Palazzo Dugnani, un trionfo di barocco

Situato nel cuore di Milano, l'affascinante Palazzo Dugnani è un capolavoro rococò dagli interni riccamente decorati in stile barocco: scopriamolo insieme

Pubblicato: 1 Maggio 2024 22:15

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Considerato uno degli edifici più belli della città di Milano, l’affascinante Palazzo Dugnani vanta una splendida facciata restaurata in stile rococò e maestose sale interne riccamente decorate, che seguono invece i dettami del barocco. È un vero gioiello, che attualmente ospita alcune istituzioni ed è di solito chiuso al pubblico. Tuttavia, in occasione di eventi speciali e di mostre temporanee, i visitatori possono ammirare i suoi splendidi interni. Scopriamo qualcosa in più su questo capolavoro architettonico.

Dove si trova Palazzo Dugnani

Siamo nel cuore della città di Milano, dove sorgono alcuni degli edifici urbani più iconici del nostro Paese. Il meraviglioso Palazzo Dugnani sorge lungo via Manin, dove si trova il suo ingresso principale. Tuttavia, la facciata monumentale è quella che si affaccia sui Giardini Indro Montanelli, uno dei parchi comunali della zona di Porta Venezia: l’area verde, inaugurata nel 1784, apparteneva in passato proprio alla tenuta Dugnani. Nel 2002 è stata intitolata al giornalista Indro Montanelli, che era solito trascorrervi gran parte del suo tempo libero. È a poca distanza da qui che si trovano altri capolavori architettonici, come il Museo Bagatti Valsecchi e la Villa Necchi Campiglio.

Palazzo Dugnani, la storia

La storia di Palazzo Dugnani ebbe inizio nel XVII secolo, quando venne costruito come dimora patrizia della famiglia Cavalchini. I suoi membri vi rimasero fino al 1730, quando l’intero complesso venne ceduto alla famiglia Casati: fu in questo momento che venne realizzato il palazzo vero e proprio, nelle forme in cui oggi lo conosciamo. L’abitazione venne nuovamente venduta nel 1753, questa volta alla famiglia Dugnani, una delle più illustri della Milano dell’epoca. Ne fecero un salottino culturale tra i più importanti del nord Italia, un vero centro di pensiero in cui si raccolsero molti personaggi illustri della fine del ‘700.

Tra le sue splendide sale vennero tenute riunioni conviviali, cui presero parte grandi artisti dell’epoca, come il poeta Andrea Oltolina. Nel 1762 vi venne stabilita l’Accademia dei Fenici, un’importante istituzione culturale che ebbe molti accoliti. Palazzo Dugnani venne ereditato poi dal conte Giovanni Vimercati nel 1835, con la morte dell’ultima discendente della precedente famiglia proprietaria, Teresa Dugnani Viani. Appena un paio d’anni dopo, l’uomo vi installò la sua prima collezione naturalistica personale, chiamandola “Museo di Storia Naturale”. Nel 1846, il conte decise di vendere il palazzo – insieme alla sua collezione – al Comune di Milano.

L’amministrazione vi volle istituire la prima sede del Civico Museo di Storia Naturale, che alcuni anni dopo venne trasferita in corso Venezia. Per molto tempo ospitò poi la Civica Scuola Femminile Alessandro Manzoni, che vi rimase fino al 1977. Attualmente, il Comune vi ha stabilito la sede del Museo del Cinema e dei Laboratori delle Serre, trasformando il parco in uno splendido giardino pubblico. Alcune sale, inoltre, vengono annualmente utilizzate per esposizioni e mostre di vario tipo, aprendo in queste occasioni le porte al pubblico.

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Vista sulla facciata di Palazzo Dugnani dai Giardini Indro Montanelli

La facciata di Palazzo Dugnani

Palazzo Dugnani ha due facciate: la prima è quella che si può ammirare su via Manin, che ospita una torretta belvedere di forma ottagonale dotata di lanterna. Sebbene sia questa la principale, dove si trova l’ingresso, è la facciata rivolta verso i giardini ad offrire lo spettacolo più affascinante. Grazie al restauro del XVIII secolo, oggi è un capolavoro in stile rococò con un porticato formato da un corpo centrale arretrato rispetto ai corpi laterali più sporgenti. È un fronte solenne e ricco, dal quale si aprono due portali maestosi (uno a destra e uno a sinistra) e corte gradinate dalle quali si può accedere al piano rialzato e allo scalone.

In passato, alla proprietà apparteneva anche il vasto parco che oggi costituisce i Giardini Indro Montanelli. Si possono ancora notare le tracce degli antichi spazi dedicati al verde, che vennero completamente rimodellati dall’intervento ottocentesco dell’architetto Giuseppe Balzaretti. Quest’ultimo ebbe appena il tempo di abbozzare l’opera, nel 1848, quando dovette abbandonarla per via dei fermenti rivoluzionari. Riprese solamente nel 1855, quando venne poi inaugurato il nuovo giardino pubblico di Milano.

Le sale interne di Palazzo Dugnani

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La splendida facciata di Palazzo Dugnani

Gli interni di Palazzo Dugnani sono estremamente fastosi, così come vennero realizzati nel corso del ‘700 quando la dimora iniziò ad essere utilizzata per accogliere grandiose feste mondane e incontri di intellettuali. Lo scalone, uno dei primi ambienti ai quali si ha accesso, è caratterizzato da parapetti in pietra e ferro battuto: alle pareti, ci sono tre grandi affreschi ovali e un dipinto di Ferdinando Porta, il grande pittore, che campeggia sulla volta. Fu lui a realizzare altri capolavori d’arte barocca che spiccano su mura e soffitti tra le varie sale del palazzo.

Molto affascinante è poi la Sala da Ballo, che occupa due piani dell’edificio ed è illuminato dai vani della loggia superiore. Qui spicca un grandioso dipinto di Gian Battista Tiepolo, all’altezza del primo piano dove si trova un ballatoio con parapetto di ferro battuto e una fascia decorativa di putti e busti in stucco. Il ritratto, che occupa il soffitto, rappresenta figure mitologiche che ondeggiano in un cielo terso: vi vengono narrate le vicende di Scipione e Massinissa, un vero e proprio omaggio volto a celebrare la famiglia dei Casati, che per primi abitarono Palazzo Dugnani.

Purtroppo, parecchi affreschi vennero strappati da pareti e soffitti nel corso del 1944, in occasione della Seconda Guerra Mondiale, per timore che venissero danneggiati dai bombardamenti che colpirono Milano. Fu una grande fortuna che nessuno di loro venne rovinato, né dalla guerra né dallo spostamento stesso: una volta finito il conflitto, gli affreschi vennero riportati in sede e oggi sono conservati su tela nelle loro posizioni originarie, per dare ai visitatori l’impressione che dovevano regalare all’epoca della loro realizzazione.

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