Con un post su X il ministero della Cultura sudafricano ha dato la notizia della prematura scomparsa di Bulelwa Mkutukana, cantante pop conosciuta in tutto il mondo con il nome d’arte Zahara, “fiore che sboccia”. L’artista 36enne era ricoverata in ospedale per complicazioni al fegato dovute alla dipendenza da alcool.
Zahara, l’artista dei record
Autodidatta, Zahara aveva raggiunto il successo nel 2011 con l’album Loliwe, sold out in 72 ore e, a meno di venti giorni dal lancio, doppio disco di platino in Sudafrica con oltre 100mila di copie vendute nel paese. Zahara è stata la seconda musicista più famosa del Sudafrica, superata solo da Brenda Fassie.
Nativa xhosa, cantava mescolando la sua lingua madre – un dialetto parlato in Sudafrica – all’inglese, in un raffinato mix di stili che spaziavano dal pop al soul, sempre con un tocco afro. Nella sua carriera, Zahara ha pubblicato cinque album e guadagnato numerosi premi sia nazionali che internazionali.
Ai South african music award del 2012 portò a casa otto statuette, comprese quelle per la Migliore artista donna e per l’Album dell’anno. Nel 2013 si esibì a casa del grande politico Nelson Mandela, omaggiandolo con un brano che recitava: “Eroe degli eroi, nessuno come lui”. Nel 2020 Zahara fu inserita dalla Bbc nella prestigiosa lista delle 100 donne più influenti dell’anno.
La lotta contro l’alcolismo
Zahara soffriva di alcolismo e, pochi anni fa, aveva pubblicamente parlato della sua battaglia contro la dipendenza. I problemi al fegato a causa dei quali è stata ricoverata erano probabilmente conseguenza dell’alcolismo. All’epoca la sorella Nomonde aveva riportato le parole dei medici: “Se continua a bere, morirà. – aggiungendo che – Ci Stiamo assicurando che ci sia sempre qualcuno intorno a lei per vigilarla affinché non ricominci a bere”.
Il ricovero era stato confermato dalla famiglia il mese scorso. Al momento i familiari non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, ma stando a quanto riferito dal sito web statale di notizie Sabc, la cantante è deceduta nella notte di lunedì 11 dicembre in un ospedale della capitale Johannesburg.
L’impegno per i diritti delle donne
La cantautrice si è spesso esposta a sostegno dei diritti delle donne, confessando di essere stata lei stessa vittima di violenza e descrivendo come una “pandemia” le discriminazioni verso le donne in Sud Africa.
Ai microfoni della Bbc, nel 2020, aveva affermato: “Gli uomini si sentono come se fossero titolari alle donne, come se le donne fossero loro”. Ed era proprio per le donne vittime di abusi che cantava. Se aveva scelto di diventare una musicista, disse a una radio locale, non fu per ottenere riconoscimenti ma per “portare conforto alle anime spezzate che hanno bisogno di guarigione”.