Il melone a dieta sì o no?

Il melone fa davvero ingrassare? Scopri cosa dice la scienza sul frutto estivo più discusso e come inserirlo nella dieta in modo sano e intelligente.

Pubblicato:

Gaia Masiero

Editor specializzata in Alimentazione & Benessere

Digital Content Specialist, è autrice di articoli su alimentazione e benessere per i quali si avvale del supporto di nutrizionisti e dietisti.

Con l’arrivo dell’estate, il melone torna protagonista delle nostre tavole, sia come frutto sia come portata fredda principale, magari servito assieme a del prosciutto crudo. Succoso, profumato e ricco di acqua, è spesso inserito nelle diete ipocaloriche ma anche tacciato, a volte senza fondamento, di far ingrassare per via del suo sapore dolce e del suo indice glicemico. Ma cosa c’è di vero? Il melone è davvero un alimento da evitare se si vuole dimagrire o mantener il peso forma? Ecco cosa vale la pena di sapere sul tema e qualche indicazione per conoscerlo davvero e mangiarlo senza troppi pensieri.

Cos’è e la storia

Il melone, Cucumis melo, è un frutto che accompagna la storia dell’uomo da millenni: già coltivato in Persia e in Egitto, è arrivato in Europa grazie ai Greci e ai Romani. Oggi in Italia si consumano principalmente due varietà: il melone retato (con la buccia a rete) e il melone liscio, più comune al Sud. Secondo i dati ISTAT, il consumo pro capite di melone in Italia è tra i più alti in Europa, con picchi tra giugno e agosto. Non sorprende: il melone è rinfrescante, idratante e molto versatile, perfetto come antipasto, spuntino o persino dessert naturale.

Il profilo nutrizionale

Il melone è davvero così zuccherino da poter rappresentare un problema per la nostra linea? Ed è un frutto calorico o possiamo considerarlo dietetico?

Calorie & Co

Per mettere a fuoco questo frutto e capire di più sugli effetti che può avere sul nostro corpo, ecco la tabella nutrizionale diffusa dal CREA, alla quale come sempre ci rivolgiamo per avere dei dati indicativi, visto che i valori possono variare da frutto a frutto, ma ugualmente attendibili:

Nutriente Per 100 g di prodotto
Acqua (g) 90,1
Energia (kcal) 34
Proteine (g) 0,8
Zuccheri solubili (g) 7,4
Fibra totale (g) 0,7

Dal punto di vista calorico, il melone si colloca tra i frutti più light. Per fare un confronto: 100 g di banana forniscono circa 89 kcal, l’uva circa 70, la mela 52.

Indice glicemico vs carico glicemico

Il melone ha un indice glicemico relativamente alto (65-70), ma un carico glicemico basso. Questo significa che, nonostante innalzi rapidamente la glicemia, la quantità complessiva di zuccheri per porzione è modesta, quindi l’effetto metabolico è ridotto. Molti studi suggeriscono che il carico glicemico è un indicatore molto più affidabile del rischio metabolico rispetto al semplice IG.

Il melone fa ingrassare?

Demonizzare un singolo alimento è una scorciatoia pericolosa e spesso fuorviante. Il melone, da solo, non può essere ritenuto responsabile di un aumento di peso: ciò che incide realmente è l’insieme delle abitudini alimentari quotidiane e il bilancio energetico complessivo — ovvero il rapporto tra le calorie introdotte e quelle consumate. In un regime alimentare equilibrato, il melone può anzi giocare un ruolo positivo: con il suo elevatissimo contenuto d’acqua (oltre il 90%) e una modesta presenza di fibre, contribuisce al senso di sazietà e all’idratazione, due fattori spesso sottovalutati nella gestione del peso. Non solo: la sua dolcezza naturale lo rende una valida alternativa a merendine, snack confezionati e dessert ad alto contenuto calorico, spesso ricchi di zuccheri raffinati e grassi saturi.

Zuccheri naturali e risposta insulinica

Gli zuccheri presenti nel melone sono naturali, accompagnati da fibra, acqua e micronutrienti. La loro risposta insulinica è modulata da diversi fattori: attività fisica, abbinamenti con altri alimenti (come una fonte proteica), orario di assunzione, e stato metabolico della persona.

Il beta-carotene

Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Biochemistry and Nutrition (2021) ha dimostrato che l’elevato contenuto di beta-carotene nel melone può migliorare la sensibilità insulinica e ridurre i marker infiammatori, contribuendo a un miglior metabolismo glucidico — soprattutto nei soggetti con sindrome metabolica.

Quando prestare attenzione

Dunque via libera al melone? Sì, ma con un po’ di attenzione in questi casi.

Diabete e insulino-resistenza

Chi soffre di diabete di tipo 2 o ha una forma di insulino-resistenza deve comunque valutare con il nutrizionista la quantità e la modalità di consumo del melone. Non è vietato, ma va integrato con attenzione nel piano alimentare, magari associandolo a proteine o grassi buoni per rallentare l’assorbimento degli zuccheri.

Fa male la sera, vero o falso?

Molti evitano il melone la sera, temendo che tutti gli zuccheri si trasformino in grasso. È una semplificazione. Il metabolismo notturno rallenta, ma non si spegne: ciò che conta è il totale calorico della giornata. Tuttavia, in soggetti sedentari, può essere utile consumare frutta zuccherina preferibilmente al mattino o dopo l’attività fisica.

I benefici oltre la dieta

Grazie al suo contenuto di acqua e potassio, il melone è un valido alleato contro la disidratazione estiva. La fibra (pur non elevatissima) contribuisce a regolarizzare il transito intestinale e il beta-carotene è un precursore della vitamina A, fondamentale per la salute della pelle e della vista. Inoltre, il melone è ricco di vitamina C, un potente antiossidante che sostiene il sistema immunitario e la sintesi del collagene.

Come consumarlo e abbinarlo senza sensi di colpa

Una porzione consigliata di melone corrisponde in media a 150-200 grammi, ovvero circa mezza fetta grande. Si tratta di una quantità che apporta meno di 70 kcal, con un elevato potere saziante grazie all’alta percentuale di acqua e alla presenza, seppur moderata, di fibre. Ma il vero valore aggiunto di questo frutto estivo sta nella sua versatilità a tavola, soprattutto se consumato in modo strategico. Da solo, è perfetto come spuntino rinfrescante, specie nelle ore più calde della giornata. Ma può diventare anche parte integrante di pasti equilibrati, grazie a combinazioni mirate con altri alimenti che ne potenziano i benefici nutrizionali. Ecco alcune idee di abbinamento intelligenti, pensate per rispondere a diverse esigenze — dalla colazione leggera alla cena estiva:

Fonti bibliografiche

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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