Bonus caldaia 2025-2026: come funziona, a chi spetta e scadenze

Dal 2026, il bonus caldaia si aggiorna con nuove regole: ecco chi potrà ancora ottenere la detrazione e con quali requisiti

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Mirangela Cappello

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Il bonus caldaia 2025-2026 è una delle agevolazioni fiscali più discusse degli ultimi mesi, anche a seguito dei cambiamenti introdotti dalla nuova Direttiva europea Case Green e delle precisazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate.

Nel biennio 2025-2026, infatti, il panorama degli incentivi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento cambierà in modo significativo, con restrizioni per gli apparecchi alimentati a combustibili fossili e nuove opportunità per i sistemi ibridi e a pompe di calore.

Di seguito vediamo nel dettaglio come funziona il bonus caldaia, chi può beneficiarne e quali sono le scadenze da rispettare, con riferimenti aggiornati alle fonti ufficiali.

Che cos’è il bonus caldaia e a chi spetta

Il bonus caldaia è una detrazione fiscale applicata alle spese sostenute per la sostituzione o installazione di impianti di climatizzazione invernale. L’obiettivo è favorire il risparmio energetico, grazie all’impiego di tecnologie più smart ed efficienti, riducendo le emissioni e i consumi.

Per il 2026 le regole subiscono, tuttavia, un’evoluzione importante: la Direttiva (UE) 2024/1275, pubblicata a maggio 2024, vieta infatti nuovi incentivi per le caldaie alimentate in modo esclusivo da combustibili fossili. Il che significa che i modelli soggetti a detrazione cambiano rispetto al passato.

Sono ancora ammessi gli impianti ibridi, ossia caldaia più pompa di calore in un unico sistema, o a biomassa, nonché le pompe di calore elettriche. Al contrario, le caldaie a condensazione pure, non rientrano più nella lista degli apparecchi coperti da deduzione.

Per quanto riguarda i destinatari, il bonus spetta ai titolari di un diritto reale sull’immobile, come proprietari, nudi proprietari, usufruttuari o locatari, che sostengono la spesa e risultano intestatari delle fatture e dei bonifici.

Anche i familiari conviventi o i comodatari possono accedere al beneficio, se partecipano alla spesa.

Bonus caldaia 2026: come funzionano le detrazioni

Le percentuali di detrazione previste nel 2026, vedono una stretta rispetto al passato. Di fatti, se nel 2025 il bonus era del 50% per la prima casa e del 36% per le abitazioni non principali, per le spese documentate e sostenute a partire dal 1° gennaio 2026, le aliquote scendono a:

Interventi ammessi per il 2026

Per il 2026 bisognerà orientarsi verso tecnologie compatibili con lo scenario energetico e normativo. Di fatti, è necessario che l’intervento riguardi sistemi ammissibili secondo le nuove regole. In particolare:

Per intervenire nel 2026 è, quindi, necessario verificare che l’impianto che si intende installare soddisfi questi criteri.

Massimali e ripartizione

Le aliquote di detrazione per il 2026, come accennato, saranno inferiori rispetto a quelle previste per il 2025. Per gli interventi realizzati sull’abitazione principale, la percentuale di detrazione è del 36%, mentre per le seconde case o altri immobili scenderà al 30%.

Il massimale di spesa agevolabile resterà fissato, salvo modifiche, a 30.000 euro per unità immobiliare. La detrazione verrà ripartita in dieci rate annuali di pari importo, da indicare nella dichiarazione dei redditi tramite Modello 730 o Redditi PF, ex Modello Unico.

Limiti ISEE e condizioni economiche

Va anticipato che, ad oggi, 10 novembre 2025, non esiste ancora un testo ufficiale definitivo che confermi eventuali modulazioni per il bonus caldaia in base all’ISEE. Ma, le ipotesi in discussione nella Legge di Bilancio 2026 e nei documenti preparatori del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) potrebbero andare verso maggiori benefici per i redditi medio-bassi.

Bonus caldaia: come richiederlo

Non è prevista una domanda formale da presentare online o agli enti pubblici. Il bonus, infatti, si ottiene compilando nel modo corretto la dichiarazione dei redditi, portando in detrazione le spese sostenute nell’anno d’imposta.

Il poche parole, dopo la sostituzione della caldaia, il contribuente dovrà pagare l’intervento tramite bonifico parlante, conservare tutta la documentazione tecnica e fiscale, e — se richiesto — trasmettere all’ENEA i dati relativi all’intervento entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori.

Al momento di compilare il proprio 730 o Redditi PF, dovrà inserire tutti i dati relativi alla spesa che ha sostenuto. In questo modo potrà usufruire dell’apposita detrazione fiscale.

