Tra i tanti prodotti estivi dell’orto, spiccano i fagiolini: questi piccoli baccelli fanno parte della tradizione culinaria italiana, dove vengono impiegati per la realizzazione di moltissimi piatti prelibati. Sono soprattutto un ottimo contorno, ricco di sapore e di proprietà nutrizionali importanti per l’organismo. Se volete coltivarli in giardino o in vaso, non dovrete che seguire alcuni semplici accorgimenti: la pianta non è infatti molto esigente, e necessita di poche cure per crescere rigogliosa. Scopriamo come avviene la semina e tutti i trucchi per la coltivazione dei fagiolini.
Indice
Fagiolini, le caratteristiche della pianta
I fagiolini sono i baccelli ancora acerbi di alcune cultivar del fagiolo comune (Phaseolus vulgaris), un legume appartenente alla famiglia delle Fabacee o Leguminose. Vengono raccolti prima che i semi al loro interno giungano a piena maturazione e consumati interi, senza eliminare l’involucro esterno. Nonostante siano tecnicamente dei legumi, proprio come i fagioli, vengono utilizzati come verdure – soprattutto per via delle loro caratteristiche che li fanno rientrare a pieno titolo in quest’ultima categoria. In effetti, li troviamo spesso a tavola come contorno.
Esistono diverse varietà di fagiolini, che possiamo dividere in due macrocategorie: ci sono i fagiolini nani, che hanno un portamento ad arbusto e somigliano a dei cespugli, e i fagiolini rampicanti, che invece si sviluppano in altezza – possono arrivare fino a 3 metri. La principale differenza tra le due piante, oltre al portamento, è la velocità di crescita. Le prime hanno infatti uno sviluppo molto veloce e, rimanendo abbastanza piccole (tra i 30 e i 60 cm di altezza), sono pronte per il raccolto già 7-8 settimane dopo la semina. Le seconde, invece, hanno un periodo di crescita più lungo e la raccolta può avere inizio 11-12 settimane dopo la semina.
Come seminare i fagiolini
Se amate i fagiolini, potete coltivarne qualche piantina anche nel vostro giardino o in balcone. Vi basterà poco spazio, persino un ampio vaso è sufficiente per la loro crescita. Per chi è alle prime armi, è sicuramente consigliabile partire con una pianta di fagiolini nani: abbiamo visto che sono più rapidi nello sviluppo e non richiedono molte attenzioni. Se volete invece cimentarvi nella varietà rampicante, ricordate che – oltre ad avere un po’ più di pazienza – dovrete predisporre dei sostegni attorno ai quali le piante potranno avvolgersi durante la crescita.
La semina avviene in tarda primavera, solitamente tra aprile e maggio: le piante di fagiolini sono infatti piuttosto fragili e i loro semi marciscono facilmente in un terreno freddo e umido, quindi è importante attendere che il rischio di gelate sia definitivamente alle spalle. Potete acquistare delle piantine già cresciute e metterle a dimora nel terreno, oppure partire dai semi veri e propri. In quest’ultimo caso, dovrete fare attenzione alla varietà di fagiolini che avete tra le mani. Quelli nani vanno piantati a circa 2-3 cm di profondità e, tra un seme e l’altro, vanno lasciati almeno 3-4 cm di spazio. Se piantate più file, lasciate tra di esse almeno 70-90 cm.
I fagiolini rampicanti, invece, vanno piantati attorno ai supporti: potete metterne 3-4 tutt’intorno ad ogni palo, che dovrà avere un’altezza minima di 180 cm. Distanziate ciascun seme di circa 7-10 cm, mentre i tralicci dovranno essere piantati dai 90 ai 120 cm di distanza. Se possibile, cercate di sistemare i semi o le piantine già nella loro posizione definitiva: i fagiolini sono infatti abbastanza delicati e hanno radici piuttosto fragili, quindi mal sopportano i travasi. Se avete optato per la coltivazione in vaso, dunque, assicuratevi che sia abbastanza grande.
Per quanto riguarda il tipo di terreno, meglio sceglierne uno con un pH leggermente acido. Ricordate di rimuovere sempre con attenzione le eventuali erbacce, perché le loro radici possono disturbare quelle molto fragili dei fagiolini. Infine, l’esposizione: queste piante hanno bisogno di abbondante luce solare per crescere bene e dare un ottimo raccolto. Mettetele dunque in un punto in cui siano sempre colpite dal sole, che aiuterà anche a mantenere le piante asciutte e a proteggerle così da possibili malattie e parassiti.
Come coltivare i fagiolini
Ecco infine qualche trucchetto per far crescere bene le piante di fagiolini. Partiamo dall’irrigazione, che è fondamentale: il terreno va bagnato subito dopo la semina e con una buona frequenza. L’ideale sarebbe utilizzare un sistema di irrigazione a goccia, in modo che le piante siano costantemente innaffiate e che le foglie non si bagnino. In caso contrario, il rischio è che si manifestino marciumi, parassitosi e malattie da fungo. Se preferite irrigare manualmente, ricordate di aumentare la frequenza durante il periodo estivo e controllate sempre che il terreno sia quasi completamente asciutto, per evitare che le radici marciscano per l’eccesso d’acqua.
Per quanto riguarda la concimazione, preferite un fertilizzante biologico a basso contenuto di azoto, meglio se liquido da diluire nell’acqua usata per l’irrigazione. Non è invece fondamentale aggiungere antiparassitari, purché prestiate le giuste attenzioni alle piante: avendo cura di non bagnare le sue foglie, il rischio diventa davvero minimo. Un’altra operazione importante è la pacciamatura, utile per mantenere fresche le radici e a preservare l’umidità nel terreno.Questa tecnica evita inoltre di dover praticare la sarchiatura.
La raccolta dei fagiolini
Come abbiamo visto, a seconda della varietà piantata cambia anche il periodo della raccolta. Solitamente, i fagiolini nani iniziano a produrre dopo 50-55 giorni dalla semina, mentre quelli rampicanti impiegano un paio di settimane in più. È importante verificare che i baccelli siano ancora giovani e teneri, perché se maturano troppo diventano duri e filamentosi, non più molto buoni da mangiare. Utilizzate delle forbici da giardinaggio per raccogliere i fagiolini, così da non rischiare di rovinare la pianta, oppure spezzando ogni baccello all’estremità superiore.
Ricordate, infine, che i fagiolini vanno consumati solamente dopo attenta cottura. Proprio come i fagioli, da crudi sono velenosi: contengono infatti una proteina chiamata fasina, presente sia nei baccelli che nei semi, la quale può essere eliminata soltanto dalle alte temperature. Questa sostanza è pericolosa anche se assunta a basse dosi, provocando disturbi gastrointestinali come dolore addominale, nausea, vomito e forte diarrea. Nei casi più gravi, si possono manifestare anche febbre alta e un repentino calo della pressione. I sintomi si presentano già un paio d’ore dopo il consumo dei fagiolini crudi e colpiscono soprattutto le persone più fragili, come i bambini.