Non vi sono rischi per la salute nell’utilizzo della mascherina ma respirare “a pieni polmoni” può risultare più complicato, come ha potuto constatare per esperienza chi ha usato mascherine FFP2 e FFP3 per lunghi periodi di tempo. Le mascherine “chirurgiche” fatte di TNT (tessuto non tessuto), o quelle in tessuto di solito sono ben tollerate dalla maggior parte delle persone. Con il caldo, e l’aumento dell’umidità, la sensazione soggettiva di fatica a respirare può acuirsi anche con la mascherina più leggera
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Il test per misurare il respiro
È fondamentale però comprendere se è davvero una sensazione soggettiva o se vi sono problemi di salute a carico dell’apparato respiratorio. La valutazione più appropriata per iniziare a indagare sulla salute dei nostri polmoni è la spirometria.
La spirometria è un test che misura la funzionalità respiratoria, viene eseguita da personale sanitario con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro. Si tratta di una procedura semplice e non invasiva. L’esame dura pochi minuti, durante i quali il personale sanitario chiederà al paziente di effettuare una serie di manovre respiratorie (espiratorie e inspiratorie a riposo e forzate) attraverso un boccaglio.
Per l’esecuzione del test non è necessaria alcuna preparazione specifica. Se il paziente assume farmaci per patologie respiratorie, in particolare broncodilatatori, dovrà chiedere al medico che prescrive l’esame se la terapia deve essere sospesa: l’esame può essere infatti richiesto proprio per valutare la risposta ad una terapia specifica. L’esame può essere svolto a qualsiasi età, a condizione che il paziente sia in grado di eseguire le semplici procedure necessarie. In considerazione della scarsissima invasività della procedura, esistono poche controindicazioni alla sua esecuzione e vengono valutate dal medico.
A cosa serve la spirometria
L’esame che valuta come funziona il nostro apparato respiratorio: permette di misurare quanta aria contengono i nostri polmoni e come questa aria si muove attraverso i nostri bronchi, cioè di valutare se i nostri bronchi sono “chiusi” da malattie ostruttive come l’Asma Bronchiale o la BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO – tipica nel fumatore), o se i nostri polmoni “ristretti”, come nella fibrosi polmonare.
Se si riscontrano anomalie nei risultati della spirometria basale lo specialista pneumologo potrà prescrivere esami di funzionalità respiratoria più approfonditi (ma sempre non invasivi e semplici nell’esecuzione) che riescono a dare un quadro completo del funzionamento del nostro apparato respiratorio e a porre diagnosi di una eventuale malattia polmonare