Negli ultimi anni, la Popillia Japonica è arrivata in Italia e si è ampiamente diffusa nelle regioni del nord, dove ha trovato il suo habitat ideale per la riproduzione. Questo insetto, conosciuto anche come coleottero giapponese, appartiene ad una specie estremamente infestante e può provocare numerosi danni sia ai giardini che alle piante, rappresentando dunque un vero pericolo per l’agricoltura. A maggior ragione nel nostro Paese, dove – essendo una specie aliena – non ha nemici naturali che possano contrastare la sua diffusione. Scopriamo quali sono i danni che provoca la Popillia Japonica e come liberarcene.
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Cos’è la Popillia Japonica
Partiamo dall’identikit della Popillia Japonica – come si dice, è bene conoscere il nemico per poterlo combattere. Il coleottero giapponese, o scarabeo giapponese, è un insetto appartenente alla famiglia degli scarabeidi, molto infestante e particolarmente dannoso per l’ambiente. È originario del Giappone, dove vive soprattutto nelle regioni di Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu. Tuttavia, nel corso degli anni si è rapidamente diffuso in gran parte del mondo, causando numerosi problemi in particolar modo all’agricoltura.
L’insetto ha una forma ovale, con il corpo dal colore verde brillante metallico e le elitre bronzo o rame. Gli esemplari adulti possono raggiungere una lunghezza compresa tra gli 8 e gli 11 millimetri, nonché una larghezza di 5-7 millimetri (i maschi tendono ad essere più piccoli delle femmine). Inoltre sono dotati di peli bianco-grigiastri lungo la parte inferiore dell’addome e di piccole antenne spesso ripiegate e nascoste. Le femmine producono da 1 a 3 uova ogni volta, le quali si schiudono dopo circa 10 giorni: lo stato larvale dura alcune settimane, quindi il coleottero inizia a svilupparsi e diventa adulto nel giro di un paio d’anni.
Dove è diffusa la Popillia Japonica
Abbiamo visto che la Popillia Japonica è originaria del Giappone, ma sono ormai molti anni che si è diffusa ben al di fuori del suo areale: dopo aver raggiunto la Cina, la Russia, il Canada e gli Stati Uniti, è arrivata anche in Europa. Grazie al clima favorevole e all’ampia disponibilità di piante dalle quali sono attratti, i coleotteri giapponesi sono giunti in Italia nel 2014, soprattutto lungo le sponde del Ticino – sia sul versante lombardo che su quello piemontese. Da qui, la diffusione è stata piuttosto rapida, coinvolgendo tutto il territorio della Lombardia e del Piemonte.
Popillia Japonica: i danni che può provocare
Perché la Popillia Japonica è così pericolosa? Iniziamo col dire che non c’è nulla di cui preoccuparsi per la nostra salute: questo insetto non morde e non punge, quindi non rappresenta una fonte di allarme per l’uomo. È tuttavia causa di gravissimi danni per l’agricoltura e, più in generale, per gli spazi verdi. In Giappone, tali danni sono facilmente tenuti sotto controllo. Essendo infatti un insetto endemico, il coleottero ha sviluppato numerosi predatori naturali che riducono la sua popolazione, riducendo il rischio di diffusione incontrollata e di gravi conseguenze per l’ambiente.
In Italia, purtroppo, la situazione è ben diversa: la Popillia Japonica è una specie aliena e fortemente infestante, che non trovando alcun predatore naturale ad arginarla può tranquillamente diffondersi senza problemi. Nel giro di pochi anni, in effetti, è diventata uno dei più gravi pericoli per l’agricoltura. Sono due le fasi principali della vita di questo coleottero, e in entrambi i casi è in grado di provocare numerosi danni. Al suo stato larvale, la Popillia si nutre principalmente delle radici delle piante erbose. Questo significa gravi inconvenienti per prati e parchi, dove il tappeto erboso viene completamente distrutto (senza le radici, perde la sua capacità di assorbire acqua).
Quando le larve diventano esemplari adulti, iniziano i veri problemi per l’agricoltura: la Popillia inizia a nutrirsi delle foglie, dei fiori e dei frutti di una gran varietà di piante diverse, soprattutto nelle giornate di sole. Il coleottero, inoltre, sprigiona dei particolari feromoni durante il suo “attacco” verso le piante, attirando numerosi altri insetti e aggregandosi così in colonie che producono danni sempre più gravi. Tra le specie colpite, possiamo elencare il mais, la soia, la fragola, il pomodoro, il peperone, la vite, il susino, il pero, il pesco, il lampone, il mirtillo, il nocciolo e la rosa – ma in totale si contano oltre 300 varietà in pericolo.
Come fare disinfestazione
La lotta contro la Popillia Japonica è diventata davvero difficile negli ultimi anni, ed è importante la collaborazione di tutti affinché il pericolo per l’agricoltura non si diffonda sempre più velocemente. Cosa possiamo fare in caso di infestazione nel nostro giardino o nell’orto? Se riusciamo ad agire per tempo, quando gli esemplari sono ancora pochi, c’è ampio margine per proteggere le nostre colture. La prima mossa da fare consiste nel catturare gli insetti manualmente (come abbiamo visto, non sono pericolosi) ed eliminarli.
Basta mettere un secchio pieno di acqua saponata al di sotto della pianta colpita e poi scuoterla vigorosamente, in modo da far cadere i coleotteri. È meglio intervenire la mattina presto o la sera, dopo il tramonto, quando gli insetti sono meno attivi e non possono fuggire facilmente. Quando le temperature sono inferiori ai 20°C, infatti, la Popillia Japonica tende a cadere a terra e non a volare via. Naturalmente, ci sono alcuni rimedi chimici molto utili per combattere questa minaccia per l’agricoltura. Gli insetticidi, tuttavia, dovrebbero essere utilizzati solamente da chi è in possesso di un apposito tesserino.
Possiamo provare con qualche rimedio naturale? Il principale è l’olio di Neem, un olio vegetale estratto dai semi della Azadirachta indica, spesso usato anche nell’industria farmaceutica e cosmetica per le sue innumerevoli proprietà. In questo caso, possiamo sfruttare la sua azione antiparassitaria, sia per combattere l’invasione di Popillia Japonica che per prevenirla. Il prodotto si può trovare facilmente online o nei negozi di giardinaggio, essendo in libera vendita. È un ottimo repellente contro il coleottero giapponese, da spruzzare sulle piante e sul terreno circostante. L’ideale è farlo da maggio a settembre, quando l’insetto è più attivo.
Infine, in ottica preventiva, assieme all’olio di Neem possiamo installare delle reti anti-insetto. Sono anche queste reperibili ovunque e molto facili da realizzare con il fai da te, inoltre si rivelano efficaci contro un gran numero di parassiti e di uccelli. Queste reti vanno messe a protezione delle piante più sensibili all’attacco della Popillia Japonica, offrendo un effetto barriera utile per ridurre il rischio che l’insetto colpisca i nostri alberi da frutto.