Cosa faresti se potessi far rivivere chi ami, per avere il tempo di dire addio?
L’amore che cerca di sopravvivere alla morte. L’amore del corpo e quello della mente, di solito un tutt’uno: cosa succederebbe se le due parti venissero separate? È l’idea alla base di Another End, seconda opera di Piero Messina (già autore del film del 2015 L’attesa, con Juliette Binoche), presentato alla 74esimo Festival di Berlino.
Another End, film con Gael García Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo e Olivia Williams, Messina, prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, uscirà nelle sale italiane il 21 marzo distribuito da 01 Distribution.
Another End, la trama
Gli occhi svuotati di Sal (Gael García Bernal) sembrano vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe (Renate Reinsve), l’amore della sua vita. Ricordi, come frammenti di uno specchio infranto che non è possibile ricomporre. Sua sorella Ebe (Bérénice Bejo), che guarda al fratello con crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad Another End, una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra donna. Un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente riconosce la moglie. Ciò che si era spezzato sembra improvvisamente ricomporsi. Ma è una gioia fragile, effimera, insidiosa. Può l’amore davvero sopravvivere come un segreto custodito nei corpi?
Another End, note di regia
Il cortocircuito messo in atto dalla tecnologia di Another End, che promette di separare i corpi dalle coscienze, mi ha fatto interrogare, infatti, su ciò che ci lega alle persone che amiamo. Ciò che di esse crediamo di sapere, le parole, i ricordi, ma anche qualcosa che viene prima, e che sopravvive in noi quando tutto sembra finire. Qualcosa che col tempo, silenziosamente si compie nei corpi ed ha a che fare con la loro presenza. Abdicare a questa dimensione dell’esistere, è la pericolosa illusione a cui si abbandonano i personaggi del mio film. Another End per me è innanzitutto una storia d’amore, colta nel momento della separazione, quando paradossalmente, nell’assenza del distacco, un legame si fa più presente. Dell’ amore che vive nelle parole ma che soprattutto vive e cresce in silenzio, di nascosto. Come un segreto del corpo.