Fisico mediterraneo? La dieta ideale ti concede il fritto

Se hai un corpo “a pera” dimentica le diete tristi e mortificanti. È possibile dimagrire mangiando fettine panate o una coppa di buon gelato artigianale

Pubblicato: 7 Febbraio 2020 08:00Aggiornato: 12 Maggio 2022 13:00

Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Se hai spalle e punto vita stretti e fianchi e gambe un po’ rotondi, appartieni al biotipo ginoide, caratterizzato da un accumulo adiposo localizzato sui glutei e nelle zone laterali delle cosce, mentre sarà meno evidente nella parte alta del corpo, per questo viene definito “a pera”. Una conformazione fisica tipica delle donne mediterranee che però può interessare anche alcuni uomini a causa di una ridotta sintesi di testosterone o per una eccessiva assunzione di cibi ricchi di sostanze ad azione estrogenica (come prodotti a base di soia o carni di animali a cui siano stati somministrati steroidi anabolizzanti, in particolare il pollo e il vitello). Il problema è che molto spesso le persone che presentano questo tipo di obesità, detta anche “epato-adrenergica”, hanno molta difficoltà a dimagrire nei punti giusti e spesso sono costrette a seguire diete tristi e mortificanti che non raggiungono l’obiettivo preposto. Per perdere adipe e rimodellare il corpo, c’è bisogno di un lavoro di squadra che interessi sia il fegato, regista di tutto il metabolismo corporeo, sia la tiroide. 

 Sì alla frittura

“La programmazione nutrizionale – spiega il dott. Fausto Aufiero, medico chirurgo, nutrizionista ed esperto di Bioterapia Nutrizionale – dovrà prioritariamente attivare il fegato sia in modo diretto che in modo indiretto. La stimolazione diretta avverrà attraverso la modalità frittura degli alimenti, impiegando esclusivamente olio extravergine d’oliva, mentre quella indiretta si realizzerà con una sollecitazione tiroidea, attraverso alimenti ricchi di iodio, ma anche favorendo gli scambi di membrana tramite la capsaicina contenuta nel peperoncino piccante. Sarà utile, inoltre, incrementare l’ossigenazione tessutale e il trasporto biochimico delle sostanze attraverso l’impiego di alimenti ricchi di ferro e sollecitando la velocità di funzionamento cellulare con l’apporto dell’acido citrico del limone o del pompelmo”. 

Cosa evitare

Al contrario – suggerisce l’esperto – sono controindicati tutti quegli alimenti in grado di affaticare o rallentare la funzione epatica, come i derivati del latte, in particolare i formaggi, le carni grasse come quella del maiale o i prodotti ittici ad elevato contenuto lipidico, nonché alcune solanacee, come melanzane e peperoni, le verdure appartenenti alla famiglia delle “Lattughe” e quelle ricche di beta-carotene come la zucca, i cachi eccetera. No, come accennato sopra, anche ai prodotti a base di soia o carni di animali a cui siano stati somministrati steroidi anabolizzanti. “Esclusi i citati alimenti – puntualizza il dott. Aufiero – in entrambi i sessi bisognerà comunque evitare anche quelli ricchi di fito-estrogeni, in particolare salvia, borragine, mango e papaia. Nelle donne in età fertile tale esclusione riguarderà sia la prima che la seconda metà del ciclo mestruale, mentre nei maschi bisognerà simultaneamente stimolare l’attività surrenalica e testicolare, in modo da incrementare la sintesi del testosterone”. 

Cosa portare in tavola, quindi? Via libera a fettine panate, pesce fritto, pasta, patatine e verdure (quelle giuste). Concesso anche un bel gelato artigianale. Chi l’avrebbe mai detto? Abbiamo chiesto al dott. Aufiero di commentare la scelta di ogni menu proposto. 

I menu della dieta per il corpo “a mela”

COLAZIONE

MERENDE 

Il commento dell’esperto: “L’indicazione per eventuali merende, se necessarie, ripeterà le scelte fatte a colazione, ovviamente alternando le varie soluzioni. Bene anche delle olive o un frutto a scelta e acqua e limone con o senza zucchero o miele, da assumere solo in base alla sete”. 

PRANZO N. 1

Bruschetta, fettina panata, pomodori conditi con olio extravergine d’oliva, sale, olive e basilico, poi mela o pera o fragole. 

