma lo fa con abiti di lusso e gioielli costosi. È una regina del popolo che si comporta, però, da diva hollywoodiana.

Ma gli sguardi sospettosi degli altri non bastano a fermare l’ascesa della donna. Juan ed Evita sono una coppia forte e potente, sono i portavoce del movimento politico e sociale condotto dal presidente, il cosiddetto peronismo, che vuole promuovere un’Argentina Nuova, di cui proprio la coppia ne diventa il simbolo.

Evita, che fino ad allora non si è mai occupata di politica, affianca il marito. Per le donne diventa subito una trend setter da imitare: tutte si tingono i capelli, tutte cercano gli abiti eleganti che la donna sfoggia nelle occasioni pubbliche.

Evita è la donna del popolo, quella che cattura l’attenzione delle masse, che le coinvolge, che le sostiene. A seguirla ci sono le operaie, le casalinghe, le donne che fanno parte di quella classe sociale che lei vuole tutelare, la stessa in cui è nata. Questo è il suo riscatto. La First Lady non è solo l’ombra del presidente, ma è la sua compagna, la sua complice.

Evita lavora per le donne, fonda il Partito Peronista Femminile nel 1949 e continua a dedicarsi ai diritti dei lavoratori ogni giorno della sua vita. Visita fabbriche, scuole e ospedali ed è al fianco dei sindacati. Ma il suo nome non è solo sulla bocca dei suoi cittadini, la donna viene incaricata di rappresentare il marito in Europa, così inizia a viaggiare. È già una leggenda: tutti la accolgono con entusiasmo.

Luci e ombre della First Lady

A guardarla con sospetto, però, non sono solo i malpensanti ma anche la Svizzera. La First Lady è accusata di portare il tesoro dei nazisti in salvo nelle banche di quel Paese. Un’ombra, questa, destinata ad aleggiare sulla testa della moglie del presidente.

Un’ombra che però non cancella affatto quello che Evita fa per il suo Paese. Continua, infatti, a lavorare per gli altri, per il popolo. Crea la Fondazione Eva Peròn con la quale si dedica assiduamente alle donne, alle ragazze madri, ai bambini e agli anziani.

Don’t cry for me Argentina

Quando il 26 luglio 1952 Evita muore a causa di un cancro alle ovaie a soli 33 anni, il Paese intero è in lutto. In soli 7 anni, infatti, la donna era diventata la leggenda argentina, l’eroina della nazione, un mito. Il 1 maggio del 1952 appare in pubblico con la voce rotta dall’emozione, quasi consapevole che quella è la sua ultima apparizione, l’ultimo abbraccio al suo popolo. Il 5 novembre dello stesso anno la First Lady si spegne.

Tutta la Nazione piange. Lo fanno i sindacati che avevano trovato in lei un’alleata, lo fanno le donne che la consideravano una vera e propria guida, lo fanno i giovani, gli anziani e anche i bambini. Per due settimane, milioni di persone provenienti da tutto il Paese si mettono in cammino per dare l’ultimo saluto alla donna. Si creano chilometri di file e ore di attesa per sfiorare la teca di vetro dove giace il corpo imbalsamato di Evita.

Don’t Cry for Me Argentina, sembra voler dire lei intonando il brano musicale composto anni dopo da Andrew Lloyd Webber, ma non farlo è impossibile. L’Argentina ha perso la sua eroina.

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Evita Perón

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