“Primula rossa”, Barbara Balzerani, è morta il 4 marzo 2024 dopo una lunga malattia. Il suo nome è legato alla storia d’Italia e alla sua politica. Da giovanissima apparteneva alle Brigate Rosse e partecipò al sequestro di Aldo Moro nel 1978 e venne arrestata nel 1985. Poi, il 12 dicembre 2006 le venne stata concessa la libertà condizionale per tornare definitivamente in libertà nel 2011. A dare notizia della morte la ricercatrice e autrice di alcuni volumi sulle Br Silvia De Bernardinis.
Chi era Barbara Balzerani
Barbara Balzerani nacque il 16 gennaio 1949 a Colleferro, vicino a Roma. Il padre era un autista di pullman e lei era l’ultima di cinque figli. A Roma arrivò nel 1969. Lo face in compagnia di Gabriella Mariani, amica, compaesana, e più tardi compagna delle Brigate Rosse. Il trasferimento da Colleferro fu motivato dalla voglia di studiare. Nel 1974, infatti, si laureò in Filosofia, mentre lavorava in un asilo con particolare attenzione verso i bambini affetti da handicap.
La sua attività politica iniziò da giovanissima, quando si avvicinò agli ambienti della sinistra extraparlamentare, militando in Potere Operaio. Fu proprio all’interno del movimento che conobbe il suo futuro marito, Antonio Marini, con cui portò avanti una breve relazione. L’adesione alle Brigate Rosse avvenne nel 1975. Occupò anche ruoli apicali, poiché fu dirigente della colonna romana. Prese poi parte agli omicidi di personaggi come Girolamo Minervini e all’agguato di via Fani la mattina del 16 marzo 1978
Il sequestro Moro
Il suo nome è legato a doppio filo al sequestro di Aldo Moro. L’agguato di via Fani fu un attacco compiuto da militanti delle Brigate Rosse per sequestrare l’importante esponente politico della Democrazia Cristiana, uccidendo tutti i componenti della sua scorta. Il sequestro durò 55 giorni e si concluse con il ritrovamento del cadavere di Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Michelangelo Caetani.
Balzerani occupò assieme a Moretti, al quale era all’epoca legata sentimentalmente, la principale base operativa brigatista di via Gradoli 96 a Roma. L’appartamento era affittato da tre anni sotto falso nome. Questa venne scoperta quando un condomino del palazzo segnalò una perdita d’acqua che rischiava di allagare il suo appartamento. L’idraulico accorso per l’emergenza scoprì che l’infiltrazione era causata dall’appartamento al piano di sopra. Intervennero i pompieri che sfondarono la porta. Balzerani e Moretti scamparano così all’arresto poiché avevano lasciato l’appartamento all’alba. Moretti venne poi arrestato nel 1981. Barbara Balzerani nello stesso anno partecipò al sequestro del generale della NATO James Lee Dozier. Poi, dopo l’arresto del compagno, tentò senza successo di gestire la scissione dell’organizzazione, guidando poi la fazione delle Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente, mentre l’altra ala, detta “Brigate Rosse – Partito Guerriglia” fu capeggiata da Giovanni Senzani.
Barabra Balzerani fu infine arrestata il 19 giugno del 1985. Non si è mai tecnicamente pentita né dissociata, perlomeno non secondo i percorsi seguiti da altri ex appartenenti all’organizzazione come Adriana Faranda, Valerio Morucci e Alberto Franceschini. Tuttavia, avendo più volte manifestato un atteggiamento critico verso la storia della lotta armata, non può nemmeno collocarsi tra gli “irriducibili” propriamente detti. Nel 1993 dichiarò di provare “un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile”. Nel 2003 dichiarò inoltre di non riconoscere motivi di continuità nella ripresa attività delle cosiddette Nuove Brigate Rosse, e definì la scelta della lotta armata e della clandestinità “assolutamente improponibile” nel contesto odierno.
I libri
Barbara Balzerani è stata autrice di libri intensi e profondi, in grado di ricostruire dal basso anni complessi e intricati. Storie di donne e di vita, quotidiana e politica. Storie che tanto dicono di lei, della sua vita, ma che tanto raccontano dell’Italia di quegli anni. Lascia che il mare entri, Lettera a mio padre, Respiro, La sirena della cinque, Compagna Luna.