La sintesi è sicuramente chiara. Le donne, sia giovani che nella mezza età, che raggiungo o superano le otto assunzioni di bevande alcoliche la settimana vedono crescere il rischio di andare incontro a patologie delle arterie coronariche, con conseguente pericolo di angina e infarto. Ancor più temibile, in ogni caso, sarebbe il consumo concentrato in poche ore, magari in un giorno solo, come può accadere nel weekend. In questi casi, il rischio di patologie dei vasi sarebbe ancora maggiore, ovviamente sempre in confronto a chi invece non consuma alcolici.
Il dato, che ovviamente interessa anche i maschi seppur con dosaggi più elevati di bevande alcoliche e con un minor impatto, emerge da una ricerca presentata al congresso dell’American College of Cardiology. Gli esperti mettono in guardia soprattutto su un elemento: il consumo elevato in poco tempo di diverse dosi di alcolici per le donne appare particolarmente temibile. Quindi bisogna fare molta attenzione.
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Il rischio al femminile
Lo studio ha preso in esame donne e uomini tra i 16 e i 65 anni ed è stato coordinato da Jamal Rana, della Divisione di ricerca del Kaiser Permanent Northern California. L’analisi che ne emerge è impietosa: le donne che consumano regolarmente alcolici (ed ancor più se ne fanno vere e proprie scorpacciate in poche ore), sul fronte dei rischi cardiovascolari presentano un profilo ben peggiore rispetto ai maschi.
Sono stati analizzati i dati su più di 430.000, che hanno dichiarato direttamente il consumo di alcol in occasione di una visita. Nessun partecipante all’inizio dello studio soffriva di patologie cardiovascolari. Le prime informazioni sono state raccolte tra il 2014 e il 2015 e sono stati valutati i casi di patologia delle arterie coronariche nei quattro anni successivi.
Il consumo di alcol è stato classificato come basso (da uno a due drink a settimana sia per gli uomini che per le donne), moderato (da tre a 14 drink a settimana per gli uomini e da tre a sette drink a settimana per le donne) o alto (15 o più drink a settimana per gli uomini e otto o più drink a settimana per le donne). Si è poi considerato anche il Binge Drinking, con più di tre drink per la donna in un solo giorno negli ultimi tre mesi.
Non sono state comprese nello studio le persone astemie e sono stati ovviamente considerati, nel definire i profili di rischio, i pesi dei fattori che mettono in pericolo il cuore come sedentarietà, fumo, sovrappeso e altro. Complessivamente, a 3.108 partecipanti allo studio è stata diagnosticata una malattia coronarica durante il periodo di follow-up di quattro anni e l’incidenza della malattia coronarica è aumentata in generale di pari passo con livelli più elevati di consumo di alcol.
Tra le donne, coloro che riferivano un elevato consumo di alcol avevano un rischio maggiore di malattie cardiache del 45% rispetto a quelle che riferivano un consumo ridotto e avevano un rischio maggiore del 29% rispetto a quelle che riferivano un consumo moderato. La differenza era maggiore tra gli individui nella categoria del Binge Drinking: in queste circostanze le donne in avevano il 68% in più di probabilità di sviluppare malattie cardiache rispetto a quelle che riferivano un consumo moderato.
Cosa succede all’organismo
Stando a quanto riporta la ricerca, in caso di eccessi nel tempo si possono avere incrementi dei valori della pressione e anche modificazioni del metabolismo con maggior rischio di infiammazione e di aumento di peso. Non va mai dimenticato che il rischio di sopportare meno gli alcolici per la donna appare legato alle possibilità di metabolizzare i componenti del drink.
In particolare, normalmente, la quantità di alcol deidrogenasi, l’enzima che consente di “trattare” l’etanolo degli alcolici nel corpo, è di un quarto minore nelle donne rispetto ai maschi. Ultima cosa da considerare: attenzione in gravidanza. L’assunzione di alcol in quantità eccessiva può essere nociva per il feto. Si è visto infatti che nelle madri che hanno bevuto regolarmente alcolici nel corso della dolce attesa aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita per il neonato.