Un sorriso triste e qualche coperta calda sono tutto ciò che hanno: i piccoli neonati ricoverati in terapia intensiva in un ospedale ucraino sono stati spostati d’emergenza in un rifugio antiaereo. Le immagini che arrivano da Dnipro sono strazianti, e mostrano come la guerra colpisca (ancora una volta) soprattutto i più piccini e gli indifesi.
Dnipro, le foto dei neonati in terapia intensiva
Impossibile non sentire un dolore profondo al cuore, nel vedere le immagini di questi bimbi – alcuni malati, altri “semplicemente” prematuri – che avrebbero bisogno di ben altri standard di sicurezza e igiene. Ma la guerra non risparmia nessuno, soprattutto chi è in difficoltà. E così, in un ospedale pediatrico di Dnipro, una delle città assediate dall’esercito russo, medici e infermieri si sono prodigati per spostare rapidamente i loro piccoli pazienti e tutto ciò che è necessario per la loro sopravvivenza, portandoli in un rifugio antiaereo.
Niente più che uno stanzino dove si trovano alcuni letti e poche apparecchiature, fondamentali per tenere in vita i bimbi. Il rifugio è stato allestito in tutta rapidità in una delle aree inferiori dell’ospedale, non appena si è capito che rimanere nel reparto di terapia intensiva neonatale sarebbe stato troppo rischioso. Ciò è avvenuto il 24 febbraio, nel primo giorno in cui la Russia ha aperto le ostilità contro l’Ucraina – quando molte, troppe persone hanno iniziato a temere per la propria vita. Da quel momento, i piccoli non hanno potuto far affidamento su nient’altro che sulla dedizione e l’amore di coloro che se stanno prendendo cura in una situazione così drammatica.
Il video, pubblicato dalla pagina Facebook Adanahakkinda e ripreso anche dal New York Times, lacera le nostre anime: le infermiere si dividono tra i loro minuscoli pazienti, cullandoli con dolcezza nel tentativo di sostituire il tepore delle incubatrici. E instancabilmente si danno il cambio alimentando i neonati con i respiratori manuali, cercando di donare loro un timido sorriso che ricordi la normalità (quella normalità che non hanno ancora mai avuto occasione di vivere, vista la loro tenerissima età). “Questa è la terapia intensiva neonatale. In un rifugio antiaereo. Potete immaginarlo?” – ha spiegato con poche, brevi parole il dottor Denis Surkov, primario dell’unità neonatale del Dnipropetrovsk Oblast Children’s Clinical Hospital.
Il dolore di una guerra che colpisce i più deboli
Le strazianti immagini di questi minuscoli, fragilissimi neonati trasportati in fretta e furia in uno scantinato, nel tentativo di proteggerli da un pericolo che viene dall’alto, sono solo una delle tante testimonianze dell’orrore di una guerra che, inevitabilmente, finisce per colpire i più deboli. Da quando tutto ha avuto inizio, solo una manciata di ore fa, per migliaia di persone la vita è profondamente cambiata. Le famiglie hanno rapidamente abbandonato le loro case e si sono accalcate nella metropolitana di Kiev, per cercare rifugio dalle bombe.
I più “fortunati” hanno preso l’auto e sono riusciti a lasciare il Paese, varcando i confini: molti di loro, in realtà, lo hanno fatto solo per mettere in salvo donne e bambini, tornando poi indietro, pronti a tutto per difendere la loro Ucraina. E rimbalzano ancora, toccanti, le foto dei due giovani innamorati che si sono sposati durante il primo giorno di guerra, coronando il loro sogno e poi imbracciando le armi per la propria patria. Un dolore, quello della guerra, condiviso anche dai tanti personaggi famosi che in quel Paese hanno ancora i loro affetti più cari, o che vi hanno semplicemente lasciato un pezzo di cuore.