Chi è Ferruccio Laviani, che porta il design italiano a New York

L'architetto Ferruccio Laviani è l'autore dell'installazione Italian Design, esposta a New York nel settembre 2024: scopriamo qualcosa in più su di lui

Pubblicato: 4 Settembre 2024 15:51

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

La vivace città di New York è da sempre sede di grandi esposizioni artistiche provenienti da ogni angolo del globo: stavolta tocca all’Italia, grazie al prezioso contributo di Ferruccio Laviani. L’architetto cremonese ha curato l’installazione Italian Design: from Classic to Contemporary, presentata presso i magazzini Bloomingdale’s della Grande Mela. Un tocco di storia che ripercorre il design italiano, con un progetto ispirato a Giorgio De Chirico.

La mostra Italian Design a New York

L’ispirazione arriva da Piazza d’Italia, il celebre dipinto realizzato da Giorgio De Chirico negli anni ’50: simbolo del nostro Paese che è ormai diventato iconico, motivo per cui Ferruccio Laviani – autore dell’installazione – ha scelto proprio questa proposta tra le tante altre che sono state presentate per l’occasione. E così, Italian Design porta in scena la piazza, come elemento d’unione e di socializzazione: “La piazza fa parte della cultura latina, la rappresentazione di De Chirico, oltre al metafisico e all’onirico, è certamente qualche cosa che comunque fa parte del nostro DNA e, forse, è quello che ci viene più facile rappresentare” – ha affermato l’architetto.

La mostra è stata allestita presso i magazzini Bloomingdale’s di New York, grazie alla collaborazione del Salone del Mobile di Milano. Rimarrà aperta al pubblico dal 5 al 29 settembre 2024, e in queste stesse settimane sarà possibile assistere ad un ciclo di talk intitolato Conversations about Italian Design, curato da Annalisa Rosso del Salone del Mobile. Si tratta di alcuni appuntamenti volti a riflettere “sul senso e sul futuro del progetto e della produzione Made in Italy e la selezione di arredi in mostra”.

E a questo proposito, cosa potremo vedere presso l’installazione? Ce lo rivela proprio Ferruccio Laviani: “Abbiamo scelto un progetto abbastanza scenografico che fosse facile da far comprendere a tutti, anche a chi non necessariamente parla o tratta di design. […] Abbiamo utilizzato materiali naturali come il legno, che è anche un po’ il DNA di gran parte dei costruttori di mobili italiani e, in parte, degli associati al Salone del Mobile. Abbiamo realizzato una piccola cernita di prodotti più o meno riconoscibili di quella che è la produzione italiana del settore, alcuni storici, altri contemporanei”.

Chi è Ferruccio Laviani: la carriera

A questo punto, la curiosità è tanta: chi è Ferruccio Laviani, che ha curato l’installazione Italian Design a New York? Il suo è un nome che, nel settore, ha grande rilevanza a livello internazionale. Nato nel 1960 a Cremona, si è diplomato presso l’Istituto Professionale Internazionale per l’Artigianato Liutario e del Legno della sua città, trasferendosi poi a Milano per ampliare i suoi orizzonti. È qui che si è diplomato alla SPD, Scuola Politecnica di Design guidata da Nino Di Salvatore, prima di dedicarsi agli studi universitari. La laurea in Architettura, conseguita al Politecnico di Milano nel 1987, è il punto d’arrivo del suo percorso accademico.

Ferruccio Laviani ha quindi iniziato a collaborare con alcuni grandi nomi del settore, tra cui Michele De Lucchi: dopo essere stato suo socio per alcuni anni, nel 1991 ha aperto il proprio studio di progettazione, che ancora oggi va a gonfie vele. L’architetto è autore di numerosi progetti di design e grafica, realizzati presso spazi commerciali, installazioni, uffici e alloggi residenziali. Inoltre, ha dedicato il suo talento alla produzione di oggetti di design dal fascino iconico, come alcune delle più celebri lampade firmate Kartell. Importante anche la sua collaborazione con Achille Castiglioni nell’allestimento della mostra dedicata a Gio Ponti e Vico Magistretti presso il Salone del Mobile di Milano, nel 1997.

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