Fuoco di Sant’Antonio, chi rischia di più e come si può prevenire

L'Herpes Zoster, conosciuto come fuoco di Sant'Antonio, è un'infezione causata dallo stesso virus della varicella

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DiLei

Redazione

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Attenzione agli errori. Non pensate che l’età sia l’unica variabile che aumenta le probabilità di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio e le sue conseguenze, come la nevralgia post-erpetica, caratterizzata da forti dolori che possono continuare anche per settimane o mesi dopo la scomparsa dei principali sintomi della malattia. O altre complicanze, come ad esempio seri problemi alla salute oculare per l’interessamento del nervo trigemino. O altre ancora.

Esistono, infatti, diverse patologie che possono combinarsi sfavorevolmente con l’Herpes Zoster, sia aumentando il rischio che una persona lo possa sviluppare, sia per la complessità che la malattia può creare nella gestione del paziente, sia per le stesse terapie (peraltro fondamentali) che rendono meno efficiente il sistema immunitario. Insomma. Difendiamoci. E facciamolo con intelligenza, partendo dai dati scientifici, sia negativi che positivi.

I dati negativi ce li fornisce l’epidemiologia e ci mostrano che circa 1 individuo adulto su 3 è a rischio di sviluppare un episodio di Herpes Zoster nel corso della propria vita; che l’incidenza e la gravità aumentano con l’età, con un progressivo incremento dopo i 50 anni; che si arriva ad 1 individuo su 2 in chi ha più di 85 anni. I dati positivi evidenziano con forza, invece, che la prevenzione è possibile. Le persone a rischio per età o patologia possono vaccinarsi e la vaccinazione disponibile è sicura, efficace fino all’89% a dieci anni, con dati che mostrano una protezione anche oltre. Sono solo alcuni degli spunti che emergono dalla chiacchierata con Tecla Mastronuzzi, Medico di Medicina Generale di Bari.

Rischio età e non solo

Le probabilità di sviluppare l’Herpes Zoster aumentano progressivamente con l’avanzare dell’età, anche per il ruolo giocato dal naturale processo di immunosenescenza. Ma, non bisogna dimenticare quanto e come la presenza di alcune situazioni molto diffuse come diabete, malattie reumatologiche o condizioni che comportano uno stato di immunodepressione come le terapie per patologie onco-ematologiche possa rappresentare di per sé un fattore di rischio, a prescindere dall’età.

In Italia le malattie croniche interessano il 40,5% della popolazione italiana (24 milioni), mentre le persone affette da almeno due patologie croniche sono 12,2 milioni. Gli ultra 75enni affetti da una patologia sono l’85%, il 64,3% da due o più patologie. In base ai dati la tendenza è che nel 2028, i malati cronici saliranno a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni.*

“Il medico di medicina generale è il primo punto di riferimento per i cittadini – segnala l’esperta, Tecla Mastronuzzi, e sappiamo bene che questo è vero soprattutto per i pazienti anziani e per i pazienti fragili, per malattie e conseguenti terapie o per le precarie condizioni sociali. La riattivazione dell’Herpes Zoster per questi pazienti rappresenta un “incidente” che cambia la vita. L’Herpes Zoster può modificare sostanzialmente la traiettoria di salute dei nostri pazienti, rendendo necessario il ricovero, con impatto sulla spesa sanitaria e sulla qualità di vita del singolo. Un recente studio indica che dal 2003 al 2018 l’infezione ha rappresentato la causa di 11 ospedalizzazioni ogni 100.000 pazienti/anno. Il tasso di incidenza di ospedalizzazioni per Zoster è 20 volte maggiore negli over 79 e 11 volte maggiore nei soggetti tra i 70 e i 79 anni, rispetto a quelli che hanno meno di 50 anni. Senza dimenticare che lo stesso studio parla di una incidenza di mortalità pari all’1,7% durante il ricovero. Quello che abbiamo capito più recentemente è che le complicanze e le conseguenze dell’infezione non terminano con la manifestazione clinica della malattia: conosciamo bene la nevralgia post erpetica e le temibili conseguenze del coinvolgimento oculare, ma oggi sappiamo che nel paziente con Zoster aumenta il rischio di eventi cardiovascolari e neurologici. A fronte di quanto descritto la vaccinazione rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire non solo la riattivazione della malattia, ma anche il decadimento delle condizioni generali di salute che si può associare a questa condizione. Insomma, l’Herpes Zoster è un brutto incidente, imprevedibile ma sicuramente prevenibile grazie alla vaccinazione”.

Prevenzione e diabete

Oltre ad essere consigliata agli over-65 la vaccinazione è raccomandata, e offerta in maniera gratuita, anche ai soggetti con patologie croniche, tra cui il diabete mellito. Esistono, infatti, precise evidenze cliniche che mostrano come la presenza di diabete aumenti il rischio sia di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster sia di trovarsi ad affrontare la nevralgia post-erpetica, ovvero la sua temibile complicanza.

Una ricerca condotta negli USA, che ha permesso di valutare i risultati di 62 studi clinici, mostra come chi affronta il diabete (in particolare di tipo 2), presenta un rischio più alto del 30% di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster.

Le stime, infine, mostrano che ogni anno negli USA ben il 13% di tutti i casi di infezione si verifichi nei soggetti con diabete, la cui presenza è stato documentato essere associata a una maggiore severità clinica dell’infezione stessa. Non bisogna dimenticare che nel soggetto con diabete, oltre ad essere aumentato il rischio di insorgenza di nevralgia post-erpetica, vi è anche una maggiore severità e persistenza di tale sindrome algica rispetto agli individui con normale metabolismo glucidico, con importante impatto sulla qualità di vita del paziente.

