La sindrome di Cotard è una rara condizione psichiatrica nella quale il soggetto affetto vive nella convinzione di essere morto, di aver perso tutti gli organi vitali e tutto il proprio sangue. Fu descritta per la prima volta dal neurologo francese Jules Cotard nel 1880, il quale la definì “le delire de negation” (delirio di negazione). Sono stati utilizzati degli altri nomi, nel tempo, per inquadrare tale affezione, tra cui “sindrome dell’uomo morto“ oppure “sindrome dei cadaveri che camminano“ (dall’inglese “Walking Corpse Syndrome”).
Indice
Epidemiologia della sindrome di Cotard
In termini di profilo clinico, non è stata trovata alcuna differenza tra uomini e donne, ma sembrerebbe che soltanto l’età aumenti la probabilità di sviluppare il disturbo. A livello statistico emerge che la maggior parte dei soggetti manifesta depressione (89%), seguita da ansia e senso di colpa (65%). I deliri di negazione che riguardano il corpo (86%) sono più frequenti rispetto quelli legati all’esistenza (69%), quelli ipocondriaci (58%) e ai temi di immortalità (55%).
La causa della sindrome di Cotard
L’eziologia alla base del disturbo non è ancora perfettamente compresa ed è motivo di diatriba tra molteplici scienziati che effettuano ricerche su tale problematica. È stato dimostrato che questa patologia è caratterizzata da una disfunzione delle aree dell’encefalo che sono coinvolte nella trasduzione delle emozioni (in particolare la zona che risulta collocata tra il lobo frontale e quello parietale). Come conseguenza, viene ad instaurarsi un quadro di delirio di negazione cronico, in cui l’individuo colpito non sarà più in grado di percepire alcuno stimolo emozionale e la sua coscienza “giustificherà” questo quadro convincendosi di non essere più in vita o di aver perso tutti gli organi interni normalmente preposti a tali funzioni.
Le indagini neuroanatomiche, neuro-funzionali e neuropsicologiche sulla sindrome di Cotard hanno prodotto risultati contrastanti. Sono state descritte molteplici cause come possibili fattori eziologici alla base del disordine, tra cui citiamo:
- l’infezione sifilitica terziaria (oggi molto rara in Occidente),
- l’ictus,
- tumori cerebrali,
- epilessia del lobo temporale,
- emicrania,
- ritardo mentale,
- traumi cranici,
- malattia di Parkinson,
- malformazione arterovenosa,
- sclerosi multipla.
Il quadro clinico della sindrome di Cotard
I pazienti affetti dalla sindrome di Cotard hanno perduto i sentimenti di “familiarità” con le altre persone e con se stessi, si sentono strani ed irreali all’interno e si incolpano per tale stato delle cose, auto-alimentando il delirio di non essere degni di nulla, in decomposizione, quindi morti o inesistenti. Per gli appassionati in materia e per coloro che vogliono effettuare ricerche sul tema, tale condizioni si distingue in maniera netta dalla sindrome di Capgras dove gli individui vivono un delirio di persecuzione e tendono a incolpare agenti esterni per il loro stato d’animo.
Le persone con la sindrome di Cotard iniziano gradualmente a ritirarsi dalla vita sociale (isolamento) ed a non prendersi più cura di loro stesse. Uno dei problemi che derivano dalla patologia è il rischio che la persona si lasci morire di fame o manifesti tendenze suicide. Sono, infatti, descritti in letteratura dei casi di soggetti che effettuano un digiuno auto-indotto come conseguenza della negazione della propria esistenza.
La diagnosi della sindrome di Cotard
La diagnosi della sindrome è formulata dallo specialista psichiatra.
Nonostante le descrizioni dettagliate di Cotard e dei suoi seguaci e le vivaci discussioni seguite alla sua nuova immagine clinica, specialmente dopo la sua morte, sembra che non siano stati raggiunti criteri accettati e diagnosi ufficiali per identificare formalmente tale malattia in un dato paziente, o decidere se rappresenti o meno un’entità distinta, una sindrome, un sintomo o una raccolta di sintomi, (se costituisca, ovvero, una varietà estrema di depressione, un disordine dello schema corporeo o somatoforme, o qualche sottotipo misto di delusioni paranoiche, ipocondriache invertite di grandiosità).
Sebbene tale condizione non sia riportata nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico delle malattie mentali), chi ne soffre presenta alcuni sintomi tipici di precise patologie psichiatriche, quali stati depressivi, ansia, depersonalizzazione e derealizzazione che potranno aiutare lo specialista a riconoscere il disturbo precocemente se l’individuo affetto viene prontamente inviato a valutazione dal proprio medico di famiglia o dalle persone che riconoscono un cambiamento importante nel comportamento del soggetto.
La terapia per la sindrome di Cotard
È consigliabile un intervento immediato e un monitoraggio stretto quando possibile. Potrebbero sorgere questioni etiche in quanto tali pazienti a volte potrebbero opporsi e rifiutare aiuto o trattamento.
Curare questa patologia è possibile: al momento la terapia che ha dato risultati migliori è quella dove vengono somministrati medicinali antidepressivi de antipsicotici, in un contesto di presa in carico del paziente anche dal punto di vista psicoterapeutico.
Un adeguato percorso di psicoterapia si rivela di estrema importanza per poter verificare che il paziente aderisca bene alla terapia indicata dal proprio specialista e per monitorare adeguati miglioramenti nel tempo. Tale trattamento spesso prevede un coinvolgimento attivo dei familiari, in quanto il paziente potrebbe non riconoscere il proprio stato in piena autonomia, oltre a non realizzare quali fattori siano responsabili dello sviluppo e del mantenimento del disturbo.
La terapia riabilitativa cognitiva e neuropsicologica potrebbe tentare di potenziare e ricalibrare il senso di familiarità con altre persone, il mondo esterno e il proprio corpo, e/o reintegrare spiegazioni causali più realistiche e neutrali. Tuttavia, questo potrebbe richiedere lo sviluppo di un regime di addestramento specificamente adattato caso per caso.
La terapia ECT (terapia elettroconvulsivante) è una pratica ancora in piccola parte diffusa tra i medici per la cura della sindrome di Cotard, soprattutto in quei pazienti che, nell’ambito del disturbo, presentano aspetti di melanconia o depressione psicotica particolarmente spiccati.
Come condizione peculiare, rara e non risolta, la sindrome di Cotard si presta naturalmente a teorizzazioni e speculazioni volubili. Diventa, pertanto, perentorio, in caso di sintomi che possano ricondurre a questa condizione, rivolgersi ad uno specialista per un corretto inquadramento del problema ed un trattamento tempestivo.
Fonti bibliografiche:
- Cotard Syndrome Sebastian Dieguez Laboratory for Cognitive and Neurological Sciences, Département de Médecine, Université de Fribourg, Fribourg , Switzerland
- The risk of early suicide and diagnostic issues in Cotard’s syndrome associated to self-starvation, Caterina Bosco, Fiorella Caputo, Alfredo Verde, Gabriele Rocca
- Jules Cotard (1840-1889): his life and the unique syndrome which bears his name, Pearn
- Il Giornale delle Scienze Psicologiche, Il mio cadavere cammina: la sindrome dell’uomo morto