Il commento dell’esperto: “Alla quota di carboidrati della bruschetta e allo stimolo metabolico della fettina panata sarà conveniente aggiungere il sostegno epatico dei pomodori conditi e il fruttosio, l’acqua di vegetazione e le vitamine dei frutti scelti. Oltre alla giusta quantità di olio e sale nel condimento dei pomodori, la persona si gioverà anche dei micronutrienti delle olive e di una certa azione neuro-sedativa del basilico, a volte necessaria. Da notare che la carne non dovrà essere quella di pollo o vitello provenienti da allevamenti intensivi, per il rischio della presenza di residui catabolici estrogenici controindicati in questo tipo di obesità”. 

PRANZO N. 2

Bruschetta, frittura di pesce, radicchio o scarola o indivia riccia o belghe crude condite e ananas o melone come frutta.
Il commento dell’esperto: “In questo secondo caso, la sollecitazione metabolica sarà molto più marcata, in quanto la modalità frittura (da realizzarsi sempre con solo olio extravergine d’oliva) riguarderà prodotti ittici che stimoleranno anche la tiroide per il loro contenuto di iodio e fosforo. Ad una sollecitazione così marcata corrisponderà una produzione di scorie cataboliche, di cui bisognerà agevolare l’eliminazione renale con verdure crude ricche di acqua di vegetazione e appartenenti alla famiglia delle Cicorie. La frutta consigliata avrà un’azione fluidificante e diuretica. Nel caso venga scelto il melone, sarà opportuno aggiungere un pizzico di sale marino che ne migliorerà la tollerabilità gastrica”. 

PRANZO N. 3

Bruschetta, straccetti di manzo con la rucola, fagiolini lessi con olio, sale e limone o puntarelle e pesca a pasta bianca o clementine o mandarini.
Il commento dell’esperto: “Alla quota minima dei carboidrati rappresentati dalla bruschetta, farà seguito una carne ad elevato potere nutrizionale come quella di manzo, soffritta in padella e con aggiunta dello iodio contenuto nella rucola. Come contorno si potrà sfruttare il potassio dei fagiolini lessi durante l’estate o l’azione “renale” delle puntarelle d’inverno. Infine, anche per i frutti si cercherà di rispettare la stagionalità potendo utilizzare la pesca bianca oppure i mandarini o le clementine, tutti diuretici e perciò utili in questi soggetti che potrebbero avere una difficoltà nell’eliminazione delle scorie metaboliche”.

 

PRANZO N. 4

Patate a tocchetti ripassate in padella con olio, aglio e scaglie di zenzero, pesce in padella con olio, aglio e prezzemolo, finocchio condito ed anguria a cubetti con aggiunta di spremuta di limone o 2-3 albicocche o prugne. 

Il commento dell’esperto: “Lo stimolo tiroideo e neurologico del pesce, in questo caso proposto in padella, sarà controbilanciato dai carboidrati delle patate. Per ridurre l’indice glicemico di queste ultime, sarà opportuno sbucciarle, ridurle a tocchetti uniformi, tenerle in acqua per 15-20 minuti, scolarle ed infine saltarle in padella. Oltre allo zenzero citato precedentemente, che eserciterà uno stimolo epatobiliare, si potrà aggiungere anche del peperoncino. Come frutta potrà essere utile il contenuto vitaminico e l’acqua di vegetazione dell’anguria, migliorandone la digeribilità con del succo di limone”.

 

PRANZO N. 5

Bruschetta, frittata con i carciofi o con la cicoria, verdure da pinzimonio a scelta e un gelato alla frutta di buona qualità artigianale.
Il commento dell’esperto: “Tenendo conto che in dieta dimagrante occorrerà sempre stimolare la funzione epatica ed agevolare quella renale, in base alla valutazione clinica del paziente in trattamento, si potrà optare per i carciofi o per la cicoria. I primi avranno un’azione spiccatamente epatica, la seconda sarà più adatta per quella renale. In entrambi i casi le uova saranno proposte in modalità frittura e, non avendo scorie azotate, contribuiranno anch’esse a sostenere la diuresi. Fra le verdure da pinzimonio converrà scegliere tra il finocchio, la carota o l’indivia belga a spicchi. Non esiste ragione per non gratificare chi segue la dieta anche con la proposta di un gelato, di cui però bisognerebbe avere garanzia di genuinità”. 

