«La fertilità è un patrimonio che va difeso: non perdete di vista l’orologio biologico». L’appello arriva dal presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), professor Giorgio Vittori che spiega: «Spesso le donne sottovalutano l’importanza dell’età, ignorando alcuni dati fondamentali: la fertilità femminile è massima fino ai 20 anni, si dimezza intorno ai 35, scende al 10% dopo i 40 anni. Questo non significa che chi ha oltrepassato questa soglia debba disperare, ma è importante ricordarsi di considerare anche questo aspetto nella pianificazione della propria vita familiare e professionale. Non sempre la fecondazione assistita può essere una soluzione per “riparare” quando si è atteso troppo – continua Vittori – anche se in Italia nel 2006 hanno scelto questa via 52mila e 206 coppie. Anche in questo caso l’età avanzata è infatti un fattore che riduce le possibilità di successo: se a 30 anni il 30% dei tentativi riesce, dopo i 45 è solo l’1%». I ginecologi della Sigo puntano quindi sulla rete per informare soprattutto le giovanissime.
«Scegliamo Youtube per parlare a ragazze che spesso non si pongono nemmeno il problema della futura maternità – spiega Vittori – anzi, sono spesso preoccupate solo di evitare gravidanze indesiderate, senza rendersi conto di quanto sia delicato l’equilibrio che regola la biologia femminile”. Il tempo che passa non è infatti il solo nemico della fertilità: «È altrettanto importante proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili, che possono compromettere per sempre la capacità riproduttiva – aggiunge il presidente. – Non bisogna pensare solo all’Aids, ma anche a patologie molto diffuse come herpes genitale, candidosi o chlamydia, aumentata tra le giovanissime di 6-10 volte in 10 anni». Altri imputati sono anche alcol, fumo e uno scorretto regime alimentare: l’eccessiva magrezza può causare irregolarità mestruali fino a sopprimere del tutto l’ovulazione, mentre l’obesità può interferire con il funzionamento del sistema ormonale.
«Questioni – sottolinea Vittori – che per loro natura, superano i limiti della salute per invadere l’ambito sociale, la politica, il costume. Nel caso della fertilità, ad esempio, i motivi che spostano sempre più in avanti l’età del primo parto sono da ricercare nel nostro sistema economico, nel mutato ruolo femminile e nella nuova fisionomia del mondo del lavoro». «Per questo – conclude Vittori – abbiamo ritenuto che fosse necessario prevedere, anche all’interno del nostro Congresso, un momento di confronto vero e forte con il mondo laico, e in particolare con le donne».