Omeopatia: cos’è e su cosa si basa la medicina dolce

La medicina omeopatica si basa sul concetto di similitudine e sulla capacità di autoguarigione dell’organismo. Vediamo di cosa si tratta

Pubblicato: 16 Dicembre 2021 11:00

Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Cos’è e su cosa si basa

L’omeopatia è una medicina alternativa ideata nella seconda metà del 1700 da un medico tedesco, Christian Friedrich Samuel Hahnemann. Considerata una medicina dolce, l’omeopatia è una metodologia clinica e terapeutica che consiste nel trattare disturbi e malattie basandosi sul principio di similitudine. L’omeopatia si basa sul principio di similitudine, cioè sul fatto che “il simile cura il simile”. Il termine omeopatia deriva dall’unione di due parole di origine greca, “òmoios” e “pàthos”, ed è traducibile con “simile alla sofferenza”. Secondo la medicina omeopatica, somministrando dunque a un paziente un rimedio che in una persona sana scatenerebbe le medesime reazioni della malattia, nel paziente si possono innescare meccanismi che consentono l’autoguarigione della persona.

Per dare inizio a una risposta di guarigione nell’organismo, la medicina omeopatica utilizza medicinali omeopatici sotto forma di granuli o gocce ottenuti da principi attivi di origine vegetale, minerale o animale, molto diluiti e quindi privi di rischi o di effetti collaterali. In pratica, per preparare un medicinale omeopatico, viene inizialmente diluita una goccia di principio attivo in acqua; successivamente si preleva una goccia della soluzione e la si diluisce di nuovo in acqua; il procedimento continua fino a un determinato numero di diluizioni. Tra una diluizione e quella successiva, la soluzione viene dinamizzata, cioè agitata in modo vigoroso. La dinamizzazione consentirebbe alla piccola quota di principio attivo di entrare in contatto con ogni molecola di acqua e consentire così al farmaco omeopatico di fare effetto. Nella medicina omeopatica, infatti, si ritiene che l’acqua mantenga una memoria di ciò con cui è stata a contatto e che i medicinali omeopatici abbiano efficacia proprio grazie alla memoria dell’acqua.

Differenze tra omeopatia e fitoterapia

La prima differenza tra omeopatia e fitoterapia ed erboristeria è che nei prodotti erboristici, nei fitoterapici e negli integratori alimentari venduti in erboristeria, i componenti attivi sono esclusivamente di origine vegetale, dunque ricavati da piante, raramente minerali, mentre nell’omeopatia possono essere impiegati anche principi attivi di origine animale. In secondo luogo, all’interno dei prodotti erboristici e dei farmaci vegetali, il fitocomplesso o il principio attivo sono presenti in una determinata quantità, tale da produrre un effetto fisiologico o terapeutico. Nel farmaco omeopatico, invece, il principio attivo di partenza viene diluito e non sembra essere presente nemmeno in tracce nel prodotto finito.  Le terapie omeopatiche, infine, dovrebbero essere prescritte dal medico e vendute solo in farmacia.

Perché funziona

Sebbene la comunità scientifica a oggi non sia riuscita a spiegare o a provare l’efficacia dell’omeopatia, moltissime persone sostengono di aver risolto i propri problemi di salute grazie alle terapie omeopatiche. Le ragioni per cui l’omeopatia funziona potrebbero essere diverse, ma il motivo più plausibile è legato probabilmente all’effetto placebo. L’effetto placebo, infatti, nonostante sia percepito come negativo è una risorsa importante nel trattamento di svariati disturbi e funziona non solo su esseri umani adulti, ma anche su bambini e animali.

Per capire quanto possa essere potente e utile l’effetto placebo bisogna considerare alcuni aspetti legati agli stati di malessere. Innanzitutto, a volte i sintomi che vengono percepiti da alcune persone non hanno in realtà una causa fisiologica e non sono riconducibili a una patologia. Ad esempio, può succedere che problemi digestivi come reflusso gastrico, gonfiore addominale, dolori muscolari o articolari, mal di testa, insonnia e altre problematiche abbiano un’origine psicosomatica e siano legate più a stati emotivi come l’ansia che non a un problema di salute. In secondo luogo, bisogna tenere presente che ansia, agitazione e altri disturbi dell’umore e dell’emotività possono ridurre le difese immunitarie dell’organismo predisponendo in misura maggiore alla comparsa di malesseri, dolore e anche a patologie. Quando il disturbo accusato non è provocato da una malattia è possibile ristabilire il benessere agendo sullo stato psicologico e, in questo contesto, l’effetto placebo può essere particolarmente utile. L’effetto placebo però non funziona su tutte le persone allo stesso modo e questo potrebbe spiegare come mai l’omeopatia e altre medicine alternative riescano ad apportare benefici ad alcuni pazienti e non ad altri.

Come assumere i rimedi omeopatici

Anche se ad oggi non è stata riscontrata la presenza di un principio attivo all’interno dei farmaci omeopatici, l’omeopatia prevede ugualmente dosaggi, modi e tempi di somministrazione precisi. I rimedi omeopatici devono infatti essere assunti lontano dai pasti, lasciando agire i granuli o le gocce sotto la lingua per almeno venti secondi prima di deglutire. È infine necessario evitare di mangiare, bere, fumare subito prima o subito dopo aver assunto un rimedio omeopatico.

Controindicazioni ed effetti collaterali

I rimedi omeopatici non hanno nessuna controindicazione e nessun effetto collaterale, poiché di fatto non contengono principi attivi. L’unico rischio che si potrebbe correre assumendo medicinali omeopatici è quello di abbandonare terapie convenzionali prescritte dal medico, con il conseguente pericolo di peggiorare le proprie condizioni di salute. A questo proposito occorre però sottolineare che le terapie omeopatiche possono essere prescritte solo da un medico, dunque da una persona preparata e competente, assolutamente in grado di decidere quando intervenire con una terapia farmacologica e quando invece è possibile far ricorso a una terapia omeopatica.

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