Lo confesso: quando mia figlia mi ha comunicato la sua decisione di tagliarsi i capelli mi è preso un tuffo al cuore, ed è vero che la mia primogenita ha ventidue anni, ma una mamma lo sa, i figli rimangono bambini anche quando crescono, anche quando vanno all’università, anche quando strappano il cordone ombelicale andando a vivere lontani. Lo so bene anche io, che a cinquant’anni suonati, rimango pur sempre la “bimba” dei miei genitori, che di anni ne hanno ottanta, e mi appellano proprio così quando parlano di me alle persone che incontrano.
Donatella ha da sempre portato i capelli lunghissimi, è pure scampata ad una rasatura paventata dalla maestra dell’asilo a Cesena, quando dopo aver scoperto di aver preso i pidocchi, ci suggerì un taglio drastico per fare prima, e che, con suo grande stupore, si sentì rispondere dal suo papà: “No i capelli di Dodo non si toccano, mi metterò io a togliere uno per uno le lendini.” Passando dalla parole ai fatti. Che poi diciamolo una volta per tutte non è assolutamente vero che in caso di pediculosi si debbano tagliare, questo è uno dei falsi miti del passato, e aggiungo per fortuna.
I capelli per mia figlia sono stati la copertina di Linus, se li attorcigliava al dito poco prima di cadere tra le braccia di Morfeo, era proprio il suo rito, non ha mai usato il ciuccio, ma la sua ninna nanna avveniva proprio così. Sono stati il suo scudo di protezione quando il mondo tutto intorno le è caduto addosso, quando suo padre si è ammalato, e li ha sempre portati così, lunghi, una volta è arrivata ad averli fino al sedere, mai un colpo di testa, che io alla sua età li avevo già colorati di biondo, nero e blu, tagliati corti a spazzola dopo una doppia decolorazione finita male. Diciamo che la legge del contrappasso con noi funziona benissimo. Insomma quando nei giorni scorsi mi ha detto di aver deciso di volerli tagliare il cuore ha perso un battito, ma subito dopo ho pensato che fosse arrivato il momento per lei di prendere il volo. Così anche se la nonna alla notizia è quasi svenuta e il nonno ha quasi pianto, insieme abbiamo preso l’appuntamento dal parrucchiere e il giorno designato l’ho accompagnata e lasciata nelle sapienti mani di Irina, la nostra Hair stylist, che foto alla mano ha realizzato davvero un piccolo capolavoro.
Una volta che la treccia appena tagliata è stata appoggiata sul tavolo i miei occhi si sono bagnati, ma immediatamente abbiamo pensato che sarebbe stato un peccato lasciarli in un cassetto per ricordo, e ci siamo ricordate di aver letto della possibilità di donarli per la creazione di parrucche per le pazienti oncologiche e ci siamo messe alla ricerca di qualcuno a cui spedirli, perché ci avevano detto che essendo leggermente decolorati alla fine forse non potevano essere regalati. Così ho messo un post su Facebook per chiedere aiuto e la risposta è stata talmente forte, che ho pensato sarebbe stato utile condividere le informazioni ricevute per tutte quelle persone che magari stanno per tagliarsi i lunghi capelli ed hanno voglia di fare un gesto che possa arricchire la loro anima. Prima di tutto ci tengo a sottolineare che esistono tantissime associazioni in Italia per la raccolta dei capelli, anche colorati, da convertire in parrucche per donne sottoposte a chemioterapia, vi faccio un breve elenco: in Veneto esiste http://www.lacurasonoio.it, in Puglia troviamo http://www.unangelopercapello.it, in Inghilterra esiste una meravigliosa associazione che si chiama Little Princess Trust (la trovate anche su Instagram) che li raccoglie per i piccoli pazienti oncologici, in Lombardia esiste un centro di raccolta presso La fata spettinata la cui proprietaria Flora di Donato ha fatto sua la mission di aiutare le donne che si trovino a combattere una doppia lotta, quella per la vita, e quella per continuare a vedersi femminili allo specchio.
La nostra scelta è caduta proprio su quest’ultima, e così ho contattato la proprietaria del salone, scoprendo tra le altre cose, un progetto fantastico di cui si è fatta portavoce, raccogliere cento metri di capelli donati. Per ogni treccia una storia, per ogni paziente che riceve un donatore che scrive un pensiero di accompagnamento, e sapere che i capelli della mia Dona avrebbero portato gioia sulla testa e nella storia di un’altra donna, e che le loro vite si sarebbe incontrate e mescolate, mi ha riempito di orgoglio e in un attimo abbiamo imbustato quelle ciocche e le abbiamo spedite. “Le bambine sono quelle che donano di più – ci ha raccontato Flora – hanno un cuore enorme e si emozionano così tanto che ogni volta ci emozioniamo con loro. Ci sono tante storie che potrei raccontare, ma quella che ci è rimasta nel cuore è quella di una bambina siciliana che si è tagliata le sue lunghe trecce e ce le ha fatte recapitare dalla sua mamma che viaggia per lavoro, insieme ad un disegno realizzato proprio da lei, il giorno che si è presentata al negozio ti confesso che ci siamo tutte commosse. Abbiamo dedicato questo progetto a mia suocera Anna che purtroppo è venuta a mancare, a Francesca che è la mamma di una mia dipendente e a Laura e Rosa che sono due mie clienti che non ci sono più, tutte loro sono morte per tumore. Non concepivo che donne malate dovessero pagare fior fior di soldi le parrucche che le avrebbero aiutate a vivere meglio questa guerra, così ho deciso di aprire il negozio e di non sprecare nemmeno una ciocca, ogni treccia che raccogliamo è un sorriso che doneremo a chi le riceverà, perché l’amore cura.”
L’associazione che riceverà i capelli donati è Una stanza per un sorriso dopo una lunga ricerca, dopo essersi sincerate del fatto che le parrucche vengano realmente donate a chi ne ha bisogno, perché la perdita dei capelli è una delle controindicazioni più scioccanti della chemio e spesso viene vissuta come una perdita di identità. Come donare la tua treccia? Lunghezza a partire da 25 cm. Se abiti vicino al negozio (Cologno Monzese) puoi andare direttamente con i capelli lavati specificando di volerli tagliare e donare, se sei lontana puoi recarti dal tuo parrucchiere sempre con capelli puliti, dividi i capelli in due o tre ciocche a seconda della massa, lega all’estremità, fai treccia, lega alla fine, taglia e imbusta, spedisci all’indirizzo: La Fata Spettinata, viale Toscana 24, Cologno monzese Milano 20093, se vuoi puoi scrivere un messaggio che verrà recapitato alla persona che riceverà il tuo dono.