Bacteriofobia: cos’è la paura dei microbi

Vediamo cos'è la bacteriofobia: molte persone temono in modo eccessivo la presenza di questi microbi. Cercare di eliminarli è per loro una vera e propria ossessione

Pubblicato: 15 Settembre 2023 09:21

Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

La fobia consiste in una paura irrazionale e sproporzionata rispetto al reale pericolo, che risulta essere opprimente e spesso debilitante in chi la vive. Normalmente si sviluppa verso un oggetto, un luogo, una situazione o un animale. Tale sensazione è amplificata rispetto alla paura così come è tradizionalmente conosciuta e divampa quando una persona avverte un senso di pericolo esagerato o irrealistico rivolto verso una situazione o un oggetto. Quando tale condizione viene trascurata e progredisce, rischia di diventare grave e fuori controllo tanto da portare la persona a organizzare la propria vita in modo limitante cercando di evitare il più possibile la causa dell’ansia, oltre a vivere in una perenne angoscia.

Le fobie rientrano tra i disturbi riconducibili all’ansia ed è causata da determinati oggetti o particolari situazioni e circostanze e si può manifestare con i tipici sintomi dell’attacco di panico ma potrebbe anche non presentarsi alcun disturbo evidente fino al momento in cui si entra in contatto con la fonte di tale reazione. In alcuni casi anche solo il pensiero può far diventare la persona ansiosa o in preda a vero e proprio panico, condizione definita appunto “ansia anticipatoria”.

La Dott.ssa Livia Del Monte – Psicologa dello Sviluppo e dell’Educazione e Psicologa dello Sport, ROMA ha commentato: “Colui che soffre di fobia è terrorizzata anche solo dall’idea di venire a contatto con l’oggetto o con la situazione fobica. Questa paura intensa e irrazionale determina sintomi fisici, come una copiosa sudorazione, la tachicardia, il senso di soffocamento, la nausea, i tremori e le vertigini. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione anche i diversi sintomi psicologici, come ad esempio: senso di angoscia e insoddisfazione generale, ansia, tensione, allerta e nervosismo”.

Bacteriofobia: cosa è

La bacteriofobia è un disturbo di natura psicologica che porta le persone ad avere una paura marcata, eccessiva e irragionevole verso i microbi perché si è convinti che possano riuscire a ledere il loro stato di salute. Per evitare che ciò avvenga, iniziano ad aumentare le precauzioni igieniche in maniera incontrollata. È una vera e propria ossessione per i batteri che si cerca di combattere attraverso dei veri e propri rituali di pulizia. La finalità è quella di evitare la malattia o la morte per propria trascuratezza nell’igiene.

Chi ne soffre vive nel costante terrore di essere contaminati anche solo toccando una superficie o un oggetto e automaticamente ritrovarsi a contatto con dei germi con tutte le conseguenze del caso. Diventa quindi fondamentale per la persona che ne è affetta esporsi il meno possibile a tutte quelle situazioni che potrebbero essere rischiose e attuare in maniera ossessiva una serie di comportamenti di pulizia rivolti verso di sé o verso l’ambiente che la circonda. Batteri e virus, infatti, possono annidarsi ovunque. Tale paura preclude quindi un approccio sereno alla vita sociale, al muoversi sui mezzi pubblici e a entrare in contatto con tutti quegli oggetti, situazioni, luoghi e persone che potrebbero contaminarli. “Il contatto o la semplice idea di essere contaminati o esposti allo sporco causano un forte senso d’angoscia che, per essere tenuto erroneamente sotto controllo, va a determinare persistentemente dei comportamenti rituali, talvolta intrusivi quando si sta cercando di pensare o fare altre cose” approfondisce la Dottoressa Del Monte.

Si arriva così a vivere con il perpetuo fastidio nel pensare di avere sul proprio corpo e nelle proprie case organismi invasori ma, allo stesso tempo, si è terrorizzati all’idea di contrarre malattie che questi germi possono veicolare. Proprio per questo motivo l’igiene corporea diventa maniacale: ci si lava spessissimo le mani in modo da ridurre al minimo la probabilità di contrarre patologie contagiose e che si reputano pericolose. Tale atteggiamento viene portato all’estremo tanto da diventare una vera e propria distorsione mentale.

Spesso anche gli abiti possono rappresentare un cruccio e si tende a lavarli a temperature elevatissime e, in alcuni casi, anche più volte per assicurarsi che siano abbastanza puliti. Stesso trattamento lo riceve anche la casa con particolare attenzione a spazzole e spazzolini da denti.

Eccedere nelle precauzioni igieniche spesso è un campanello di allarme per questo disturbo.

Esistono anche altri termini ad indicare queste paure: germofobia e misofobia e indicano entrambe la medesima paura di entrare a contatto con i germi. Poi esiste anche la rupofobia e cioè la paura di venire a contatto con lo sporco ma, in questo caso, il solo pensiero della fonte di contaminazione che potrebbe essere già vicina, è stimolo per l’attivazione fobica e quindi è più identificabile come un disturbo d’ansia.

