Come si chiamano le dita dei piedi

Come si chiamano le dita dei piedi e in che modo possiamo riconoscerle, capirne le funzioni e mantenerli in buona salute

Pubblicato: 13 Giugno 2022 12:07

Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Nomi delle dita dei piedi

Alcuni dicono dita, altri sbagliando dicono diti (ma se intendiamo il plurale doppio, ovvero le due coppie di pollici e le due coppie di indici ad esempio, l’errore risulta meno grave). Il femminile si riferisce alle dita della singola mano e, nonostante spesso si nomini primo dito, secondo dito, terzo dito, quarto dito e quinto dito, le dita dei piedi hanno nomi propri, ma non a livello della letteratura scientifica anatomica classica.

Facciamo notare che manca un effettivo radicamento nell’uso, nella consuetudine del parlato, anche per questo troviamo varie forme e diverse nomenclature. Ci sono tanti modi di chiamarle e che servono solo in determinati, rari contesti, spesso non scientifici; questo vuol dire che in testi di fisiologia o di anatomia dove vengono studiate le articolazioni del piede (sottastragalica ovvero caviglia, astragalo-calcaneare, tarso-trasversale, tarso-metatarsica, e interfalangea metatarso-falangea) non si usano queste denominazioni per le dita.

Importanza dell’alluce

Le ossa dell’alluce hanno un’importanza davvero rilevante non tanto per la componente falangea, che pure rimane la parte estrema prossimale, distale e mediale, ma soprattutto per la componente del mesopiede che troviamo nei metatarsi, ossa con base, corpo e testa che sono concave plantarmente e convesse dorsalmente. Diversi muscoli vanno a influire sulla curvatura dell’arco interno del piede, come per esempio il peroneo lungo laterale che si inserisce sul primo metatarso, si flette sul cuneiforme e a sua volta sullo scafoide. Un muscolo unico, l’adduttore dell’alluce, forma la corda totale dell’arco interno e si rivela essere un tensore tanto efficace che rende concavo l’arco del piede e avvicina i suoi due punti estremi. Sempre collegato all’alluce, invece, il flessore proprio dell’alluce, un flessore che forma una corda subtotale rispetto all’arco interno, aiutato nella sua funzione dal flessore comune delle dita. Incredibile come un muscolo tanto intimamente collegato all’alluce svolga una componente magnifica per quel che riguarda la stabilizzazione di ossa del piede strettamente correlate alla caviglia, come per esempio l’astragalo e il calcagno, che a loro volta sono collegati al mortaio tibio-peroneale e quindi a tutti i movimenti di estensione e flessione, adduzione e abduzione, supinazione e pronazione della gamba.

L’alluce in particolare svolge un ruolo fondamentale per quel che concerne la propulsione, il momento del passo in cui il piede che rimane retrostante spinge per svolgere un emipasso e andare in avanti. Tutti i movimenti del bacino e delle vertebre lombari sono collegati all’appoggio podalico sia per quel che riguarda le forze discendenti che per quelle ascendenti.

In postura eretta, il peso del corpo viene sostenuto dall’astragalo, osso che sta subito sotto al mortaio tibio-peroneale, e che lo trasferisce al resto del piede, andando a ripartirlo per un 43% sui metatarsi anteriormente e per il 57% sul calcagno posteriormente.

Quando si parla di alluce valgo si intende una deformità molto comune del piede che interessa di preferenza il sesso femminile con un rapporto maschi/femmine di circa 1/10. In sintesi, l’alluce devia verso l’esterno e lo stesso fa il primo osso metatarsale. Questa deviazione angolare va a rendere prominente il lato mediale dell’avampiede e rende complesso indossare scarpe qualsiasi. L’alluce risulta infatti anche ruotato, con l’unghia che guarda verso l’interno del piede, e il metatarsale tende a sollevarsi e si ha meno appoggio a terra. Sono interessati anche muscoli, tendini e legamenti, che finiscono per adattarsi e purtroppo mantenere il peggioramento della deformità.

Come mantenere in salute le dita dei piedi

Cercate di non costringere sempre i piedi dentro calzature strette e che sacrificano le ossa del piede. Quando potete, appena potete, camminate a piedi nudi e ricaricatevi delle sue buone energie. Ricordate che camminando scalzi si scaricano un sacco di tensioni e di pensieri negativi, migliora l’umore e si sgonfiano i problemi inesistenti che spesso ingrandiamo preoccupandoci e perdendo il contatto con il corpo, con la terra.

Per mantenere in salute le dita dei piedi potete fare esercizi specifici che rendono migliore anche l’appoggio podalico. Ad esempio, ve ne suggeriamo due, molto validi per il benessere del piede e delle dita del piede:

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