Prevenzione e malattie oncoematologiche

Le condizioni di immunodepressione per patologia o per trattamenti in corso amplificano il rischio di sviluppare l’infezione da virus Varicella-zoster. Le statistiche rivelano che l’incidenza di Herpes Zoster in pazienti affetti da neoplasie ematologiche è di 31/1000 soggetti-anno. Inoltre, si tratta di una delle principali complicanze infettive in pazienti con mieloma multiplo, con un rischio aumentato di 14,8 volte. Le incidenze di Herpes Zoster sono fino al 25% nei pazienti con mieloma multiplo, linfoma di Hodgkin e leucemia linfatica cronica (LCC).

Nei soggetti con neoplasie ematologiche che ricevono trattamenti oncologici immunosoppressivi, l’incidenza dell’Herpes Zoster è fino a 10 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Per queste ed altre osservazioni L’European Myeloma Network raccomanda la vaccinazione anti Herpes Zoster nei pazienti con mieloma multiplo e nei pazienti che hanno subito trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe o allogeniche.

Le recentissime linee guida AIOM raccomandano fortemente la vaccinazione contro Herpes Zoster per i pazienti in chemioterapia, mentre forniscono una raccomandazione condizionata per pazienti in immunoterapia. In termini generali la probabilità maggiore di sviluppare Zoster fra i tumori solidi si osserva in quelli del sistema nervoso centrale. Il cancro orale, esofageo, dello stomaco, colorettale, del polmone, del seno, delle ovaie, della prostata, del rene e della vescica sono associati ad un aumento della probabilità di sviluppare l’infezione fra il 10-50%.

Proteggere i pazienti con malattie reumatologiche

Le malattie reumatologiche affliggono una vasta porzione della popolazione adulta. È importante proteggere i pazienti con malattie reumatologiche e in terapia immunosoppressiva poiché hanno un aumentato rischio di Herpes Zoster rispetto alla popolazione generale. Uno studio statunitense ha, infatti, mostrato come i pazienti con malattie reumatologiche (quali ad esempio artrite reumatoide, malattia infiammatoria intestinale, sclerosi multipla e psoriasi) avessero un’incidenza da due a tre volte maggiore rispetto a quella della popolazione sana. Inoltre, i farmaci per le malattie reumatologiche possono aumentare ulteriormente il rischio e la gravità dell’Herpes Zoster.

La vaccinazione emerge, quindi, come strumento cruciale per ridurre i rischi. A tal proposito la Società Italiana di Reumatologia ha emanato una serie di raccomandazioni aggiornate per la pratica clinica sulle vaccinazioni in pazienti con malattie reumatologiche fornendo indicazioni precise e basate sull’evidenza su come proteggere con le vaccinazioni i pazienti reumatologici.

Secondo le linee guida SIR, la vaccinazione anti-herpes zoster è fortemente raccomandata anche in corso di terapia farmacologica. Inoltre, il Calendario vaccinale inserito nel PNPV 2023-2025 vigente per i soggetti con immunodeficienza o destinati a terapia immunosoppressiva raccomanda l’uso del vaccino Zoster ricombinante adiuvato.

Attenzione a cronicità respiratorie e cardiovascolari

I pazienti con BPCO hanno complessivamente un rischio aumentato del 41% di sviluppare Herpes Zoster rispetto alla popolazione generale. Inoltre, il rischio raddoppia nei pazienti che assumono steroidi inalatori e triplica nei pazienti che assumono steroidi orali rispetto agli individui sani.

Tra le varie comorbidità, la BPCO è associata ad un rischio aumentato del 53% di nevralgia post erpetica. Per quanto riguarda l’asma, chi ne soffre ha un rischio aumentato del 24% di sviluppare Herpes Zoster e la patologia è associata ad un rischio aumentato del 20% di nevralgia post erpetica.

Per quanto riguarda le patologie cardiovascolari, è stato dimostrato che vi è una correlazione tra Herpes Zoster ed episodi di ictus e infarto. Recenti dati hanno, infatti, mostrato che vi è un aumentato rischio di ictus a breve termine (entro un mese da un episodio di Herpes Zoster) e che ricevere la vaccinazione può mitigare questo rischio. Inoltre, l’Herpes Zoster è risultato associato a un maggior rischio a lungo termine di un evento cardiovascolare maggiore, per cui questi studi evidenziano ulteriormente l’importanza della vaccinazione.

Una web serie per raccontare l’infezione

Si intitola “Lo stesso fuoco – Storie di amore e di vita con l’Herpes zoster”, la web serie che mira ad ampliare la conoscenza sulla patologia invitando a recarsi presso il proprio medico per informarsi. La vicenda racconta di quanto eventi non prevedibili possano invadere la vita e segnarla. Nonno Mario e la quarantenne Sofia in questa serie non si incontrano mai, eppure le loro storie sono legate dall’esperienza con il Fuoco di Sant’Antonio. Nonno Mario a seguito dello zoster vivrà un peggioramento delle sue condizioni di paziente diabetico senza potersi occupare come vorrebbe dell’amata nipotina Ilaria. Sofia, finalmente al termine di una terapia anti-cancro, con lo sviluppo dell’Herpes zoster vive una nuova esperienza di malattia che la fa regredire di nuovo a “paziente da accudire” mettendo in secondo piano i suoi sentimenti per l’uomo di cui è innamorata, Andrea. Anche Andrea è innamorato ma il timore della malattia e di essere invadente lo hanno allontanato da lei e quando Sofia deve affrontare anche la sfida dello zoster sembra che non vi siano più possibilità per loro. Questa volta però Andrea non si tira indietro e le dimostra i suoi sentimenti.

In collaborazione con GSK

Fonti bibliografiche:

XXII Rapporto sulle politiche della cronicità – Cittadinanzattiva 2024

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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