Se non si affronta attraverso un adeguato percorso terapeutico, tale disturbo può arrivare ad avere ripercussioni negative sulla quotidianità limitando seriamente la vita sociale e lavorativa compromettendo ancor di più la psiche.

Sintomi

Chi ne soffre prova un forte senso di disagio, angoscia e repulsione verso l’oggetto della fobia (in questo caso all’esposizione allo sporco, contatto interumano, potenziale trasmissione di germi) ed è spesso portato ad attuare tutta una serie di strategie e azioni con il fine di evitare qualsiasi contaminazione dei cibi, l’esposizione ai fluidi corporei di altre persone, cercando di mantenere sempre una igiene personale perfetta, pulire e disinfettare costantemente gli ambienti in cui si vive, lavarsi frequentemente le mani e abbondare anche con le docce. Si ha inoltre la tendenza a non toccare gli oggetti che sono stati in precedenza passati di mano in mano, si sente frustrazione e stress costanti se gli oggetti non sono sistemati secondo un preciso ordine o simmetria, si ha paura di contrarre una malattia dopo aver toccato persone, animali oppure oggetti che vengono reputati non puliti.

Si evitano anche i mezzi pubblici e non si frequentano nemmeno i bagni pubblici, si tende a indossare la mascherina e guanti anche in circostanze che non lo necessitano, non si usa il bancomat, ci si disinfetta le mani più del necessario, non si condivide il cibo con nessuno, si puliscono in maniera scrupolosa oggetti, mobili, abiti e altro con detergenti e disinfettanti.

Quando poi la persona viene a contatto con dei germi o oggetti non considerati puliti si possono manifestare i seguenti sintomi: instabilità, vertigini e stordimento, nausea, disturbi di stomaco, tachicardia, mancanza di respiro, tremori, capogiri, sudorazione fredda fino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico o, nei casi più gravi anche ad agorafobia o isolamento sociale.

Quali sono le cause?

Non è facile trovare una causa vera e propria che porta un individuo a soffrire di questa fobia. Sicuramente è in corso un conflitto interno (inconscio) di tipo morale e magari legato a qualche evento doloroso, drammatico e traumatizzante presente nel proprio vissuto e che non si è riuscito a metabolizzare e quindi ad accettare e razionalizzare. Ne risulta quindi un senso di inadeguatezza e insicurezza che fanno sentire la persona insoddisfatta della propria vita, anche solo per alcuni aspetti.

Può essere un fattore scatenante l’aver ricevuto una educazione troppo rigida o l’essersi scontrato con aspettative troppo elevate dei genitori, fattori che possono aver influito negativamente sulla psiche della persona che ha dovuto convivere con un costante senso di disagio profondo che lo ha portato negli anni a voler controllare la propria igiene. Anche l’aver avuto un preesistente disturbo d’ansia può essere una causa che, in combinazione con altre, ha scatenato la fobia.

Quali trattamenti sono utili per risolvere il problema?

Se tali sintomi sono presenti e persistenti da oltre sei mesi rendendo la quotidianità difficile e spesso anche invalidante, è consigliabile intervenire con un percorso mirato alla gestione degli stimoli ansiogeni e delle conseguenti manifestazioni. La prima cosa da fare è quella di rivolgersi a uno psicologo che aiuti la persona a capirne le origini e guidarla passo dopo passo nel percorso più adatto alla sua situazione monitorandone gli sviluppi e supportando la persona in caso di bisogno.

Di norma, sono contemplati tre approcci in tal senso.

Quello farmacologico per tenere a bada gli stati ansiosi, quello terapeutico (cognitivo-comportamentale) che comprende anche un valido supporto nel riportare la persona a vivere la propria vita tenendo a bada questa fobia. Ciò avviene avvalendosi di tecniche di esposizione e conseguente prevenzione della risposta e che prevedono il contatto con lo sporco temuto al fine di superarne la paura. La Dottoressa Del Monte ci conferma quanto detto: “Pertanto, l’intervento secondo l’approccio della psicologia cognitivo-comportamentale ha come scopo quello di indurre e di sostenere il paziente nella razionalizzazione della propria paura, aiutandolo a concentrarsi sulla valutazione di differenti possibilità di reagire ai pensieri fobici e di modificare, conseguentemente, il circolo vizioso. Questo processo di intervento guida il paziente nell’affrontare le convinzioni negative e irrazionali associate alla bacteriofobia, ridimensionandole al fine di comprendere l’alternativa di gestione e di reazione più adeguata e funzionale.”

Esiste poi anche la Realtà Virtuale in cui si porta il paziente a vivere una esperienza immersiva sempre coadiuvato dallo psicoterapeuta e, in un ambiente controllato e monitorato, si potrà vivere in modo progressivo i diversi stimoli passando da uno più conciliante a quello più temuto. Questo permette alla persona di vivere e affrontare la propria paura con il costante supporto di una figura professionale al fianco che lo monitora e che lo aiuta a superarla.

È anche spesso utilizzata la tecnica del biofeedback dove si impara a individuare e controllare le risposte del corpo proprio di fronte allo stimolo che provoca la fobia.

Sarà premura dello specialista scegliere il percorso più adatto in base al vissuto e alla condizione del paziente.

 

Fonti bibliografiche

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