In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare la sezione dedicata ai bonus edilizi sul sito dell’Agenzia delle Entrate o rivolgersi a un CAF o a un tecnico abilitato, in modo da evitare errori formali che potrebbero compromettere la detrazione.

Le spese ammissibili devono essere osservate secondo i limiti stabiliti dalla normativa vigente, ad esempio fino ad un certo importo massimo per unità immobiliare. La detrazione va ripartita in 10 rate annuali di pari importo.

In breve: requisiti di pagamento

Se ancora ci fossero dubbi su requisiti di pagamento e documentazione da presentare, ecco uno schema per non sbagliare. Una volta scelta e installata la caldaia:

Scenari pratici per il 2026

Quando si parla di bonus caldaia 2026, può essere utile tradurre la teoria in casi concreti. Le norme infatti stabiliscono regole generali, ma ciò che davvero interessa è capire come queste si applicheranno alle diverse situazioni reali.

Va inoltre ricordato che nel 2026 resta ancora possibile accedere alla detrazione per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento senza effettuare una ristrutturazione edilizia. Cioè, acquisto e installazione del solo impianto, senza opere murarie rilevanti, purché l’intervento rientri nella categoria agevolata e rispetti i requisiti tecnici.

Ciò detto, che deve fare chi possiede una casa principale o chi deve intervenire su una seconda abitazione? E quando è il caso di anticipare i lavori di installazione di un nuovo impianto entro fine 2025?

Di seguito alcuni scenari pratici che aiutano a orientarsi tra aliquote, requisiti e tempistiche.

Scenario A – Sostituzione della caldaia nella prima casa

Chi nel 2026 decide di sostituire la caldaia nella propria abitazione principale potrà usufruire di una detrazione del 36%. Il requisito fondamentale è installare un impianto conforme alle nuove regole europee, quindi non una caldaia alimentata solo a gas, ma una soluzione ibrida o a basso impatto ambientale.

È inoltre necessario pagare con bonifico parlante, conservare fatture e certificazioni energetiche, e inviare — se previsto — la comunicazione all’ENEA.

In pratica, chi deve cambiare la caldaia nella casa in cui vive dovrà pianificare l’intervento con un tecnico aggiornato sulle nuove tecnologie, come pompe di calore o sistemi ibridi, per non rischiare di perdere l’agevolazione.

Scenario B – Intervento su una seconda casa o altro immobile

Per chi possiede una seconda abitazione, la detrazione nel 2026 scende al 30%, rispetto al 36% del 2025. Le regole tecniche restano le stesse: occorre un impianto ammissibile e documentazione completa.

Il minor vantaggio fiscale può, tuttavia, spingere i proprietari a valutare se non convenga anticipare i lavori entro la fine del 2025, quando le aliquote sulle case successive alla prima, sono ancora del 36%.

Lo scenario in questione è rilevante per chi ha case in affitto o seconde abitazioni in zone turistiche. In ogni caso, anche con un beneficio fiscale ridotto, l’intervento può sempre migliorare l’efficienza energetica e ridurre le spese di gestione nel lungo periodo.

Scenario C – Anticipare i lavori entro la fine del 2025

Un’altra ipotesi da considerare è quella di anticipare la sostituzione della caldaia al 2025, poiché il 2026 porta detrazioni più basse e maggiori restrizioni sui tipi di impianti ammessi. Chi ha già programmato l’intervento potrebbe ottenere condizioni più vantaggiose completando i lavori entro dicembre 2025.

Ma occhio, questo non significa agire in fretta senza pianificazione: è sempre necessario verificare che l’impianto scelto sia efficiente e conforme ai requisiti di legge.

Scenario D – Caldaia tradizionale o a gas: cosa succede nel 2026

Un aspetto cruciale riguarda chi utilizza ancora caldaie a combustibili fossili.
Dal 2026, la detrazione potrà essere richiesta solo se la caldaia a gas fa parte di un sistema ibrido certificato, ossia un impianto integrato con una pompa di calore.

Chi sostituisce una caldaia tradizionale con un modello a condensazione “puro” non potrà più accedere alle agevolazioni fiscali, a meno che l’intervento non rientri in un progetto più ampio di efficientamento energetico con requisiti specifici.

In altre parole, il 2026 segna il passaggio definitivo verso impianti di riscaldamento più sostenibili. Se ignoriamo questo aspetto, potremmo dover rinunciare del tutto ai benefici fiscali previsti.

In sintesi, nel 2026 il bonus caldaia continuerà a rappresentare una possibilità di sgravio, ma richiederà scelte più “verdi” sulla tecnologia. Se vogliamo che la nostra sia una Casa Green a tutti gli effetti, la scelta di caldaie di nuova generazione è un passo necessario: permetterà anche di risparmiare sul lungo periodo.

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