Si parla sempre più spesso di micro ortaggi, che possiamo definire in breve come versioni ridotte delle verdure che abitualmente consumiamo. Un mondo da conoscere in maniera approfondita, considerando come per molti rappresenti il futuro dell’alimentazione. Di seguito trovate tutte le informazioni su come coltivare i microgreens a casa, ma soprattutto quali sono i vantaggi rispetto alla versione canonica.
Indice
Cosa sono i micro ortaggi
È bene fare informazione corretta in merito ai micro ortaggi, considerando come dall’esterno si possa pensare erroneamente che si tratti di prodotti OMG. Nulla di più sbagliato. Quando si parla di microgreens, altro termine utilizzato per definire questa particolare variante di verdure, si fa riferimento principalmente a una versione rimpicciolita degli ortaggi più diffusi. Un vasto mondo che comprende inoltre piante spontanee ed erbe aromatiche.
Piantine giovani che consentono un raccolto dopo soli 7-20 giorni dalla semina. Tempistiche sorprendenti che spingono alcuni a parlare di germogli che, a differenza dei microgreens, vengono coltivati nella quasi totalità al buio e raccolti molto più precocemente.
Occorre semplicemente accettare l’idea di trovarci dinanzi a una nuova tipologia di ortaggi, frutto di ricerche atte a garantire una raccolta precoce. Ciò ha come scopo ultimo la sostenibilità di un sistema di coltivazione ristretto.
Sarà questo il cibo del futuro? Ad oggi sono sempre più i cuochi che ne fanno utilizzo, consentendo l’inserimento nella ristorazione di nuove forme e colori. I valori nutrizionali evidenziano, però, come si debba andare ben oltre la questione estetica. Ci troviamo infatti dinanzi a un passo cruciale per quella che sarà l’agricoltura urbanizzata del domani.
Di seguito riportiamo le varietà più diffuse di micro ortaggi:
- sedano; carote; finocchi; radicchio; scarola; spinaci; bietola; lattuga; cipolla; zucca; melone; cetriolo; cavolo; broccolo; verza; cavolfiore; piselli; fagioli; fagiolini; fave; avena; orzo; riso; farro, grano tenero e duro; quinoa; basilico; cumino; erba cipollina; coriandolo.
Come coltivare i microgreens a casa
Il mercato offre fortunatamente una grande varietà di prodotti in vendita. È facile trovare i semi di microgreens in specifici mercati biologici ma anche, ormai da un po’ di tempo, in punti vendita appartenenti alla grande distribuzione. Cimentarsi in questa sfida è possibile e soddisfacente. Basta seguire qualche semplice consiglio.
Che contenitore usare
Per coltivare i micro ortaggi in casa occorrono dei contenitori. Questo è il primo passo. È da preferire la plastica e ovviamente le dimensioni variano a seconda della superficie che si intende coltivare. Considerati i tempi ridotti della raccolta, si deve fare in modo di rendere il collegamento tra radici e acqua il più semplice possibile.
Si consiglia dunque di non usare vaschette, vassoi o altro dall’altezza superiore ai 5 cm. In questo modo, inoltre, si garantirà alla piantina una corretta esposizione alla luce. Altezza non eccessiva del contenitore, dunque, ricordando però di lasciare un margine di 1 cm circa tra il bordo e il substrato. Così facendo eviteremo pasticci a causa della fuoriuscita dell’acqua usata per irrigare.
L’ultimo accorgimento per il contenitore utilizzato riguarda il fondo. Questo deve necessariamente essere forato. Ciò per favorire l’eliminazione dell’acqua in eccesso, così da evitare ristagni idrici che possono favorire muffe e funghi.
Ricordiamo, inoltre, quanto sia importante il calcolo della densità di semina. Si consiglia di piantare 1 o 2 semi grandi per centimetro quadrato, così come fino a un massimo di 4 per quelli più piccoli.
