Liliana Segre, sopravvissuta al lager di Auschiwitz, dove morì il padre Alberto, è da sempre impegnata nelle scuole per raccontare la shoah.
Eravamo un duo particolare. Papà grande, alto, la bambina per mano. Per mano siamo arrivati fino ad Auschwitz. Ma là le mani sono state divise per sempre.
Il 19 gennaio 2018 il Presidente della Repubblica nomina Liliana Segre senatrice a vita per “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. È la quarta donna a ricoprire tale carica, dopo Camilla Ravera (1982), Rita Levi-Montalcini (2001) ed Elena Cattaneo (2013).
La senatrice è intervenuta per la prima volta in Senato il 5 giugno 2018 ricordando le leggi razziali e la sua esperienza di deportata, generando il plauso dei presenti. Ha inoltre dichiarato di opporsi a qualsiasi legge discriminatoria contro i popoli nomadi e le minoranze.
Quando va nelle scuole per raccontare l’orrore dei lager, sprona i ragazzi a opporsi all’odio e all’indifferenza. Per questo si è battuta contro la decisione di eliminare il tema storico dall’esame di maturità. Nel 2020 ha deciso di sospendere l’attività nelle scuole, per ragioni di età.
Come Liliana Segre, le altre donne che si sono distinte col loro operato.