Centinaia di occhi lucidi, migliaia di mani alzate al cielo, cori che spezzano il silenzio come un ultimo assolo di chitarra. Così Birmingham ha salutato per sempre Ozzy Osbourne, il “Prince of Darkness” che ha reso immortale il volto più ruvido del rock. Tra le strade della sua città, trasformate per un giorno in un altare laico, si è celebrato l’addio a una leggenda. Ma è stato anche il giorno delle lacrime della figlia Kelly, visibilmente scossa durante tutto il corteo funebre, sorretta da sua madre Sharon e dal compagno Sid Wilson, mentre il piccolo Sidney, il nipote di Ozzy, restava vicino a loro. Una scena intensa, intima, eppure condivisa con una folla che sembrava non avere fine.
Kelly in lacrime durante il funerale del padre Ozzy Osburne
È Kelly Osbourne il volto che più ha colpito, coperta da un paio di occhiali rotondi che sembravano un omaggio silenzioso a quelli indossati per tutta la vita dal padre. Occhi bassi, volto tirato, passo lento: Kelly si è appoggiata al compagno Sid, con in braccio il piccolo Sidney, nato dall’unione dei due.
Una famiglia che cresce e una che se ne va, nel cerchio eterno del tempo che in quel momento sembrava fermo. A fianco a lei, Sharon Osbourne. Impassibile solo all’apparenza, ha stretto la mano del figlio Jack e si è lasciata andare alla commozione leggendo alcuni dei messaggi lasciati dai fan lungo Broad Street.
“Vi ringraziamo per tutto questo amore”, ha detto a bassa voce Sharon, prima di fare il gesto della pace – lo stesso che Ozzy portava sempre sul palco – rivolto alla folla. Con loro anche la figlia più riservata, Aimee, che ha preferito stare un passo indietro, ma ha ugualmente ricambiato i saluti dei fan commossi.
E poi Louis, figlio maggiore di Ozzy, che ha camminato a capo chino dietro il feretro adornato da un’enorme scritta viola con il nome “Ozzy”. I fiori erano viola, simbolo del lutto ma anche della regalità: un dettaglio non lasciato al caso per colui che da tutti veniva chiamato “King of Metal”.
L’omaggio dei fan: giacche borchiate, merchandising vintage e murales
A rendere il tributo ancora più potente è stata la partecipazione popolare. Non un funerale qualunque, ma un vero e proprio rito collettivo: decine di migliaia di persone hanno affollato le vie della città, molte delle quali indossavano giacche di pelle borchiate, t-shirt di tour storici, pantaloni neri con toppe e ricami fiammeggianti. Una sfilata rock spontanea e sincera, che sembrava uscita da un festival più che da un corteo funebre.
Sui muri della città sono apparsi nuovi murales dedicati a Ozzy, tra cui uno imponente in Granville Street, proprio davanti all’O’Neill’s Pub, e altri in Navigation Street e Digbeth. Birmingham, che Ozzy non ha mai smesso di amare e celebrare, si è inchinata al suo figlio più ribelle. E i fan non hanno lesinato le parole: “Ha fatto tanto per questa città. Ha messo Birmingham sulla mappa mondiale del rock” ha dichiarato Ceri Justice, cantante di Solihull, mentre firmava il registro delle condoglianze.
Tra i fan, anche chi è venuto con la famiglia: come Sarah e Jack Ryland-Smith, madre e figlio arrivati da Worcester. “Per noi Ozzy non è solo il Prince of Darkness, è il Re del Metal”, ha detto Jack, lanciando una petizione per far erigere una statua in sua memoria nella città. Sarah ha aggiunto: “In un momento così difficile, volevamo mostrare vicinanza alla famiglia. È stato un giorno emozionante”.
Un funerale rock tra iron man, cori e messaggi d’amore
Il corteo ha attraversato Broad Street fino al Black Sabbath Bridge, luogo simbolo per i fan della band. Proprio lì, Sharon e i figli sono scesi dalla macchina per leggere alcuni dei messaggi lasciati lungo le transenne. “Ozzy, grazie per averci insegnato a essere noi stessi” si leggeva su uno dei cartelli. Un altro, ancora più commovente: “Ora che te ne sei andato, il mondo è un po’ meno rumoroso, ma molto più vuoto”.
Ad aprire il corteo un’orchestra di ottoni che ha intonato alcune delle hit più celebri di Osbourne, tra cui Iron Man, trasformando l’inizio della processione in un concerto silenzioso e solenne. Sul finale, migliaia di voci si sono unite in un unico coro: “Ozzy, Ozzy, Ozzy! Oi oi oi!”, e ancora: “Thank you, Ozzy!”. La musica, la vera protagonista della sua vita, è tornata a essere colonna sonora della sua partenza.
Il feretro, decorato con fiori viola, ha percorso le vie centrali prima di dirigersi verso una destinazione privata per il funerale riservato alla famiglia e agli amici più stretti. La città si è poi lentamente svuotata, ma nell’aria è rimasta quella scia inconfondibile fatta di lacrime, note e borchie.