Sangue nello sperma (emospermia): cause, sintomi, cura

Il sangue nello sperma, o emospermia, è una condizione in cui il seme presenta tracce di sangue, spesso causata da infezioni, infiammazioni, traumi o altre condizioni mediche, e richiede una valutazione medica per determinare la causa esatta

Pubblicato: 13 Giugno 2024 10:02

Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

L’emospermia o ematospermia – la presenza di sangue nello sperma – è un evento che si verifica in seguito alla rottura di alcuni vasi sanguigni lungo il tratto che lo sperma percorre durante il fenomeno eiaculatorio.

I soggetti affetti tendono a presentare presenza di chiazze o striature di sangue rosso vivo all’interno del liquido seminale; altri invece riferiscono che le perdite ematiche siano invece di colore marrone scuro.

L’incidenza di questa condizione medica è piuttosto elevata: molti sono infatti i pazienti che, almeno una volta nel corso della loro vita hanno osservato la presenza di tracce di sangue nello sperma. Anche se il fenomeno in sé non è per forza preoccupante o indice di qualche altra patologia seria, si consiglia di consultare ugualmente uno specialista per effettuare analisi approfondite ed escludere altre patologie in corso.

Cause del sangue nello sperma

Per andare ad indagare quelle che sono le cause dietro alla presenza di sangue nello sperma, è preliminarmente doveroso effettuare una chiara distinzione tra cause non patologiche e cause patologiche.

In genere, quando i pazienti che accusano questa condizione sono giovani, le cause dell’emospermia non sono considerate patologiche.

Il più delle volte questo si verifica o in seguito ad un prolungato periodo di inattività sessuale, oppure in seguito ad un periodo caratterizzato da una vita sessuale particolarmente attiva. Tali casi si risolvono in maniera spontanea nell’arco di pochi giorni o pochi mesi.

In genere, adulti e anziani non sono soggetti ad episodi di emospermia. Quando invece questa condizione si verifica, bisogna assolutamente prendere nota della frequenza: un’occasionalità non deve preoccupare in maniera eccessiva; se invece gli episodi divengono frequenti, questi possono essere campanelli d’allarme per patologie più serie che è bene indagare.

La presenza di sangue nello sperma può infatti essere ricondotta a patologie quali uretrite, prostatite, vescicolo-deferentiti. E’ più raro che la presenza di sangue nello sperma sia da ricondurre a specifiche infezioni come schistosoma, clamidia, trichomonas, cistiti emorragiche. Lo Schistosoma haematobium, un parassita che causa numerose malattie in Africa, in alcune parti del Medio Oriente e nel sud-est asiatico, può invadere il tratto urinario, causando ematuria e non di rado emospermia. La schistosomiasi è da prendere in considerazione solo negli uomini che hanno trascorso del tempo in aree dove la malattia è endemica. La tubercolosi è anche una causa rara di ematospermia.

Può anche verificarsi una presenza di sangue nello sperma in seguito a biopsia prostatica, a manovre invasive a carico dell’apparato urogenitale, calcoli renali, della vescica o dell’uretere.

In casi più gravi, l’emospermia può essere una sintomatologia legata al tumore della prostata (da pensare negli uomini con età > 35-40 anni), dei testicoli o della vescica.

Esistono, inoltre, taluni farmaci (anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici) la cui assunzione può favorire l’insorgere dell’ematospermia.

Segni d’allarme

I seguenti reperti destano una particolare preoccupazione:

Diagnosi e cura del sangue nello sperma

Nella maggior parte dei casi di ematospermia, la condizione si presenta in maniera occasionale e si risolve da sola senza la necessità di alcun tipo di intervento. Solo in casi più rari, quando la frequenza si fa più elevata, è il caso di rivolgersi ad un medico specialista che elabori una diagnosi ben precisa, per escludere la possibile presenza di patologie ben più importanti.

È bene rivolgersi al medico se l’ematospermia compare in pazienti che abbiano superato i 40 anni di età, nel caso in cui il sanguinamento persista per più di 3 o 4 settimane consecutive senza mai regredire spontaneamente. La richiesta di consulto medico deve invece essere tempestiva se – oltre al sanguinamento – si verifica la presenza di dolori, fitte o bruciore ai genitali, durante l’atto eiaculatorio o durante la minzione.

Lo specialista eseguirà un’accurata anamnesi, accertandosi che nella storia clinica del paziente non vi siano casi di cancro, problemi di coagulazione, traumi, malformazioni genitali, o che non si siano verificati rapporti a rischio di infezioni sessualmente trasmissibili. L’anamnesi deve includere la durata dei sintomi e la presenza di altri sintomi associati (esempio ematuria, difficoltà ad iniziare e terminare la minzione, nicturia, bruciore durante la minzione, secrezione peniena). Dev’essere anche annotata l’attività sessuale.

Sulla base del sospetto diagnostico potranno poi essere condotti ulteriori accertamenti, come:

Se la situazione lo richiedesse, lo specialista potrebbe prescrivere una terapia farmacologica appropriata alla diagnosi effettuata.

Fonti bibliografiche:

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