CENA N. 1

Penne all’arrabbiata, carciofi trifolati o in pastella o fritti dorati e finocchio condito. Sorsi di acqua e limone leggermente zuccherata durante la cena.
Il commento dell’esperto: “I carboidrati nel pasto serale avranno lo scopo di garantire al fegato una fonte energetica per il suo lavoro notturno. Inoltre, in virtù del loro contenuto in triptofano, precursore della serotonina, agevoleranno il rilassamento e il riposo notturno. Con modalità differenti rispetto a quelle del pasto di mezzogiorno, bisognerà comunque mantenere attiva la funzione epatica per i catabolismi notturni, compresi quelli riguardanti i lipidi accumulati in eccesso ai lati delle cosce. Nel caso specifico della cena consigliata, la suddetta sollecitazione si otterrà con il soffritto del sugo all’arrabbiata e con un vegetale notoriamente “epatico” come il carciofo. Quest’ultimo si potrà proporre trifolato, ma anche fritto dorato o in pastella, qualora si ritenga utile una maggiore sollecitazione del fegato ad opera di queste modalità di cottura. Dei liquidi utili all’epatocita sottoposto ad uno “sforzo” metabolico saranno forniti dal finocchio crudo e anche dall’acqua e limone che converrà zuccherare, ma in modo non eccessivo per non rischiare una secondaria ipoglicemia notturna da iperinsulinismo”.

 

CENA N. 2

Spaghetti o riso integrale con le vongole e zucchina trifolata o marinata. Utile acqua e limone leggermente zuccherata o gelato al limone o comunque alla frutta.
Il commento dell’esperto: “Gli spaghetti, oppure la scelta di un riso privo di glutine e privo di glutine come quello integrale, forniranno la quota di carboidrati associati al moderato stimolo tiroideo e metabolico esercitato dalle vongole. Invece, si agirà direttamente sulla funzione epato-biliare con il soffritto della zucchina trifolata o il fritto di quella marinata. Infine, potrà essere sempre utile acqua e limone moderatamente zuccherata o persino un gelato alla frutta di buona qualità artigianale”.

 

CENA N. 3

Riso al pomodoro e basilico, prosciutto crudo o altri affettati crudi in quantità moderata e verdure da pinzimonio a scelta (acqua e limone con poco zucchero opzionale).
Il commento dell’esperto: “Nei casi in cui bisognerà agevolare anche la funzione renale nelle ore notturne, come detto nella cena precedente, si sceglierà un carboidrato senza glutine come il riso, condito con il pomodoro dotato di un’azione drenante epatica, ed il basilico che svolgerà un leggero effetto neurosedativo. Una quota di proteine crude, come gli affettati, risponderà all’esigenza di bilanciare il carico glicemico e fornire nutrienti per la ristrutturazione organica notturna. Si completerà il pasto con verdure da pinzimonio a scelta, ma preferendo soprattutto il finocchio, la carota, l’indivia belga, il carciofo crudo, quando disponibile in base alla stagionalità, o il cetriolo, se digerito. Per l’azione eccitante, non richiesta di sera, saranno controindicati il sedano e il ravanello”.

 

CENA N. 4

Patate fritte, un uovo strapazzato, due indivie belghe trifolate o cicoria ripassata o radicchio alla piastra e sorsi di acqua e limone leggermente zuccherata durante la cena.

Il commento dell’esperto: “Per la frittura delle patate, bisognerà usare solo olio extravergine d’oliva. Esse stimoleranno l’epatocita per la modalità di cottura e gli forniranno amido in funzione energetica per il suo lavoro notturno. Stessa sinergia d’azione si otterrà con la modalità di cottura dell’uovo che, privo di scorie azotate, impegnerà di meno il rene. Quest’ultimo, infine, sarà agevolato dalla tipologia di verdure consigliate, appartenenti tutte alla famiglia delle Asteracee. Solo nei casi di insonnia, sarà controindicato l’acido citrico del limone, altrimenti utile”.

 

CENA N. 5

Spaghetti aglio, olio e peperoncino, fiori di zucca in pastella vuoti o con pezzetto di prosciutto crudo, oppure carciofi o cardi ripassati. Infine frutti di bosco o melagrana a chicchi, con gocce 

di limone.
Il commento dell’esperto: “Il condimento degli spaghetti, come tutti i soffritti, sosterrà la velocità meta bolica del fegato. A seconda della stagione, quest’ultimo potrà essere ulteriormente agevolato dai fiori di zucca in pastella (vuoti o con del prosciutto crudo qualora necessitasse bilanciare meglio il carico glicemico di tutto il pasto), oppure dal carciofo o dai cardi. Questi ultimi avranno, similarmente ai carciofi, uno spiccato tropismo epatico. I frutti di bosco o i chicchi di melagrana, agendo sulla microcircolazione capillare, saranno adatti per queste persone “epatiche” che avranno spesso varici, teleangectasie, emorroidi e altri problemi venosi”. 

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