Quale terriccio comprare
Se si sceglie di coltivare i propri microgreens nel terriccio è necessario sceglierlo con grande attenzione. Per una crescita ottimale si deve andare alla ricerca delle seguenti caratteristiche:
- porosità superiore all85%
- pH tra 5,5 e 6,5
- privo di sostanze inquinanti e metalli pesanti
- impasto misto ma privo di contaminazione microbiologica
Così come per il cibo che acquistiamo al supermercato, il consiglio è quello di leggere le etichette con attenzione. La confezione deve necessariamente riportare le specifiche del terriccio. Verificare le caratteristiche è dunque molto facile.
Passiamo infine ai consigli. Il terriccio più utilizzato per i micro ortaggi è senza dubbio la torba. Una scelta classica, favorita dalla grande disponibilità in commercio. Particolarmente indicata però anche la fibra di cocco.
Coltivazione in acqua idroponica
Non si ha necessariamente bisogno del terreno per far crescere i propri microgreens. In questo sistema alternativo andremo a utilizzare perlite, lana di roccia, argilla espansa o altri materiali inerti. Ciò per dare supporto alla pianta, le cui radici si immergono in una soluzione di acqua addizionata di sali minerali o concimi.
Due i tipi di coltivazione in idroponica. Il primo, meno virtuoso del secondo, è a ciclo aperto. Ciò vuol dire che l’acqua che passa dalle radici viene scaricata, di fatto perdendosi. L’altro è a ciclo chiuso e prevede il recupero dell’acqua delle vasche. Gli sprechi idrici sono così notevolmente ridotti e si riutilizzano i sali minerali disciolti e non assorbiti dalle piante.
L’esposizione alla luce
La prima fase, quella della germinazione dei microgreens, dev’essere svolta in totale assenza di luce. La temperatura dipende invece dalla specie scelta ma, in generale, si consiglia une media tra i 20 e i 24 gradi.
Il fatto che si sia al buio non vuol dire che ci si possa dimenticare della necessaria umidità. Dopo la semina, dunque, andremo a coprire le vaschette di coltivazione, al fine di aumentare la temperatura interna e mantenere l’umidità del substrato e dell’aria.
La fase di germinazione dura dai due ai tre giorni, in genere. Si può dunque rimuovere la copertura e abbassare la temperatura dell’ambiente. In questo nuovo step, quello della crescita, si consiglia una media tra i 16 e i 18 gradi. L’esposizione alla luce deve avvenire per un periodo non inferiore alle 14 ore al giorno.
È facile trovare in commercio delle lampade a LED studiate per l’illuminazione dei micro ortaggi. Si può dire come facciano parte del kit iniziale, considerando come illuminino senza produrre calore, emettendo una luce simile a quella del sole. Rispetto ad altre tipologie di lampade, inoltre, vantano un consumo inferiore energetico.
Come e quando innaffiare
Per alcuni semi è importante la fase di ammollo, soprattutto se sono a guscio duro. Questa precede la germinazione. Si procede a un’immersione in acqua per non meno di 12 ore. È fondamentale che il liquido usato sia leggero e pulito, così da evitare contaminazioni.
Durante la germinazione, invece, la cosa più importante è il giusto grado di umidità. Per l’irrigazione si può dunque sfruttare un nebulizzatore. Una volta spuntate le piantine, si dovrà innaffiare dal basso, agendo sul terreno. In crescita, infatti, le piantine sono molto delicate.
L’acqua per innaffiare deve avere un pH 7,3. Ciò vuol dire che si tratta di una tipologia neutra e pura, in assenza di sostanze disciolte e priva di ioni. Per quanto riguarda la frequenza, in crescita occorre innaffiare tutti i giorni, senza esagerare con il quantitativo.
Perché coltivare microgreens: i vantaggi
I microgreens sono davvero parte del futuro dell’alimentazione? Con il termine si fa riferimento a una specie di piante raccolte in fase intermedia, tra il germoglio e la maturazione. Si parla così di “plantula”. Si giustifica la differente tempistica con la maggior concentrazione di nutrienti e vitamine presenti in questa fase intermedia.
La stima è che siano fino a 10 volte superiori rispetto agli ortaggi coltivati in campo. Ecco la ragione per la quale possono essere definiti “superfood“. Nel prossimo futuro questa tipologia di coltivazione potrebbe divenire la norma, con la società sempre più pronta a indirizzarsi verso un’agricoltura urbanizzata, mirata a un minor spreco d’acqua ed energia.